Il talentuoso e discusso fotografo Quentin Shih

Shi Xiaofan, conosciuto con il nome d’arte di Quentin Shin è un fotografo ed artista nato a Tianjin, in Cina nel 1975, che vive e lavora tra Beijing e New York.

E’ un fotografo autodidatta che ha iniziato a scattare foto nel periodo del college a musicisti ed artisti locali. Dopo il diploma, si è spostato a Beijing dove ha iniziato la sua carriera come fotografo professionista ed artista.

Dal 2000 al 2002 ha partecipato a mostre in Cina ed in America e le sue opere d’arte fotografiche sono diventate parte delle raccolte dei musei americani, come quelle nel Danforth Museum of Art e nel Workester Art Museum.

Nel corso degli ultimi anni, il suo interesse si è spostato verso la fotografia commerciale e la moda ha iniziato così a lavorare con Adidas, Microsoft, Sony, Siemens, Vogue, Harper Bazaar e Esquire.

Nel 2007, Quentin è stato nominato ‘Fotografo dell’anno’ dalla rivista Esquire Cina. L’anno successivo, è stato scelto da Christian Dior per partecipare alla sua mostra «Dior con gli artisti contemporanei cinesi».

Nel 2009 vince il premio Hasselblad Masters Award nella categoria Fine Art.

Ma le foto scattate sotto commissione di Christian Dior hanno generato notevoli polemiche, poiché il messaggio delle sue immagini è stato interpretato in chiave razzista.

L’impatto visivo delle foto della serie “The Stranger in the Glass Box” è stato accusato di essere una campagna pro individualismo, dove viene proposto al ricco di ergersi e proteggersi dal grigiore della massa.

Altri hanno visto il contrasto con la cultura occidentale del lusso, ovvero la solita accusa di considerare i cinesi dei poveri campagnoli, rispetto ai ricchi occidentali.

Questo ha portato all’accusa di mancanza di sensibilità in quanto avrebbe messo dei modelli stranieri, dei cloni, che si risvegliano in un incubo cinese.

Il fotografo, che ha dovuto pubblicamente difendersi dopo le forti accuse ha dichiarato che l’idea è nata non come contrapposizione tra classi sociali o critica tra società, ma poiché era stato invitato dal marchio di moda a scattare delle foto ad alcuni modelli per le strade di Parigi.

Ha ribadito che la sua serie è nata dall’osservazione dei modelli cinesi nelle strade parigine.

L’idea di mettere in una scatola di vetro il modello di Dior è stata per richiamare il vetro come divisione di due stanze o mondi, realtà diverse che si guardano, ovvero che comunicano attraverso la vista.

Lo scopo era voler concettualizzare la curiosità, il mistero che può apparire strano quando è sconosciuto.

E’ per questo che ha scelto il titolo “The Stranger in the Glass Box” ovvero “L’estraneo nella scatola di vetro”.

Pensava al potere seducente della cultura, ovvero il fascino dell’immaginario, la curiosità che porta all’attrazione verso l’Occidente molti orientali.

I creativi cinesi al contrario hanno molto apprezzato le foto e sono stati entusiasti anche della successiva serie “Shanghai Dreamers”, ma anche questa è stata pesantemente criticata sul network cinese.

In questa serie, sempre per Dior, il fotografo ha voluto toccare il tema dell’uniformità della cultura di massa e per questo nuovamente è stato accusato di individualismo.

Se prima molti si lamentavano poiché i cinesi venivano considerati come una massa informe, in questo caso le lamentele sono state per il fatto di essere considerati una massa in uniforme, ovvero uno stereotipo.

Alcuni si sono seccati, anche perché hanno ritenuto una beffa realizzare la parodia della Rivoluzione Culturale in rosa, scherzare su un periodo di miseria, prigionia, dove innumerevoli cittadini sono morti.

Chi si è sentito offeso ha ritenuto che il “sogno” collettivo sia stato molto crudele ed il fatto di creare una serie di foto di moda con un feticcio dell’epoca diventa inquietante.

Tanti hanno dovuto con il tempo accettare che le immagini o i simboli della Rivoluzione Culturale venissero usati per scopo satirico, critica o elegiaco, ma hanno ritenuto che Shih le abbia ridotte a semplici immagini, svuotandole: immagini senza significato.

Molti hanno anche considerato razzista mettere una modella straniera in mezzo ai cinesi.

Anche questa volta, Shih ha dovuto difendersi pubblicamente. Shih non ha sentito nessun imbarazzo in questa serie ed ha riconosciuto di avere un buon senso dell’umorismo.

Ha riferito di conoscere bene la Rivoluzione Culturale e non trova nulla di male nel dare un bagliore roseo, con le sue opere a quel periodo.

Per le accuse di razzismo invece ha spiegato che il veloce casting non ha dato la possibilità di organizzare la serie di foto con modelle cinesi.

Ha ribadito che se avesse trovato una modella cinese per la sua serie, le sue foto non sarebbero state così tanto fraintese.

Molti creativi si sono chiesti se al contrario, in questo caso, l’ultima decisione sia stata veramente sua, se non sia stata una scelta imposta dal brand, considerando il fatto che i suoi precedenti lavori hanno sempre avuto un forte impatto visivo e nulla è mai stato lasciato al caso, come non potrebbe esserlo in una serie con un messaggio visivo così importante.

Questi ultimi hanno ugualmente apprezzato le immagini ritenendole una rinnovata visione della tanto stereotipata Rivoluzione Culturale.

La scelta dei colori e delle geometrie è piaciuta anche perché molto simile alla delicatezza dei dipinti classici con il pennello.

La sua nuova serie del 2011, anche questa per Dior, ma non per scopi promozionali per il brand, ma unicamente per esposizione, propone modelli cinesi e non.

La serie, “Hong Kong Moment” dal taglio sperimentale richiama il dialogo tra presente e passato, anche qui ritornano gli elementi della stereotipizzazione dell’oriente, ma è molto più palese la contaminazione del pensiero tra oriente ed occidente come è sempre avvenuto da anni ad Hong Kong.

Realtà che interagiscono a multi livelli e periodi temporali diversi che si sovrappongono. Questa serie sembra molto più pacata rispetto alle altre, forse una scelta di creazione artistica anche per difendere la propria credibilità.

The Stranger in the Glass Box

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Quentin Shih

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La serie Shanghai Dreamers

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Hong Kong Moments

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www.quentinshih.com

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