- Casa
- /
- Blog
- /
- Storia della Cina
- /
- 40 immagini rare della...
La Battaglia di Shanghai, o Battaglia di Songhu, è stato uno degli scontri più sanguinosi dell’intera Seconda Guerra Mondiale.
Il 28 gennaio del 1932 i Giapponesi invasero Shanghai. Più di 10.000 attività commerciali e centinaia di fabbriche vennero distrutte. Più di 18.000 civili vennero uccisi, feriti o vennero dichiarati scomparsi. Nel 1937, la battaglia di Shanghai risultò nell’occupazione delle aree amministrate dai cinesi appena fuori dagli Insediamenti Internazionali e dalla Concessione Francese. I giapponesi occuparono le concessioni straniere nel 1941, fino alla resa nel 1945.

Durante i tre mesi di combattimenti, le truppe cinesi e giapponesi si fronteggiarono nel centro di Shanghai, nei centri vicini e sulle coste del Jiangsu dove le truppe anfibie giapponesi stavano sbarcando. Le perdite delle truppe cinesi si avvicinarono al 50%. Il 25 ottobre del 1937 i cinesi abbandonarono il centro di Shanghai.

La battaglia è stata innescata dallo Ōyama Incident. Il 9 agosto il tenente Isao Ōyama cercando di forzare un posto di guardia all’Aeroporto Hongqiao, uccise una guardia e morì egli stesso in uno scontro a fuoco con le forze cinesi (Chinese Peace Preservation Corps). L’accesso all’aeroporto rappresentava una violazione dei termini raggiunti tra Cina e Giappone per il cessate il fuoco. Non si conoscono le ragioni per la violazione di Ōyama. Ad ogni modo l’incidente aumentò le tensioni tra le forze giapponesi e quelle cinesi sul campo. Il giorno successivo il console generale giapponese smantellò le difese cinesi nela città e dichiarò che l’incidente di Ōyama rappresentava un’umiliazione per il paese. Il Giappone pertanto inviò nuovi rinforzi alle truppe di stanza a Shanghai.

Il 12 agosto, rappresentanti del Regno Unito, Stati Uniti, Italia e Francia, insieme a Cina e Giappone parteciparono a una conferenza per discutere i termini del cessate il fuoco. Il Giappone richiese il ritiro delle truppe cinesi da Shanghai, ma il rappresentante cinese Yu Hung-chun asserì che i termini erano già stati violati dal Giappone. Il 13 agosto iniziarono i primi scontri che aumentarono d’intensità nel giro di poche ore. I giapponesi attaccarono numerosi centri nella città e attraversarono il ponte Bazi. Chiang Kai’shek ordinà a Zhang Zhizhong d’iniziare l’offensiva cinese il giorno successivo. Il 14 agosto il governo cinese proclamò la guerra di resistenza (自衛抗戰聲明書).

La battaglia può essere divisa in tre fasi, e coinvolse quasi un milione di soldati. La battaglia durò quasi quattro mesi e segnò il ritiro delle truppe cinesi dalla regione.
Immagini della battaglia di Shanghai



































backlink> Enviromental Graffiti via Battle of Shanghai images

CinaOggi.it è un sito sulla Cina curato da Matteo Damiani e Dominique Musorrafiti. Il sito, dal 2002, cerca di offrire una panoramica sulla cultura cinese contemporanea e tradizionale.