L’architettura coloniale di Gulangyu

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Le ville di Gulangyu.

Xiamen, o Amoy è una cittadina (in termini cinesi, giacché conta più di due milioni e mezzo di abitanti) affacciata sullo stretto di Taiwan, e proprio grazie alla vantaggiosa posizione geografica è da sempre stata un importante porto commerciale.

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Oggi giorno, nonostante le sue modeste dimensioni, è una località cosmopolita che ha gelosamente conservato il suo passato multi etnico che si può chiaramente osservare nell’esotica mescolanza di architettura europea, cinese e giapponese.

Gulangyu è una isoletta davanti al centro di Xiamen. Gli inglesi stabilirono la loro prima concessione a Gulangyu nel 1851, i Giapponesi nel 1900 e gli Americani, presero in considerazione la possibilità di trasformarla in una loro base navale, ma cambiarono idea dopo la conquista delle Filippine nel 1899.

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Ad ogni modo, una potenza straniera dopo l’altra, cominciarono ad aprire consolati e uffici commerciali a Xiamen.

Nel 1902 venne eletto un consiglio municipale composto da sei rappresentanti stranieri e uno cinese.

In breve quattordici nazioni aprirono rappresentanze nella concessione internazionale, tra cui, oltre quelle già citate anche Germania, Francia, Danimarca, Austria, Norvegia, Svezia, Filippine e Belgio.

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Oggi, Gulangyu è una graziosa isola caratterizzata da un clima vagamente mediterraneo e da una variegata architettura coloniale che può contare su oltre 1000 edifici di origine occidentale.

Dal momento che nell’isoletta di Gulangyu vige un rigoroso divieto per automobili e biciclette, gli unici suoni che sentirete saranno quelli del vento, delle fronde degli alberi e dei pianoforti (e organi).

Difatti l’isola detiene il particolare record di maggior numero di pianoforti pro capite.

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Nell’isola in effetti è anche presente un museo esclusivamente dedicato agli organi.

Sparpagliate per l’isoletta e per Xiamen vi sono un certo numero di chiese protestanti.

Ma anche la comunità cattolica è abbastanza numerosa tuttora. Nel 1883 venne creato un vicariato apostolico sotto il controllo dell’ordine Domenicano, che contava 11 preti europei e 8 cinesi, 32 fra chiese e cappelle, 3 orfanatrofi e 13 scuole (comprese quelle di Taiwan, che rientrava sotto la diocesi di Xiamen all’epoca).

La cultura del pianoforte e degli organi pertanto deriva proprio dall’introduzione della cultura cristiana giacché veniva utilizzato per accompagnare le funzioni religiose.

Foto di Gulanyu

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Foto & testo: Matteo Damiani, CinaOggi

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