Street Art, graffiti e murales nelle città cinesi

Un fenomeno che dall’underground suburbano si è consolidato nella nuova comunicazione tra i cittadini e la città.

I graffiti, seppur, nel concetto contemporaneo e moderno dell’evoluzione urbana delle città e delle metropoli, vengano considerati da alcuni unicamente come forme di vandalismo e deturpazione, sono una forma di comunicazione che ha origini molto antiche e sono legati alla creatività, alla comunicazione e alla storia dell’arte.

Sono stati ritrovati anche sulle superfici pubbliche delle polis della Grecia o sugli edifici di Pompei.

Il concetto di arte, nell’era contemporanea ha assunto i significati più svariati poiché la pluralità dei linguaggi e delle tecniche hanno portato ad un rapporto quotidiano con la vita di tutti noi. I graffiti però rappresentano la prima forma d’arte della storia dell’umanità, già dall’epoca dell’homo-sapiens che incideva nella roccia dando vita alle prime forme di pittura rupestre.

Nel 1979 il sito dei graffiti rupestri di Valcamonica, Brescia, viene riconosciuto dal World Heritage dell’Unesco come patrimonio dell’umanità da tutelare.

Il concetto attuale del termine graffiti si è sviluppato negli anni ‘70 nelle metropoli degli USA e negli anni ’80 si è diffuso nel resto del mondo, diventando un fenomeno sociale, culturale e comunicativo. Alla fine, le scritte con le bomboletta spray sono approdate anche per le strade della Cina.

La reazione cinese, da principio è stata molto simile a quella del primo impatto dei graffiti in Europa: proibiti poiché considerati come deturpazione del pubblico e visti anche come fenomeno sovversivo.

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Questa prima idea di proibizionismo, nonostante la realtà sia profondamente cambiata, tuttora rimane nella mente di alcuni cinesi che non si sono accorti di come le istituzioni locali abbiano cambiato la loro posizione in merito ai graffiti.

Da movimenti illegali, non autorizzati, i graffiti sono diventati una realtà autorizzata e legale

Chi viaggia per la Cina ora, può constatare, con i propri occhi, come il rapporto con i graffiti sia profondamente mutato. Una decina d’anni fa, in Cina, i graffiti erano unicamente legati ai gruppi di writers underground che, come era accaduto nella New York degli anni ’70, realizzavano, di notte e in luoghi suburbani, scritte, per mettere in giro il proprio nome, logo, segno, o usando la terminologia del web, il tag personale.

Le scritte si sono evolute, come pure la grafica e la ricerca di soluzioni più elaborate e colorate.

Alcuni locali più innovativi hanno affidato ai writers, le decorazioni interne dei propri ambienti e da allora sono aumentati i bar che per distinguersi e per far spiccare la propria attività tra gli altri concorrenti hanno affidato il design dei loro ambienti ai giovani usciti dalle accademie d’arte o agli street writers.

Nel 2007 uno shopping mall di Suzhou, nella provincia del Jiangsu, ha autorizzato i frequentatori ad esprimere il proprio talento e la propria creatività scrivendo e dipingendo sulle pareti delle scale.

La reazione è stata immediata, i clienti si sono scatenati con graffiti di ogni genere.

Etimologia del nome

“Graffito” e “graffiti” , il nome internazionale utilizzato per indicare le scritte e le decorano degli spazi urbani, ha un percorso etimologico che deriva dal latino “graphium”, uno stile per incidere, che a sua volta deriva dl a greco γράφειν che significa scrivere, disegnare, incavare, scalfire. Il termine e sempre stato legato alla decorazione e all’abbellimento fin dagli esordi della storia dell’arte, in quanto i graffiti si potevano trovare dalle caverne, sugli oggetti, sui muri (da qui anche nasce anche il termine murale) interni o esterni degli edifici. L’originale termine greco si è quindi distinto sia come grafia, sia come decorazione pittorica e nell’arte, per necessità di comunicazione si è assistito nei secoli più volte alla fusione di entrambe.

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Dall’arte ai guinness dei primati

Le scritte e le pitture murali sono profondamente radicate anche nella storia dell’arte cinese e forse per questo motivo il passo per una maggior apertura nei confronti dei graffiti è stato più semplice di quello che molti prevedevano. I graffiti dall’underground sono entrati nella quotidianità della Cina in differenti maniere. Un approccio molto importante è quello delle scuole materne ed elementari. Per vivacizzare gli ambienti vengono realizzati murales sulle pareti interne ed esterne degli edifici scolastici.

Come avviene in certe scuole artistiche occidentali, gli istituti, le accademie e le università d’arte cinese esortano i più talentuosi studenti a decorare i muri che circoscrivono le sedi con grafiche e composizioni innovative. Nel giugno 2007 a Chongqing i graffiti dei giovani della Sichuan Fine Arts Institute, hanno sconfinato dalle mura di studio. Infatti la municipalità ha dato l’autorizzazione per la “Graffiti Art Street” nel distretto Jiupo. La via Huangjueping, che si trova accanto all’istituto d’arte, lunga all’incirca 1,3 km, è stata dipinta per tutta l’altezza degli stabili commerciali ed abitativi di entrambi i lati con decorazioni dai colori vivaci e sgargianti.

Il distretto è diventato la prima area della Cina dove si trova la più vasta superficie di graffiti, ovvero all’incirca 50 mila metriquadri, su 37 palazzi, realizzati da 800 studenti ed artisti locali, che hanno impiegato all’incirca 150 giorni di lavoro per un costo di 25 milioni di RMB. La municipalità di Chongqing ha segnalato l’area per il World Record Guinness per essere la via con il maggior numero di graffiti.

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Underground vs Autorizzati

I primi di novembre 2007 si è tenuto in Cina il Beijing International Exhibition Hall Square ovvero China’s first Graffiti Exhibition, che ha introdotto al pubblico i graffiti e la cultura dei nuovi murales con quadri, istallazioni dimostrazioni dal vivo di pittori e writers. L’esposizione, durata quattro giorni, inserita nel programma ufficiale del China International Cultural and Creative Industry Expo, ha presentato 300 metri di muro decorati con i simboli e loghi delle Olimpiadi 2008. I visitatori sono stati invitati a lasciare un segno della loro presenza o un augurio per i giochi olimpici.

Gli organizzatori hanno creato l’evento anche per offrire un trampolino di lancio ai giovani e a tutti coloro che sono disposti ad integrare la creazione grafica nel mercato per andare al di là del muro vedendo ogni superficie od oggetto come possibile tela per la realizzazione di graffiti. Il fenomeno dei graffiti ha interessato molte istituzioni cinesi, infatti in occasione delle Olimpiadi di Beijing 2008, sono aumentati i muri con i graffiti. A Beijing 400 volontari hanno decorato un muro di 730 metri.

I numero dei graffiti autorizzati è cresciuto anche a Shanghai, Guangzhou, Wuhan, Hong Kong e Fuzhou, mentre a Changchun un gruppo non autorizzato che si è firmato “Hei Shou” “Mano Nera” che in 15 ore ha completato un murales raffigurante le mascotte olimpiche Fuwa e i volti di Yao Ming e Liu Xiang, ha diviso in due fazioni nette i pareri dei cittadini. Nello stesso periodo a Jilin il governo aveva istituito una gara ufficiale per premiare i graffiti migliori.

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King of Kowloon

Mr Tsang Tsou-Chio, noto come King of Kowloon, morto all’età di 86 anni, il 15 luglio del 2007 è stato molto noto nella scena dei graffiti e dei writers poiché ha operato nel settore street art per oltre 51 anni, ovvero ha iniziato quando aveva 35 anni. E’ stato arrestato parecchie volte poiché accusato di vandalismo, ma è stato imprigionato solo una volta, per 18 mesi, negli anni ‘60 dopo aver lanciato una pietra e distrutto un vetro di un ufficio postale. Ha smesso di realizzare graffiti nel 2003 poiché le sue gambe non lo riuscivano più a sostenere. Molti dei graffiti da lui realizzati erano in segno di protesta per la richiesta di terreni appartenenti alla sua famiglia, che il governo aveva confiscato e mai rifondato. Dopo la sua morte il South China Morning Post ha riferito che preserverà i suoi murales, i quali solitamente erano l’elenco dei suoi antenati ovvero di tutti quelli che prima di lui avevano posseduto le terre che rivendicava, oppure l’elenco delle terre espropriate. Il suo nome è diventato noto nel mondo dopo che alcune sue realizzazioni sono state esposte alla Biennale di Venezia nel 2003. Nel 2004 una delle sue creazioni è stata venduta all’asta per un valore di 55 mila Hong Kong dollars. Ha ispirato per le decorazioni d’interni molti fashion designers e alcune promozioni per le linee di borse di Louis Vuitton. Lau Kin-wai, un critico d’arte ha esortato Hong Kong Art Museum per un tributo ufficiale al writer che è diventato un’icona culturale per la memoria collettiva di Hong Kong ed i suoi graffiti sono importanti per il futuro ed il passato della città.

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Graffiti e mediazione comunicativa

Chi osserva dall’esterno ed analizza il fenomeno dei graffiti in Cina si può interrogare su come sia possibile che dal panorama underground si sia passati ad una scena ufficiale di graffiti e writers. Una tra le prime risposte è che i pubblicitari e gli studi grafici si sono accorti del potenziale economico di questa forma di comunicazione e quindi i graffiti anche per la Cina sono ora considerati rispettosi dei canoni estetici e commerciali. I writers cinesi della Street Art non cancellano i propri ideali ed intenzioni artistiche ma collaborano con chi vuole farli parlare o chiede loro una mediazione comunicativa accessibile a tutti proprio perché sotto gli occhi di tutti, pubblica e per le strade.

Infatti chi vede alcune opere di graffiti percependo maggiormente l’aspetto estetico ed interrogandosi se vi sia un possibile significato ed attribuisce unicamente all’occidente la capacità di leggere al di là dell’opera un filo conduttore ed uno specifico significato, forse ha dimenticato che la ricerca del bello per gli autori, in qualsiasi settore comporta sempre l’affrontare o associare altre tematiche e quindi non si limita al rendere assoluto il bello. Se si prendono in considerazione i graffiti e la scrittura cinese dove i caratteri, alcuni molto chiaramente, graficamente rappresentano un’ idea e dalla combinazione di più caratteri si rafforza il concetto, è chiaro che oltre all’estetica per alcuni autori di graffiti è importante la ricerca del significato nel significato.

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Per le strade delle metropoli cinesi si possono trovare graffiti tradizionali, aerosol art, sticker art, poster art, video-proiezioni ed installazioni.

Graffiti nuovo strumento d’istruzione

I graffiti, che prima erano visti unicamente come scritte o segni scomodi, che deturpavano i muri, stanno sempre più assumendo il ruolo di espressione artistica e vengono presi in considerazione come elementi decorativi dai governi locali che vogliono allontanare il grigiore, a volte incancellabile che avvolge alcune città cinesi dove il cielo è un perenne lenzuolo bianco, o dove ancora si trovano i palazzi a mattonelle bianche che a causa delle condizioni atmosferiche spesso assumono tonalità cupe e tetre. Alcuni sono semplice mezzo decorativo, come quelli sui muri che delimitano i cantieri.

Al posto delle più classiche pubblicità, per dare un tocco di vivacità a volte i pittori locali sono invitati a sbizzarrire la propria fantasia o limitandosi a fare opere su commissione. Altri graffiti, voluti dalle istituzioni, vengono utilizzati come strumento culturale. In questo caso si possono trovare raffigurazioni di personaggi storici, letterarie (sul numero di aprile di Planet China vi era una foto che testimoniava un graffito in commemorazione di Lu Xun) ma anche abitudini tradizionali della Cina o dei suoi gruppi etnici.

Ci si può imbattere in vie con realizzazioni a tema norme di comportamento, educazione, igiene, sicurezza. Alcune città hanno infatti deciso di sensibilizzare i propri abitanti non solo con i tradizionali poster o billboard, ma anche grazie a questo forma comunicativa che graficamente si può plasmare ed adattare alle necessità del messaggio a seconda dei target d’età a cui è diretto. I graffiti e i murales non sono in lotta o in conflitto con la società ma collaborano per l’informazione e la formazione collettiva.

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Le gallerie raccontano il rapporto della capitale con i graffiti Per tutto il mese di marzo 2009 si è tenuta a Beijing un’esposizione su come l’arte dei graffiti abbia cambiato socialmente la Cina. Zhang Dali ha presentato 40 graffiti, installazioni, foto, sculture e pitture ad olio che ha realizzato dal 1995 e che descrivono l’evoluzione sociale tramite i graffiti. “Dialogue” ha raccolto 2000 graffiti di teste realizzate per tutta Beijing, presso i mercati e sugli edifici in via di distruzione dal 1998 in poi.

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Indoor graffiti

Il fenomeno dei graffiti dal contesto pubblico si è consolidato anche nella sfera del privato. Alcuni giovani cinesi negli ultimi anni, stanchi di personalizzare le proprie abitazioni con i comuni poster che facilmente possono avere altri connazionali, vedono i graffiti come un’interessante soluzione che può dare un’aria di brio, originalità ed unicità delle proprie pareti. I giovani appassionati di design ed arte, anche ispirati da alcuni film occidentali, ritengono che l’indoor graffiti sia una opzione davvero divertente ed elegante per rendere unico il proprio spazio abitativo.

Dalle sarracinesche dei negozi, dalla porte dei garage, i graffiti sono migrati all’interno di alcuni appartamenti cinesi. I writers che hanno iniziato a realizzare graffiti indoor per sé contemporaneamente stanno offrendo sul mercato i loro servizio di decorazione per il design d’interni. Beijing Youlishe Shouhui, una delle compagnie che offre questo genere di servizi, ha confermato che ogni mese riceve dai 10 ai 20 ordini che a seconda del soggetto e dalla difficoltà possono costare dai 150 ai 300 RMB al metroquadro.

Testo di Dominique Musorrafiti. Questo articolo è originariamente apparso su Planet China 02, luglio 2009

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