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- Cosplay all’Expo di Shanghai
In tempo di crisi economica il mondo dell’entertainment è quello che se la passa meglio degli altri settori, poiché molti per dimenticare i problemi finanziari cercano di rilassarsi.
Vi è chi si distacca assorto in una buona lettura, chi riprende il contatto con la natura, ma vi è anche chi investe i pochi denari andando al cinema, acquistando un videogame o gadget tecnologici a basso costo.
Molte testate infatti hanno riportato che, nonostante la crisi sia persistente e dilagante, gli incassi nei botteghini non sono crollati e gli appassionati di video giochi seguono costantemente gli aggiornamenti in merito alle nuove piattaforme sperando di acquistarle al più presto e di poter sperimentare nuove avventure.
Ma cinema e videogames non sono gli unici settori dell’entertainment, ad essere lievemente sfiorati dalla crisi, vi è anche quello del Cosplay.
Per quanto possa sembrare strano, tutto ritorna alla normalità se si considera che un concorso Cosplay, ben organizzato, può essere il veicolo per una partnership e sponsorship con brands che realizzano piattaforme, case di realizzazione e sviluppatori di giochi, proprio perché molti dei personaggi a cui si ispirano i Cosplayers cinesi sono proprio tratti dai videogames.
Il Cosplay, che è nato in Giappone, è arrivato molto presto in Cina, dato che già nel 2002 veniva fondata la YACA Animation e nell’edizione 2005 del World Cosplay Summit vi partecipava una squadra della mainland.
Punti di contatto concreti per i cosplayers cinesi sono la rivista, cartacea “Coser” e “China Joy”, il principale summit in Cina. Dal 29 luglio al 1 agosto 2010 China Digital Entertainment Expo & Conference (ovvero China Joy) è stato al centro dei riflettori al New International Expo Center di Shanghai.
Se fare il cosplayers, prima era solo una passione (ovvero indossare i panni di un proprio beniamino) ora per alcuni giovani può essere uno sbocco in più.
China Joy è giunto alla sua ottava edizione e sul palco, degli aspiranti vincitori per il miglior costume, si sono esibiti molti giovani in scene d’azione o piccole parodie.
Sul portale cinese IFeng.com, verso gennaio erano apparsi dei post per invitare tutti i giovani cinesi, che sentono la nostalgia dell’infanzia, a trasformarsi nei loro eroi e tentare di vincere il primo premio di ChinaJoy e poter anche finire sulla cover di Coser.
L’invito è stato rivolto anche ai fotografi (specializzati in Photoshop) e ai grafici, poiché quest’anno vi è stato il primo “Cosplay Photography Club Special Awards” che ha premiato chi è stato in grado di riportare l’eroe o l’eroina nella dimensione manga o fantasy, calibrando con le luci e i colori le emozioni del personaggio originale a cui ispirato.
Sono stati invitati anche professionisti quali truccatori, acconciatori, costumisti e tutte le figure possibili che vi potrebbero essere in un backstage di una produzione di Hollywood (NDR Il Cosplay, nasce in Giappone dall’unione delle parole “costume” e “play”sebbene possa essere visto come il carnevale italiano ed il mettersi in maschera, vi sono delle regole fisse: realizzare da soli il proprio costume, o al massimo con l’aiuto di parenti o amici, interpretare figure giapponesi inerenti a manga e videogames.)
Per i Cosplayers cinesi interessati a qualificarsi nella gara erano richieste un minimo di 10 foto, il team di produzione o lo staff grafico e creativo e una circolazione adeguata del materiale fotografico. Inoltre non erano consentiti dal regolamento Cosplay su tema violenza, conflitto e contestazione contro la legge (NDR. la maggior parte delle storie fantasy, a cui si ispirano molti cosplayers cinesi, rappresentano delle lotte contro il potere ed inevitabilmente il protagonista è un violento, ma valoroso, guerriero), sul sesso (NDR. Buona parte dei manga nipponici, hanno continui riferimenti sessuali, più o meno espliciti).
Ma la volontà cinese di slegare il Cosplay al “fai da te” (NDR. Come prescrive la prima regola nipponica) e l’assorbimento dei richiami al Giappone, non solo hanno portato i fortunati finalisti ad esibirsi all’Expo di Shanghai, ma ha lanciato il segno di un crescente mercato cinese volto nel settore dell’entertainment.
La recitazione si sposta dai teatri ai parchi tematici per raggiungere i summit, tutto ciò che poteva essere dietro le quinte ed organizzato da una compagnia teatrale ora si può trovare anche alle convention dei nuovi software. Forse bisognerebbe avvisare alcuni attori squattrinati che le terre promesse sono altrove!!!





Foto: Chinajoy.net

Ciao! My name is Dominique. I’m Italian and I’m proud to be a mix. My father was an Italian chemical engineer and high school teacher, with Greek and Polish heritage. My mother is Haitian, she was high school language teacher, with Dominican, Spanish, French, Portuguese, African and Native American heritage. Being a mix makes me appreciate to want to understand different cultures and lifestyles. I grew up in Italy, lived few years in Haiti, travel around main European capitals, lived seven years in China, six in Spain and UK. Traveling makes me feel that we can learn something from every situation in every part of the world.