3 parchi a tema da evitare a Pechino

Parchi tematici in Cina

Chi desidera visitare un parco a tema, per lo più lo sceglie in base ai propri gusti personali e si aspetta di trascorrere una piacevole giornata e di poter usufruire dei servizi che il parco garantisce e promuove.

Accantonando parchi come quelli della Disney e quelli con strutture balneari acquatiche, in tutti gli altri ci si aspetta di vedere sculture o edifici originali, affrontare percorsi interessanti, istruttivi e ludici, come ad esempio avviene alla “Cité des Sciences et de l’industrie de Paris la Villette” o in altri parchi a tema in giro per il mondo.

Parchi tematici in Cina da evitare

In questo 2010 a Beijing sono stati aperti nuovi parchi a tema attorno al villaggio Olimpico e la stampa locale ha elogiato l’iniziativa volta a creare parchi ludici e didattici, ma le recensioni dei visitatori sembrano testimoniare un vero e proprio flop. Le prime due recensioni che vi sottoponiamo arrivano da Beijinger che ha visitato in questo periodo “The Green Dream Park”, da pochissimo aperto ed il  “Dino Dino Dream Park”, mentre la terza è del Global Times che ha visitato “Chocolate Dream Park”. (NDR Molto probabilmente il termine ricorrente “Dream” è un’eredità dello slogan delle Olimpiadi di Beijing 2008 “One World, One Dream” I parchi infatti sorgono tutti  intorno al villaggio Olimpico)

The Green Dream Park” realizzato per promuovere la consapevolezza del cambiamento climatico e la tutela dell’ambiente, promette alcune attività fai da te e la possibilità di rilassarsi in apposite aree con divani, in carta riciclata, della capienza di più di 10 persone (NDR “Flexible love Chair” progetto di design realizzato dal creativo taiwanese Chishen Chiu). Due bloggers di Beijinger hanno voluto controllare di persona. Con difficoltà, grazie alla guida di una signora che li ha accompagnati fino all’ingresso, sono riusciti ad avventurarsi nel parco. Dopo aver pagato un biglietto di 80 RMB, mentre il venditore ridacchiava, raccontano di essersi trovati davanti ad una realtà molto simile a quella dei documentari della Corea del Nord, dove vengono mostrate in vetrina bizzarre attrazioni in un ambiente desolato. Questa sensazione estraniante è stata enfatizzata anche dall’inquitante sistema di sicurezza che allarmava i visitatori con un cartello “Attenzione terroristi!” e successivamente i malcapitati venivano catapultati in uno scenario deserto con un sottofondo musicale in stile Gameboy anni ’90 in loop continuo ed un corpo di ballo che ballava a ritmo di una coreografia random. Riferiscono che il personale vestito da mascotte non sembrava molto entusiasta, proprio perché una “divisa” da lavoro del genere, nella calda estate di Beijing oltre ad essere una sauna è un vero e proprio strumento di tortura. I bloggers di Beijinger hanno inoltre riferito di come i buoni propositi del management del parco, menzionati dal ChinaDaily, siano molto lontani dalla realtà offerta al visitatore. Gli stili di vita salutari e sostenibili vengono promossi come se il riciclaggio e l’ecologia come uno scenario da terzo mondo. Inoltre l’uso continuo dei condizionatori d’aria, porta i visitatori a prendere poco sul serio le targhe dove viene spiegata l’importanza della conservazione della terra dall’inquinamento. Le attività fai da te si sono rivelate non incluse nel biglietto, infatti con un surplus di 35 RMB è possibile decorare un vaso e piantarvi un seme dentro (NDR questo genere di fai da te lo si può trovare in alcuni parchi cinesi ad ingresso gratuito dove per soli 10 o 20 RMB si possono decorare vasi e statuette di ogni dimensione, quest’attività viene per lo più promossa per il target dei più piccoli) o realizzare per 8 RMB una cravatta con pezzi di stoffa … L’unica attività gratuita, (NDR speriamo aumentino) era una macchina con un braccio meccanico a gru che invitava i visitatori a prendere delle lattine vuote per poi inserirle in un’altra macchina che avrebbe ricompensato con delle monete. Infine, dell’area relax con i divani, annunciata da Tina Zheng, general manager del progetto, sembra non esservi alcuna traccia e neppure il personale sa nulla di questa zona per rilassarsi. I bloggers concludono dicendo di essersi divertiti molto di più nell’imbattersi nei Chinglish gratuiti durante il loro girovagare alla disperata ricerca dell’ingresso del parco.

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Dopo una settimana, hanno voluto dare un’occhiata al “Dino Dino Dream Park” che si trova al lato opposto del “The Green Dream Park”. Al costo di 90 RMB (9 euro) sono stati travolti da una vibrante musica dance elettronica che li introduceva nel regno dei dinosauri con un forte ruggito in background. Un gigante robot T-Rex è la principale attrazione, poiché la tenda del “club del giovane Darwins” si è rivelata uno stabile dove vi sono unicamente murales che raffigurano dinosauri.
Per un pubblico di bambini vi è l’esibizione di dinosauri robotici catalogati a seconda della provenienza della propria nazione, mentre per gli adulti può risultare più interessante il percorso dei fossili, nel fondo scala, ma non è chiaro se siano autentici. A quanto pare dovrebbero essere in mostra temporanea per gentile concessione dell’Istituto di Paleontologia dei Vertebrati e Paleoantropologia, ma ciò che mette in dubbio sull’autenticità o meno è il fatto che i reperti siano incustoditi, ovvero lasciati fuori casualmente e la maggior parte non presenta neppure una traduzione in inglese, al contrario degli oggetti nella sezione robotica che erano presentati sia in cinese che in inglese. Un’altra mostra proponeva i modelli degli scheletri dei dinosauri cinesi, specialmente provenienti da Xinjiang e Sichuan, con domande in inglese, ma con le risposte unicamente in cinese. E’ curioso sapere che il percorso si conclude con un cartello dove viene menzionato che i visitatori possono lasciare lo showroom poiché in Cina non vi sono mai stati i T-Rex. Il parco mette a disposizione anche aree adibite ai bambini, con spazi ludici slegati al tema dei dinosauri  accessibili al costo di 10 RMB. Vi è una parte del parco con delle giostre e musica elettronica, ma durante la visita dei bloggers, delle 6 attrazioni ve ne era solo una in funzione, quella per il lancio di 4 palline nel vaso alla modica cifra di 10 RMB. Realizzando due o tre centri è possibile vincere un ditale a forma di dinosauro, mentre con tre o quattro centri un pupazzetto a forma di dinosauro. Inoltre vi è la possibilità di vedere un film in 3D sui dinosauri pagando un extra di 35 RMB e sono in vendita giocattoli tematici a partire da 60 fino a 300 RMB. In somma il parco che era stato presentato come un’area per tutte le età si si rivela un luogo molto più adatto ai bambini che per degli adulti veramente interessati ai dinosauri.

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Persino “Chocolate Dream Park” (ingresso 80 RMB), realizzato agli inizi del 2010 ha vissuto un esordio non proprio dei migliori, dal momento che da subito, come è accaduto per i parchi precedentemente citati sembra che vi siano state alcune crepe nei “sofisticati” controlli.  Le immagini che hanno presentato questo paradiso del cioccolato, nei sogni dei più golosi diventavano la materializzazione concreta della fabbrica del cioccolato di Willy Wonka. Ma la visita dell’inviato del Global Times spezza la suggestiva magia e riporta la fantasia e la mente alla dimensione reale. Quando Andrew Tait, a febbraio, è entrato nell’area denominata “Museo delle dolci esperienze”, forse pensando di pregustare caramelle dai gusti esotici ed il tanto pubblicizzato cioccolato del Belgio, si è trovato di fronte a delle macchine con un cartello con la scritta “Fuori Servizio” e chiedendo al personale quando sarebbe stato risolto il problema, si è sentito rispondere che non avevano nessuna idea in merito di quando sarebbero ritornate in funzione e neppure di cosa vi fosse di non funzionante. Tutto ciò che sapevano è che erano rotte da giorni. Sherry Wung, PR manager dell’Artsource Planny Company di Beijing che si occupa del parco ha riferito al Global Times che le caramelle venivano distribuite gratuitamente poiché pagare un negozio e il Fai da te costa troppo. Ma sembra che non si siano considerati i potenziali rischi per la sicurezza nell’offrire in questo modo le caramelle. In un’altra area, dove un grande cartello annuncia ai visitatori “Impronte delle celebrità, indovinate quali sono i personaggi famosi che sono cresciuti a stretto contatto con il cioccolato!” non vi è praticamente nulla. Un membro del personale, alle domande si Andrew Tait, sul significato del cartello, ha risposto di non sapere alcunché, dal momento che era al primo giorno di lavoro. I più esperti hanno aggiunto che il cartello non significa proprio nulla e non ha alcun scopo se non quello di essere un cartello. Wung, in merito alle domande sui criteri di selezione e formazione dello staff, ha risposto all’inviato che vi sono training quotidiani per l’aggiornamento. Lo staff per il manager, sta affrontando un percorso continuo di perfezionamento, la loro forza è nell’essere teenagers, e perciò predisposti all’apprendimento ed in grado di seguire bene i propri superiori. Tait riferisce inoltre che Tina Zheng, general manager del parco, a settembre 2009 aveva annunciato che vi sarebbero stati prestigiosi marchi di produzione Europea, provenienti da Belgio, Svizzera ed Italia, ma dopo l’apertura del parco non ha mai più menzionato i potenziali espositori. Wung invece ha spiegato che il parco non ha molti molti sponsor e neppure investitori e per questo hanno dovuto anticipare loro stessi la maggior parte dei soldi. Riferisce inoltre di aver contattato molte società, ma di aver ottenuto poche risposte. Ferrero, Lindt, Epson, BMW e Xiang Rong Jewelry sarebbero dovuti essere dei possibilli sponsor. La struttura è stata sostenuta attraverso risorse pubbliche e sponsorizzazioni statali. Wung  crede che Beijing abbia necessità di migliorare la sua immagine e che in città vi sia una mancanza di “dolcezza” e per questo è giunta l’idea di distribuire “dolcezza” a Beijing per poter quindi unire le persone. Ma Wung ha anche  ammesso che nei piani di orientamento di mercato per l’utilizzo dell’area il governo attorno all’area Olimpica preferiva delle strutture commerciali. Curiosa una scena a cui assiste Tait, all’interno del “Chocolate Dream Park”: un onesto guardiano urla ad un visitatore che ha dimenticato il portafogli ad uno stand informativo “Non dimenticare il tuo portafoglio. Spendi tutti i tuoi soldi con noi!”.
Allo stato attuale, luglio 2010, il sito ufficiale del parco è fuori uso http://www.chocolatewonderland.com.cn/ e dalle foto su China.org vi è un’esplicita testimonianza di quanto il parco non sia proprio unicamente a tema  cioccolato e dolci poiché al suo interno si possono trovare anche delle bizzarre ed insolite composizioni. Queste foto infatti compaiono senza alcuna didascalia o indicazione sul motivo della loro collocazione all’interno del “Chocolate Dream Park”.

Parchi tematici in Cina
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Le foto di China.org:
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La triste realtà di alcune strutture turistiche in Cina, nelle quali si è investito molto sia nella realizzazione che nella promozione, è quella di trasformarsi in progetti fallimentari poiché vi è una mancata cura e continuità del servizio a causa di una parte del personale interessato al proprio lavoro come lo può essere un vegetariano nei confronti di un piatto di filetto di manzo. Questo tipo di personale è quello che rovina lo sforzo dei più volenterosi ed attivi nel proprio lavoro, anche perché li obbliga a fare il doppio o il triplo di quello che sono i propri compiti. A volte possono finire quindi ad improvvisare in settori in cui non hanno la benché minima competenza. Visite interessanti e a colpo sicuro in Cina sono garantite nei parchi naturali, nei templi con parco o ai monumenti storici. Offrono costi d’ingresso talvolta più bassi di quelli citati, senza extra o spese aggiuntive all’interno. In questi parchi la flora è sempre molto bella e curata  e si possono ritrovare l’arte cinese classica, la spiritualità, la saggezza del Feng-shui e l’armonia con la natura.

Parchi recensiti da: Beijinger e Global Times
Foto: Morgan Welch e China.org

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