Il toccante discorso di Han Han all’Università di Xiamen: ecco perché la Cina non può essere una potenza culturale

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Il lucido discorso di Han Han, blogger e pilota cinese, nonché una delle personalità più influenti al mondo secondo la recente classifica stilata dal Times, all’università di Xiamen, sul desolante stato della cultura in Cina.

Ciao a voi. E’ la seconda volta che vengo a Xiamen, l’aria è pulita, non mi stupisco perché piaccia a tutti. Solo adesso, ora che il signor Deng ha menzionato qualcosa riguardo al patriottismo, mi sono venute in mente un paio di frasi, non mie, ma di qualcun altro. La prima è “Il patriottismo è l’ultimo santuario dei falliti“, e la seconda è “il vero patriottismo è proteggere il paese da qualunque tipo di persecuzione del governo“.

Oggi mi sono preparato un discorso, ho portato un canovaccio, per trattenermi nel caso che voi veniate perseguitati per il mio discorso irresponsabile.

Cominciamo.

Dirigenti, insegnanti e studenti: Ciao. Sapete perché la Cina non potrà diventare una potenza culturale? Perché nella maggior parte dei nostri discorsi, i “leader” vengono sempre prima, e i nostri leader sono tutti illetterati. Oltretutto, sono spaventati dalla cultura (o dalla conoscenza), ma il loro lavoro è di censurare la cultura, così possono controllarla. Come può un paese (controllato da queste persone) diventare una potenza culturale? Cosa dite voi leader?

Per la verità la Cina avrebbe il potenziale per diventare un personaggio culturale importante, ma lasciatemi raccontare una storia. Sono stato redattore capo per un magazine che non siamo stati in grado di pubblicare fino ad adesso. La costituzione ci dona il diritto di libertà di stampa, ma da un altro lato le nostre leggi permettono ai nostri leader di impedirvi di esercitare questo diritto. Qualcosa nel magazine non ha superato il vaglio della censura:  c’è un fumetto con un uomo nudo. Ovviamente questa cosa è insopportabile, perché le leggi e le regolamentazioni rilevanti specificano che non possiamo mostrare “parti private” su giornali pubblici; questo lo posso capire, così abbiamo deciso di coprire le “parti private” con un bel super logo del nostro magazine (nell’originale Han Han affermava di aver coperto la parte centrale). Improvvisamente l’editore e i censori hanno detto che non andava bene ugualmente, perché “ora che lo hai coperto, sembra una satira verso la commissione centrale del partito (dang3 zhong2yang2 e dang3 zhong2yang2, il primo “coprire la parte centrale” e il secondo “commissione centrale del partito”, si pronunciano allo stesso identico modo).
La mia reazione è stata proprio come la vostra: sono stato folgorato da questa riflessione. Ho pensato, cari amici, sarebbe magnifico se voi investiste così tanta brillante immaginazione nella creazione letteraria ed artistica anziché nella censura.

Questa storia ci insegna che la genta è davvero piena di immaginazione. Naturalmente un sacco di cose rimarranno racchiuse nelle nostre menti, non possiamo portarle fuori, non possiamo scrivere di esse, e la maggior parte delle volte non possiamo neppure parlarne. Sopportiamo troppe restrizioni. Se questa è una nazione censurata (come un film censurato), com’è possibile incoraggiare una cultura abbondante? Sono un compagno con relativamente poche restrizioni, ad ogni modo quando scrivo non posso che impedirmi di pensare ai nostri leader, ai poliziotti, alle politiche, ai regolamenti, alle leggi; devo necessariamente evitare molte storie, il Tibet, Xinjiang, le manifestazioni; e non posso toccare neanche altre manie: pornografia, boicottaggi, le arti. Di certo l’eleganza è una cosa in cui sono inetto. Sono davvero incapace in questo settore, io non sono come Yu Qiuyu.

Gli articoli che pubblico per la rete sono piuttosto liberi. Molti sceneggiatori che conosco però, come Ning Caishen che scrivono opere teatrali o qualche dramma, ne soffrono ben di più. Non riesco ad immaginare come un paese con un ambiente culturale come questo possa mai diventare una potenza culturale. A meno che che sul pianeta terra non rimangano che Cina, Nord Corea e Afghanistan. Nella Nord Corea la cultura è proibita. In Afghanistan non è ancora possibile fare cultura giacché la loro situazione politica è instabile. Ma nonostante la guerra, loro hanno avuto uno scrittore che ha pubblicato “The Kite Runner”, ma il libro purtroppo non è stato pubblicato in Afghanistan. Non penso che l’Afghanistan ci metterà molto a superare la Cina una volta sistemati i problemi interni.

Non dobbiamo appiattirci sui quattro grandi classici o su quelle cose di Confucio ogni volta che siamo chiamati ad una comunicazione internazionale; sarebbe come se in un appuntamento alla cieca con una ragazza, lei vi chiedesse come siete messi economicamente, e voi rispondeste: “Bè, i miei antenati sono ricchi”. E’ una cosa del tutto inutile. (…)

Da un altro punto di vista noi siamo molto più forti della Nord Corea, perché sappiamo com’è; credo che voi non siate azzittiti, siete solo armonizzati, tutto qui. Nella storia dell’epurazione della pornografia in Cina, penso che molti di voi sappiano – dopotutto siete degli studenti universitari, sebbene queste cose non appaiano nei testi scolastici di oggi – che Teresa Teng e Li Wen Cheng venivano considerate pornografiche, basse e oscene. Più tardi, quando l’intera nazione ha cominciato ad ascoltare le loro canzoni, immediatamente non sono più state considerate oscene. Solo quando combattiamo contro la censura della cultura, le nostre frasi e parole libere, eccetto quelle contro l’uomo, possono permetterci di dare vita ad una potenza culturale. (…)

Così penso che ogni addetto della stampa, i nostri studenti, i nostri insegnanti, tutti coloro che amano la cultura compresi i webmaster, possano dare il loro contributo per diminuire la pressione della censura e far si che le parola e la rete siano libere. Spero anche che i nostri leader – ricordate che loro sono molto diversi da voi – e il nostro governo possano essere abbastanza sicuri di sé da poter permettere una crescita culturale. So che ai nostri leader piace esportare la nostra cultura, questo è ciò che contraddistingue una nazione potente, ma il problema è che questa nostra cultura è troppo debole per poter essere esportata. Quando i nostri autori si mettono a scrivere, si auto censurano ogni secondo, come si può presentare un lavoro decente in queste circostanze? (…)

Se la Cina sia un giocatore forte proprio non lo so, non si può giungere a nessuna conclusione fino a che le nostre real estate non falliranno; ma se uno stato cresce culturalmente, si potrà avere finalmente un paese davvero potente in tutti i sensi, e non vedo rischi di bancarotta per una nazione del genere. Lasciatemi tornare a quella lista di parole censurate. Più lunga sarà quella lista, più debole sarà la nostra cultura. Ma i nostri governanti possono giustificarsi, vi diranno che devono proteggere i nostri teenager per mantenere la nostra società stabile. La cultura è senza confini, così loro si sentono in diritto di bloccare ogni informazione culturale che possa ferire i nostri giovani e sabotare la stabilità sociale. Se voi acconsentite a questo, allora un giorno, presto o tardi, quando vi arrabbierete contro i maltrattamenti da voi subiti, vi troverete impossibilitati a parlare perché siete delle minacce alla stabilità sociale. Alla fine, chiunque rappresenti una minaccia per il partito, o per i loro privilegi, verrà condannato con l’accusa di volere danneggiare i giovani e di voler sabotare la società.

Se diveniamo favorevoli alla Grande Muraglia Digitale, scopriremo che non  è solo la nostra cultura a perire. Così ragazzi, facciamo si che questo giorno non debba mai giungere, altrimenti diventeremo delle barzellette negli ebook di storia dei nostri pronipoti.

Grazie a tutti!

Fonte: Chinahush

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