Recensione di ‘Tanguy’

“Sei così adorabile… Se lo vuoi, potrai restare a casa per sempre…” Questa frase pronunciata dalla neomamma, inevitabilmente segna la vita del bimbo a cui è stato dato nome Tanguy. Infatti questa dichiarazione d’amore al piccino è profetica : dopo 28 anni Tanguy abita ancora con i genitori.

TANGUY di ETIENNE CHATILIEZ (2001)

Durata 110′
Origine Francia
Produzione TELEMA – LES PRODUCTIONS DU CHAMP POIRIER – TF1 CINEMA – TPS CINEMA
Distribuzione LUCKY RED
Attori Andre’ Dussolier, Sabine Azema, Eric Berger, Helene Duc
Soggetto Yolande Zauberman
Sceneggiatura Etienne Chatiliez, Laurent Chouchan
Fotografia Philippe Welt
Musiche Pascal Andreacchio
Montaggio Catherine Renault
Scenografia Stephane Makedonsky
Costumi Elisabeth Tavernier

“Sei così adorabile… Se lo vuoi, potrai restare a casa per sempre…”questa frase pronunciata dalla neomamma, inevitabilmente segna la vita del bimbo a cui è stato dato nome Tanguy, infatti questa dichiarazione d’amore al piccino è profetica : dopo 28 anni Tanguy abita ancora con i genitori. Calmo, tranquillo, intelligente, parla il cinese e il giapponese con disinvoltura, ha una passione per la filosofia orientale, ha ottenuto già due lauree, ed ora è in procinto di prenderne un’altra in Lingua e Letteratura Cinese. Vive sereno nella casa dei suoi genitori, partecipa alla loro vita sociale e alle loro feste, dove emerge la sua cordialità e la brillante capacità di rapportarsi con gli altri. Tanguy si è prefisso di partire per un lavoro a Pechino solo dopo la tesi, ma per ottenere un ottimo risultato decide di evitare di rovinare per la fretta il lavoro svolto e perciò rimandarla ad un’altra sessione, un anno e mezzo dopo.

La notizia crea un senso di soffocamento nella madre che ormai non sopporta il fatto che il figlio continui ad abitare con la famiglia togliendo a loro qualsiasi momento di intimità ed è anche ogni giorno più insofferente del continuo via vai di ragazze occasionali, orientali e non, portate per la notte e che poi presenta ai genitori la mattina dopo a colazione: ormai lo odia. Il padre che apparentemente sembrava tranquillo, decide di appoggiare un diabolico piano della madre per fare in modo che il figlio trovi la vita con i genitori insopportabile e decida così di abbandonare la loro casa di sua volontà: inizia una serie di dispetti e piccoli incidenti a danno di Tanguy.

Ma neppure ciò funziona, decidono di affittare un mini appartamento che lo vede ospite per pochi giorni poiché viene preso da continue crisi e dolori che dopo alcuni ricoveri in ospedale convincono i genitori a riprenderlo con loro. Il ragazzo inizia un lavoro come precettore e guadagna moltissimo ma non dice nulla alla famiglia che quando scopre quanti soldi è riuscito a mettere da parte decide di cacciarlo definitivamente di casa, ma Tanguy dopo aver citato in tribunale i suoi genitori ottiene di poter ritornare a vivere con loro.

Ormai, il padre, sempre più infastidito e disperato , su consiglio del giudice, cerca di assoldare due malviventi per far picchiare Tanguy, ma è tardi, di sua volontà ha deciso di partire per Pechino. Dopo un pò di tempo i genitori ricevono sue notizie e partono per la capitale cinese per andarlo a trovare. Finalmente Tanguy è diventato un uomo indipendente, si è sposato e sta per diventare padre. Ha finalmente realizzato anche il suo sogno di vivere in famiglia poiché oltre alla moglie cinese e al futuro nascituro abita in una vecchia casa tradizionale con tutta la famiglia della sposa.

La pellicola incalzante non dà mai occasione di calo dell’interesse per la vivacità nel trattare una storia sociologica che può ricordare molti casi contemporanei di studenti, ma allo stesso tempo diventa una commedia dell’assurdo, nel più puro stile del cinema francese. La trasformazione dei due genitori, dapprima amorevoli e tolleranti, poi belve spietate, prepotenti e senza scrupoli, è dinamica ed esilarante.

La nonna personaggio che cerca inizialmente di far capire al figlio e alla moglie che il nipote è ormai giunto all’età di lasciare il nido, risulta diabolica nei suoi consigli, ma dopo il suo incidente avvenuto alla partenza di Tanguy si rivela desiderosa delle stesse attenzioni e comodità che criticava all’eterno studente. Il film in certi momenti è cinico e politicamente scorretto, il giudice lo mette in risalto, proprio lui che dorme nel lettone con moglie e figli, ed anche lo psicologo che dà i soldi alla figlia pluritrentenne. Momenti esilaranti sono Tanguy, che dorme in culla ed è custodito da una babysitter, espediente inutile tentato dai genitori disperati per umiliarlo. La storia è più simile ad una barzelletta che ad un film. La fotografia è semplice e sobria.

Dominique Musorrafiti

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