Recensione de ‘L’uomo di Hong Kong’

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Chi ha detto che i soldi danno la felicità? Forse costui avrebbe dovuto incontrare Arthur, un ricco trentenne parigino che in una settimana ha tentato per oltre nove volte il suicidio.

L’UOMO DI HONG KONG – Les tribulations d’un Chinois en Chine di Philippe De Broca (1965)

Durata: 110′
Origine:
Francia Italia
Produzione:
ALEXANDRE MNOUCHKINE/GEORGES DANCIGERS
Coproduzione:
ARIANE ARTISTES ASSOCIES (PARIS) VIDES (ROMA)
Distribuzione:
DEAR UA
Tratto:
da un romanzo di Jules Verne
Montaggio:
Francoise Javet
Sceneggiatura:
Daniel Boulanger, Philippe De Broca
Fotografia:
Edmond Sechan
Interpreti:
Jean-Paul Belmondo, Ursula Andress, Valerie Lagrange, Jess Hahn , Darry Cowl, Mario David, Vladimir Inkijinoff, Maria Pacome, Jean Rochefort, Joe Said
Effetti:
Gil Delamare, Georges Iaconelli
Musica:
Georges Delerue

Chi ha detto che i soldi danno la felicità? Forse costui avrebbe dovuto incontrare Arthur, un ricco trentenne parigino che in una settimana ha tentato per oltre nove volte il suicidio. Nonostante sia in giro per il mondo in barca con il fedele amico Cornelio, la fidanzata Alice, la futura suocera Susy, il devoto valletto Leone e con l’amico filosofo cinese Mr. Goh, si sente terribilmente annoiato ed infelice. Ma con l’approdo della barca ad Hong Kong, il pepe che mancava sembra finalmente giungere: il suo amministratore Biscoton lo avverte che ha perso il suo patrimonio.

Arthur decide di impiccarsi, ma Mr. Goh lo distoglie, promettendogli che troverà modo di provvedere al suo assassinio. Arthur accetta e decide di fare una assicurazione per un mese con scadenza primo gennaio, che renda 1 milione di dollari dopo la sua morte sia per Mr. Goh che per Alice. Firmato il contratto perde di vista l’amico filosofo nei vicoli di Hong Kong. Cercandolo finisce in un tempio buddhista dove spaventato dallo scoppio di alcuni petardi vede due uomini loschi con occhiali scuri che si dirigono verso di lui. Fugge sperando di ritrovare l’amico. Più tardi lo trova in una sala massaggi, ma inizia ad avere paura e timore di lui.

Escono assieme ed Arthur per poco schiva un attentato. Tra fughe per la città finisce in un locale dove vi è una ragazza francese che fa lo strip al contrario. Ancora inseguito finisce nel camerino della giovane, Alexandrine, che decide di aiutare lui ed il valletto Leone, che condivide con Arthur la fuga. Anche lei fa il giro del mondo ed il suo sogno è quello di scrivere un libro. Neppure il tempo di una tranquilla cena che riappaiono i due loschi personaggi. Arthur innamorato decide che non è più tempo per morire e cerca l’amico Mr. Goh per rompere il patto, ma ahimè scopre che egli è partito per l’Himalaya. Deve avvertirlo: tra voli in India ed aerei sgangherati giunge con Leone in un villaggio pieno di bambini caprette, dove ha fatto tappa il professor Prosevasky, il quale sta facendo il giro del mondo in mongolfiera. Anche qui però vi sono i due tipi loschi che lo seguono. Disperati tra varie difficoltà giungono in un villaggio di tibetani, ma in un tempio buoi si ritrovano presto circondati da torce e da uomini che vogliono sacrificarli. Riescono a liberarsi devastando la cerimonia.

Durante la loro fuga per la salvezza vedono nel cielo la mongolfiera. Solo dopo esservi saliti scoprono che sulla vi sono sopra i due tipi loschi, i quali rivelano di essere agenti al servizio della compagnia di assicurazione. Sanno che Mr. Goh non si è mai mosso da Hong Kong. Quando Arthur lo incontra non si rende conto che ora è la futura suocera, interessata all’assicurazione, a volerlo morto. Ingaggia un sicario che fa affiggere per tutta Hong Kong foto segnaletiche di Arthur. Ancora braccato si rifugia da Alexandrine. Tra salti, acrobazie, tetti, impalcature ed il pugno di una venditrice anziana di uova, semina gli inseguitori, ma attira l’attenzione della polizia locale: Arthur, Alexandrine, Leone finiscono in prigione. Tra le sbarre Arthur dichiara a lei i suoi sentimenti.

Fuori dalla cella lo attendono ancora i sicari. Tra sparatorie, esplosioni, trovano una barca per portali in salvo: mancano solo due giorni alla fine del contratto assicurativo. Paradossalmente la barca è del sicario. Si gettano in mare, ma si disperdono. Alexandrine ed Arthur finiscono in un isola paradisiaca. La serenità però scompare quando arrivano i due bodyguard, ed anche il sicario. I quattro si inoltrano nella foresta dell’isola, si separano. Arthur e Alexandrine riescono a fuggire con l’aiuto di Cornelio e Leone, il quale annuncia la sua intenzione di sposare Alice. Tutti sembrano poveri ma felici: Arthur con Alexandrine, Leone con Alice, Cornelio con Susy, ma Biscoton arrivando, circondato dalla sua numerosa famiglia sino-occidentale ed avvertendo Arthur che il suo patrimonio non è finito, dipinge una cupa depressione sul volto del trentenne.

Questa pellicola ricca di avventure in varie località dell’Asia, sceglie come principale scenografia Hong Kong, la quale appare in tutta la sua bellezza. Case, barche, vicoli ricchi di gente, mercati di verdure ed abiti, insegne luminose, brulicano numerosissime. Gli inseguimenti ed incidenti, sembrano essere studiati tutti per mostrare le particolarità e caratteristiche della città. La magia delle peripezie ed il trovato amore nella colonia britannica, avevano cambiato Arthur, ma la notizia della mai perduta ricchezza lo sconvolge. Per lui il proverbio che il filosofo Mr. Goh cita, “La sfortuna è germe della beatitudine” risulta essere fonte di verità. Era più divertente scappare per le strette stradine ed improvvisarsi acrobata per i tetti e le impalcature o travestirsi da donna o da pagliaccio nel tentativo di passare inosservato. Le scene sono girate molto bene, specialmente quelle d’azione degli innumerevoli inseguimenti.

Dominique Musorrafiti

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