Recensione di DRAGON: THE BRUCE LEE STORY

Bruce Lee cittadino americano, nato nella Chinatown di San Francisco, di origine di Hong Kong, passa gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza nella patria dei genitori fino ai diciotto anni.

DRAGON: THE BRUCE LEE STORY
di ROB COHEN (1993)

Durata: 115′
Origine: USA
Produzione: MCA / UNIVERSAL
Produttore: Raffaella De Laurentiis
Produttori associati: Kelly Breidenbach, Charles Wang, Hester Hargett .
Cooproduttore: Rick Nathanson
Produttori esecutivi: John Badham, Dan York
Produzione Management: Wan Allen, Raffaella De Laurentiis
Distribuzione: CIC – COLUMBIA Tristar
Soggetto: tratto dal libro “BRUCE LEE: THE MAN ONLY I KNEW” di Linda Lee Cadwell e dalla biografia di Robert Clouse
Sceneggiatura:Rob Cohen, Edward Khmara, John Raffo
Fotografia: David Eggby
Interpreti: Jason Scott Lee, Lauren Holly, Robert Wagner, Michael Learned, Nancy Kwan, Kay Tong Lim, Ric Young, Aki Aleong, Eric Bruskotter, John Cheung, Sam Hau, Sterling Macer Jr., Ed Parker Jr., Ong Soo Han, Sven-Ole Thorsen, Luoyong Wang, Chao Li Chi, Iain M. Parker, Sam Hau, Michelle Tennant, Clyde Kusatsu, Alicia Tao, Kong Kwok Keung, Johnny Cheung, Anthony Carpio, Chan Tat Kwong, John Lacy, Harry Stanback, Michael Cudlitz, Forry Smith, Sean Stanek, Van Williams, Alan Eugster, Paul Raci, Ed Parker Jr., Shannon Lee, Robert Garrett, Lala Sloatman, Fu Suk Han, Nick Brandon, Louis Turenne, Paul Mantee, Jonathan Penner, Jan Solomita, Shannon Uno, Rob Cohen, Lau Pak Lam, Johnny Mask
Montaggio: Peter Amudson
Assistenti alla regia:Herb Gains, Hester Hargett, Chitra F. Mojtabai
Direzione artistica: Ted Berner
Art design: Kevin Hughes, Cathy Mantych, Michele Spadaro
Produzione design: Bob Ziembicki
Musiche Originali: Randy Edelman, Robert Randles
Suoni: Elton Ahi, David Franklin Bergad, Mark Berger, Tom Hartig, Ling Ling Li, Marnie Moore, Jennifer Myers, Steve Nelson, John Nutt, Margie O’Malley, Robert Randles
Scenografia: Bob Ziembicki
Costumi: Carol Ramsey
Decorationi: Dayna Lee
Trucco e Parrucco: James Ryder
Effetti Speciali: William H. Schirmer
Effetti Visivi: David Emerson, Peter Kuran, Kevin O’Neill, Pam Vick
Coordinatori stuntmen: Steven Lambert, Merritt Yohnka
Stuntmen: Calvin Bartlett, Jeff Cadiente, Darryl Chan, Ching Wai Chung, John ‘Doc’ Elliott, Dane Farwell, Al Goto, Peter Lai, Will Leong,Chad Randall, Danny Wong

Bruce Lee cittadino americano, nato nella Chinatown di San Francisco, di origine di Hong Kong, passa gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza nella patria dei genitori fino ai diciotto anni. Decide di far ritorno nella nativa America; qui, per pagarsi gli studi universitari, lavora presso un ristorante diretto da Gussie Yang. Si laurea in filosofia e si dedica con passione e dedizione nella pratica delle arti marziali. La sua bravura nel kung-fu, nello stile Wing-Chun, lo porta presto ad avere degli allievi ed ad aprire due palestre dove il suo insegnamento è volto indiscriminatamente a qualsiasi persona.

Il suo primo allievo Jerome con il passare del tempo assume anche il ruolo di migliore amico. La figura di Bruce acquista ogni giorno sempre più carisma ed energia vitale. Una giovane ragazza, Linda, riesce a catturare il cuore di Bruce. I due si innamorano e sono pronti a condividere le loro vite nonostante gli ostacoli posti dalla madre di lei. Si sposano e sigillano il loro amore dando alla luce a distanza di quattro anni tra loro due bambini: Brandon e Shannon. In questi anni partecipa a vari combattimenti, per i quali si è sempre preparato con energia ed impegno, ma durante un incontro con un avversario poco corretto, rimane gravemente infortunato e costretto ad un prolungato periodo sulla sedia a rotelle. Riacquistato l’uso delle gambe e tornato ad Hong Kong, Bruce ha un periodo di grande fama dovuta ad una serie di film che ha girato sul kung-fu.

Noto a livello internazionale Bruce decide di firmare un contratto con un produttore americano per un importante pellicola sceneggiata appositamente per lui. Ma durante le ultime settimane di lavorazione ad Hong Kong, i fantasmi che hanno sempre popolato i suoi incubi si ripresentano in un gioco di specchi per appropriarsi della sua vita: il 20 luglio del 1973 muore a trentadue anni.

La pellicola girata tra Hong Kong, Macao e l’America narrando della vita di Bruce Lee riporta e risottolinea una delle sue idee, cioè che l’arte del kung-fu è un’arte disponibile ed accessibile a tutti, non è un’esclusiva dell’oriente e per questo egli per renderla ancora più vicina ha applicato delle variazioni tecniche che però lo hanno messo in cattiva luce con alcuni tradizionalisti. Il suo pensiero è in perfetto stile con la genuina filosofia cinese antica, si sente fortemente che egli si fa veicolo di una tradizioni di valori e lealtà tramandatagli dal padre. Il film, pur dando piccoli input, non indaga oltre al mistero della sua morte, preferisce delineare i tratti psicologici di Bruce Lee: il suo legame con la sua nuova famiglia e quello con la famiglia che lo ha cresciuto, forgiato e dato dei valori in cui lui vivamente crede.

Lo scontro – incontro tra le sue due realtà di vita è inevitabile : in questo periodo sono ancora lontane e completamente diverse, ma la voglia di creare un dialogo ed una comunicazione lo portano ad affrontare a testa alta ogni difficoltà. La fotografia e le luci sono molto curate, come pure le scenografie. L’unica particolarità “forse”, marcatamente o forzatamente voluta è il passaggio di testimone, un appuntamento con il destino, od un demone, che Bruce sembra dare al piccolo Brandon, il quale muore anche lui misteriosamente, nel 1993 sul set del film “The Crow”.

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