Recensione di ‘China Rose’ di Robert Day

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Un tentativo di vedere la Cina con occhi occidentali durante uno dei suoi periodi difficili.

China Rose di Robert Day (1981)

Durata:
100′
Origine:
Usa
Produttore:
Robert Halmi Jr.
Sceneggiatura:
David Epstein
Fotografia:
Ernest Day
Interpreti:
George C.Scott, Michael Biehn, Ali MacGraw, Danny Xinxin, James Hong, Denis Lill, David Snell
Montaggio:
Eric Albertson
Musica:
Charles Gross

Siamo in Cina ai tempi della Rivoluzione Culturale. Daniel (Michael Biehn), un giovane americano, da tempo scomparso, viene definitivamente dato per morto dalle autorità di Pechino.

Il padre (George C.Scott), qualche anno più tardi, arriva in Cina per recuperarne la salma, ma, con l’aiuto di una diplomatica dell’ambasciata americana (Ali MacGraw), scopre invece che il figlio è vivo ed è implicato in un traffico di stupefacenti.

Ma il clima, per indagare, non è certo dei migliori… Scritto da Robert Halmi Jr., e diretto da Robert Day, regista ed attore molto attivo in televisione, è un discreto dramma che racconta uno spaccato della Cina durante la “depurazione” voluta da Mao.

Il cast è valido (George C.Scott ed Ali MacGraw assieme creano una singolare alchimia), e la direzione di Day è professionale, pur restando nei limiti di un film più che altro d’intrattenimento.

Bella la fotografia di Ernest Day.

Per Michael Biehn (futuro avversario di Schwarzenegger in “Terminator”) è uno dei primi ruoli.

Michele Pastrello

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