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- Intervista ad Alessandro De...
Abbiamo intervistato Alessandro De Toni, coolhunter, produttore e sinologo.
Allora Alessandro, presentati ai nostri lettori …
Mi chiamo Alessandro De Toni, ho 32 anni e abito a Beijing da poco più di sei mesi dopo anni di pendolarismo tra Italia e Cina. Mi occupo di produzione video e di ricerche sulle tendenze di moda e di consumo.
Com’è cominciato il tuo interesse per la Cina? Dove hai imparato il cinese?
E’ una storia molto lunga… A casa ho ancora la “ricerchina” sulla Cina che ho fatto per l’esame di quinta elementare!
Fin da piccolo ho un’innata passione per l’Asia che negli anni si è polarizzata verso la Cina.
Quando mi sono iscritto all’università – percorso un po’ anomalo in realtà perchè ho studiato psicologia della comunicazione e mi sono specializzato in psicologia cross-culturale – ho pensato che era il momento ideale per dedicarmi allo studio di una lingua asiatica.
A una conferenza sul taoismo sono rimasto affascinato da un professore che in perfetto cinese ha citato un passo del Daodejing.
Sembra un po’ una barzelleta ma mi sono detto “Anch’io voglio riuscirci!”.
E così per gusto della sfida mi sono cimentato in un corso serale di cinese all’Ismeo (ora Isiao – Istituto di studi sull’Africa e l’Oriente) di Milano.
Grazie anche a ottimi insegnanti, in particolare Giuseppina Merchionne, con il cinese è stato “amore a prima vista”!
La passione per la lingua è cresciuta negli anni e mi ha portato a essere uno dei primi borsisti HSK in Cina, dove ho sostenuto un semestre di studi.
Parallelamente il lavoro è stata una mia grande scuola.
Durante l’università ho collaborato per 3 anni con il Comando Provinciale di Milano, la Procura della Repubblica e altre autorità giudiziarie, per le quali ho seguito come interprete le operazioni relative ai cittadini cinesi residenti in Italia.
Con l’incentivo del fascino da spy story, ho imparato il cinese tra blitz, interrogatori e intercettazioni telefoniche.
Qual’è stata la tua prima impressione della Cina?
Ho cominciato a frequentare la Cina per studio e mi ricordo ancora il primo impatto con Beijing, nel 1998, quando approdai per la prima volta nella capitale per un corso intensivo di un mese.
Ho dei ricordi molto vividi…
Il pilota dell’aereo che all’arrivo sulla pista di Beijing, dopo 10 minuti fermi in attesa annuncia: “Scusate ma purtroppo devo fare manovra e arretrare di un metro perchè mi dicono che così non va bene: Ben arrivati in Cina!”.
Poi il portellone che si apre e l’aria calda e umida che riempie le narici.
All’aeroporto doveva esserci una guida della scuola ospitante, ma non arrivò nessuno.
Mi feci fregare da un tassista, come da manuale, all’arrivo alla scuola nessuno trovava informazioni sulla mia registrazione e conclusi la giornata a cena con il preside che, dopo avermi visto fare la majorette con bacchette e costine di maiale, gentilmente mi passò un piatto di anguria e mi disse: “Mangia questa che è più facile”.
Dopo due anni di corso serale di cinese, credevo di potermela cavare ma l’impatto è stato difficile e devo ammettere che i primi due giorno mi sono chiesto chi me l’avesse fatto fare!
All’inizio la diversità culturale e le difficoltà di comunicazione mi spaventarono molto ma dopo due giorni a Beijing, la mia curiosità aveva già vinto sulle altre sensazioni: non vedevo l’ora di esplorare questo mondo “nuovo”, tutto da scoprire.
Da allora ho cominciato a viaggiare per tutta la Cina, per passione prima e poi per lavoro… e dopo dieci anni, e quasi 4 anni di intermittente permanenza in Cina, continuo ad avere questa sensazione di scoperta continua, e la voglia di capire di più e più in profondità questo affascinante paese.

Come sei finito ad impersonare il Maestro Junhao a RadioRai?
Quasi per scherzo, direi.
In chiacchiere con Marco Ardemagni, caro amico e conduttore di Radio2, è saltata fuori l’idea di un corso radiofonico semiserio di cinese.
Non ho esitato ad accettare e così mi sono ritrovato nello studio di Caterpillar a bacchettare Massimo Cirri per lo scarso impegno e a farmi adulare dal “primo della classe” Filippo Solibello.
Sentivi la pressione di essere ascoltato da milioni di ascoltatori?
Così tanti? 🙂 Be’, effettivamente Caterpillar è un programma che fa molti ascolti e all’inizio ero un po’ intimidito all’idea della diretta.
Ma l’atmosfera in studio era molto amichevole e già dal primo giorno è stata un’esperienza molto divertente.
Cirri e Solibello sono due “grandi maestri” dell’intrattenimento radiofonico e grazie a loro è stato facile trovare il mio ruolo di prof. che bacchetta i suoi studenti e fa propaganda pro-cinese a più non posso.
E’ stato molto bello e mi ha portato ad altre esperienze radiofoniche: nel 2007 con Perle d’Oriente, sempre per Radio 2, e poi nel 2008 come corrispondente dalle Olimpiadi per Catersport, insieme a Marco Ardemagni.
Quando ci si diverte, l’ansia della diretta passa sempre in secondo piano!
Cosa fai adesso in Cina?
Lavoro a Beijing per ORF e CTVS come producer di video (news, documentari e istituzionali), collaboro con Future Concept Lab come corrispondente/coolhunter dalla Cina e ogni tanto scrivo qua e là.
Sei produttore di ORF (la “RAI” austriaca) e CTVS, in cosa consiste esattamente il tuo lavoro?
Per ORF faccio un lavoro di supporto alla corrispondente locale, sia come redattore che strettamente come producer.
In breve mi occupo di news e ricerco storie che possono essere rilevanti per il pubblico della televisione austriaca, organizzo le riprese (contatti, sopralluoghi, gestione della troupe tv) e quando gli intervistati sono cinesi mi occupo anche di intervistarli.
Per CTVS svolgo le stesse attività ma per clienti diversi: televisioni europee, case di produzione straniere e locali, imprese, enti ecc.
Il tuo lavoro ti offre l’occasione di avere una finestra privilegiata su questo paese. Dove credi la Cina stia andando?
Questa è una domanda da un milione di dollari! 🙂 La Cina di oggi è una potenza economica mondiale, un posto molto dinamico e una terra delle opportunità per molti.
Le Olimpiadi, l’Expo, il gdp alle stelle: sono senz’altro momenti di gloria per Cina e per il popolo cinese che ha un lungo passato di oppressione alle spalle.
Oggi la Cina siede al tavolo dei grandi e ha numeri che fanno girare la testa.
Però il futuro riserva ancora molte sfide, in particolare mi riferisco al divario tra ricchi e poveri, alla gestione di un economia ipercapitalista dove a volte sembra vigere la legge della giungla, alla capacità di assorbire ciò che arriva dall’estero senza chiudersi in autoglorificazioni egemoniche, alla sfida di diventare una nazione leader anche dal punto di vista dello sviluppo culturale.

Recentemente la Cina è tornata sulle prime pagine dei giornali per la questione Google. Credi che in Cina sia possibile la coesistenza tra questi due modelli in apparenza in antitesi?
La convivenza è possibile, e lo dimostrano le molte imprese straniere presenti in Cina, ma non è sempre facile.
La Cina è chiaramente lontana dall’essere una democrazia e il rapporto con l’autorità è molto delicato.
Nel caso di Google poi non stiamo parlando di un conflitto tra un’azienda e il sistema normativo all’interno del quale opera, ma la questione è complicata da aspetti di diplomazia internazionale, ed è noto che Pechino non ama ingerenze esterne in tema di politica interna.
Progetti per il futuro?
Penso che starò in Cina per qualche anno, consoliderò la mia esperienza professionale nel campo video/cinematografico e proverò a sviluppare altri progetti documentari come autore e regista… poi come diceva John Lennon “La vita è ciò che ti accade mentre stai facendo altri progetti” 🙂
Che consigli daresti a chi volesse cominciare una carriera in Cina?
Cercate di essere “culturalmente flessibili”.
Non c’è una cultura o uno stile di vita “giusto” ma i canoni possono essere abbastanza stravolti quando ci si allontana di 8000km dalla Bella Italia.
La diversità è sempre uno scoglio ma è anche un’opportunità per imparare e per crescere. E infine, diffidate di chi vi dice che ha capito perfettamente come vanno le cose in Cina! 😉

CinaOggi.it è un sito sulla Cina curato da Matteo Damiani e Dominique Musorrafiti. Il sito, dal 2002, cerca di offrire una panoramica sulla cultura cinese contemporanea e tradizionale.