Cina, altre cinque condanne a morte per le violenze a Urumqi

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Più di cinquemila le condanne eseguite nel Paese a partire dall’inizio del 2009.

La Cina ha condannato a morte altre cinque persone per le violenze interetniche scoppiate lo scorso cinque luglio nella città di Urumqi nella provincia autonoma a maggioranza musulmana dello Xinjiang.

Gli uighuri, etnia turcofona e musulmana originaria della regone, avevano dato vita a una manifestazione che era poi sfociata in violenze contro gli immigrati cinesi.

Per riportare l’ordine era intervenuta la polizia, ma almeno 197 persone avevano perso la vita negli scontri.

Le sentenze comminate dalla giustizia di Pechino per le violenze di luglio sono almeno ventidue, nove quelle già eseguite.

Restano comunque dei dubbi sulle cifre, perché la Cina reputa un segreto di stato il numero delle condanne alla pena capitale e le esecuzioni.

Secondo le stime delle organizzazioni umanitarie dall’inizio del 2009 sono state compiute 5.000 esecuzioni.

Più di quelle compiute in tutto il resto del mondo.

Fonte: Peacereporter

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