Come procede la ricostruzione delle zone terremotate del Sichuan? Male a quanto pare

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Cronaca di un nuovo disastro annunciato.

Mianyang, nel distretto di Jingxian, è stata una delle zone maggiormente danneggiate dal disastroso terremoto che ha colpito il Sichuan il 12 maggio del 2008.

L’evento sconvolse l’opinione pubblica mondiale e sollevò un moto di sincero cordoglio in tutta la Cina. Una volta terminata però l’ondata emotiva, furono sollevate da più parti una quantità di polemiche contro le corrotte amministrazione locali che avevano fatto costruire edifici con materiali scadenti e senza il rispetto delle norme anti sismiche. Il governo oggi sta ricostruendo le zone colpite dal sisma. Ma come viene effettuata la ricostruzione? E’ stata recepita la dura lezione? No, a quanto pare, almeno leggendo un reportage del giornalista Liu Jianfeng apparso su China Economic Times, corredato da alcune immagini che valgono più di 1000 parole.

I nuovi materiali per la ricostruzione, se possibile, sono ancora peggiori di quelli utilizzati in passato. I mattoni consegnati dalle autorità, si sbriciolano in mano. La fragilità dei materiali è dovuta principalmente al calcio che si ossida prima del processo di riscaldamento e porta all’inevitabile sbriciolamento del mattone. In alcuni casi le percentuali di ossido di calcio arrivano sino al 26%. L’industria del mattone cinese non solo è caotica, ma spesso non è rispettosa degli standard minimi qualitativi, soprattutto quando si parla di materiali destinati alle zone povere. I dipartimenti locali per la ricostruzione sono ovviamente consapevoli dei problemi, ma alle domande rispondono vagamente e si rifugiano in scuse, praticando l’antico sport dello scarica barile. Il problema risiede nella scarsa qualità delle materie prime locali. I mattoni pertanto dovrebbero giungere da altre zone della Cina, ma questo non potrebbe altro che far alzare il prezzo finale.

La contea di Mianyang è stata pesantemente colpita dal sisma. All’epoca furono danneggiate 578.000 abitazioni. Il governo locale ha cominciato così a ricostruire 426.000 case rurali. Per edificare un’abitazione, in alcuni casi servono almeno 25.000 mattoni. La domanda locale ha superato i 10 miliardi di mattoni portando quindi ad una serie di problemi consequenziali: innalzamento del prezzo delle materie prime, bassi standard qualitativi, mancanza di manodopera e speculazione.

Intanto però i mattoni sono stati consegnati. I contadini ricostruiscono le loro case con la consapevolezza che un giorno o l’altro saranno destinate a crollare.

ricostruzione delle zone terremotate

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