Il sito del tempio Shaolin sotto attacco hacker per l’eccessiva commercializzazione

Tempio Shaolin – Il celebre tempio culla del Kungfu è stato attaccato da alcuni hackers almeno due volte nell’ultimo mese.

L’attacco è una cartina tornasole dello stato d’animo diffuso verso l’istituzione Shaolin. Secondo molti difatti il tempio è troppo dedito al commercio, snaturando e secolarizzando un aspetto importante della cultura cinese tradizionale.

Mercoledì scorso, il sito mostrava una finta “lettera di scuse” da parte di Shi Yongxin, l’abate di Shaolin, che ammetteva una lunga serie di misfatti per promuovere la propria immagine personale. Appena sette giorni prima un hacker aveva postato un insulto, scritto con una curata calligrafia tradizionale: “Shi Yongxin sei il malfattore della Shaolin, va’ all’inferno.” Lo staff del tempio, una volta accortisi dell’azione degli hacker, ha immediatamente scollegato il sito ed ha contattato la polizia. Nel frattempo però, come accade sempre più di frequente, non è stato possibile contenere la notizia e alcune immagini della lettera avevano già cominciato a circolare in internet a poche ore dall’attacco.

Ecco un estratto del testo della “lettera di scuse ” pubblicata sul sito Shaolin (ancora irraggiungibile):

Mi vergogno di fronte al Tempio Shaolin e ai numerosi monaci e fedeli. Riguardando la mia esperienza, mi rendo conto di essere decaduto, da abate a peccatore; sento un profondo rammarico e sono dispiaciuto. Sin da quando sono stato nominato abate del Tempio Shaolin nel 1999, ho ammiccato ai funzionari locali governativi per spingere l’abuso edilizio nelle aree attorno al tempio. Ho dato fama al Tempio Shaolin e a me stesso al costo della purezza e della santità di un monastero buddhista.  Al fine di soddisfare i miei desideri privati, ho viaggiato in SUV alla moda con un autista o aerei privati. Ho speso 160.000 RMB per una tonaca fatta fare apposta da un sarto di Nanchino. Ho anche avuto una mantenuta, con la quale mi sono lasciato. Vivevo in hotel lussuosi, in una vita corrotta. Oggi, mi sono fatto prestare questa pagina web del sito del Tempio Shaolin per pubblicare questa lettera di scuse. Non oso chiedere perdono al Buddha, ma non procederò oltre lungo questo sentiero della commercializzazione

Molti dei dettagli della lettera sono stati in realtà ripresi da precedenti critiche rivolte all’eccessiva commercializzazione del tempio buddhista. Per esempio il Tempio Shaolin ha aperto un negozio online su Taobao per vendere un ampio ventaglio di gadgets e prodotti a tema Shaolin, compreso un manuali di Kungfu, dal nome “Strategie segrete del Kungfu Shaolin“, che era in vendita per la modica cifra di 9,999 RMB, ovvero 1000 euro circa. Sono in molti a pensare che il management del tempio sia più interessato ad intrattenere star della tv, delle politica, facoltosi imprenditori ed ospiti stranieri, anziché i pellegrini.

Lo stesso abate è stato spesso accusato di condurre una vita indulgente ai vizi in contrasto con le credenze tradizionali dei buddhisti che invece conducono a una esistenza il più frugale possibile. Shi Yongxin è stato addirittura soprannominato “CEO” (ovvero direttore amministrativo) di Shaolin per la sua intraprendenza nel promuovere il tempio grazie alla produzione di film e per performance dei monaci ad uso e consumo dei turisti. Nel 2006 è stato addirittura premiato con una lussuosa auto sportiva dal governo dell’Henan, per la sua tenacia nel promuovere l’industria del turismo locale! I suoi progetti poi di costruire nuovi templi shaolin a Tianjin e a Taiwan sono state ugualmente bersagliati dalle critiche, e sono stati visti come un tentativo di svuotare di significato di questa istituzione. I monaci si sono sempre difesi asserendo che questi sforzi sono stati necessari per sostenere la causa Shaolin e promuoverne la diffusione nel mondo.

Gli ultimi attacchi degli hacker pertanto sono serviti per alimentare il criticismo verso le strategie adottate dai monaci.

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Tratto da: Shaolin Temple Under Hacker Attack di Ellen Zhu
ChinaRealTime Report – WSJ

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