140 morti a Urumqi in seguito a scontri con la polizia

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Secondo le fonti ufficiali, 140 sarebbero i morti finora a seguito degli scontri di domenica notte durante la rivolta esplosa per le strade di Urumqi, capitale della provincia a maggioranza musulmana dello Xinjiang.

57 cadaveri sono stati raccolti dalle strade e vicoli, mentre tutti gli altri sarebbero deceduti nelle corsie degli ospedali.
Il numero dei morti potrebbe aumentare nelle prossime ore.
Almeno 828 persone sarebbero state ferite.
Sempre secondo le fonti ufficiali cinesi, i rivoltosi avrebbero incendiato 261 auto, compresi 190 autobus e almeno 10 taxi e 2 auto della polizia.
Secondo le prime stime inoltre sarebbero stati dati alle fiamme anche più di 200 negozi e 14 abitazioni.
La polizia ha arrestato alcune centinaia di persone accusate di avere infiammato la rivolta e starebbero cercando altri 90 sospetti.
Pertanto sarebbero stati instaurati alcuni posti di blocco e le stazioni televisive e alcune sedi di compagnie di gas naturale sarebbero sotto controllo.
Le autorità cinesi avrebbero individuato nel fronte separatista Uiguro, guidato da Rebiya Kadeer, la mente dietro la rivolta.
Rebiya Kadeer, una ex donna di affari, fu incarcerata nel 1999 per essere una minaccia verso la sicurezza nazionale.
E’ stata rilasciato nel marzo del 2005 per ricevere cure mediche negli Stati Uniti. Il governo cinese non ha avuto difficoltà a puntare il dito contro la sua organizzazione.
Recentemente, il Congresso Mondiale Uiguro, avrebbe stigato alla violenza attraverso un proclama diffuso via internet, chiamando i propri sostenitori ad essere coraggiosi e a fare qualcosa di grande.
Secondo il governatore del Xinjiang, Nur Bekri, la molla a far scattare la rivolta è stato un episodio avvenuto il 26 giugno in una fabbrica di giocattoli nella provincia meridionale del Guangdong, più precisamente a Shaoguan.
A seguito di una lite tra alcuni operai musulmani e cinesi, due giovani uiguri sarebbero stati uccisi. I due cadaveri sono stati inviati per la sepoltura in Xinjiang via aerea.
L’incidente sarebbe accaduto a seguito delle molestie sessuali ricevute da una operaia da parte di uno dei lavoratori uiguri.
Sabato notte la notizia ha cominciato a diffondersi a macchia d’olio per le strade di Urumqi, ed è stata così organizzata una prima manifestazione.
Domenica sera, attorno alle sette la gente ha cominciato a radunarsi per le strade, e a manifestare violentemente.
Secondo fonti uigure invece, la manifestazione sarebbe stata del tutto pacifica e sarebbe stata interrotta da un intervento scomposto della polizia.
Nel Xinajiang sono presenti quasi 11 milioni di rappresentanti delle minoranze etniche tra uiguri, mongoli e huizi (anch’essi di religione musulmana).
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