Speranza fredda, Bei Dao

Bei Dao, 北岛 (nato nel 1949) è considerato il maggiore tra i poeti cinesi viventi.

I suoi versi sono percorsi da un profondo senso di morte e di annientamento, ma anche da un desiderio di verità che superi il rischio di nichilismo.

La sua è una poesia di pensiero e di riflessione: Bei Dao sa creare una serie di sapienti distanze che proteggono la sua lingua poetica dal pathos, dall’impulso emotivo diretto.

Ma le sue tematiche filosofiche e i suoi modi ragionativi si insinuano negli interstizi della realtà, nella sua discontinuità, nel sospetto della sua assenza creando un potentissimo intreccio di razionalità e sogno, che ha pochi riferimenti nella poesia contemporanea.

Testo cinese a fronte.

Indice:
La distanza della poesia. Introduzione a Bei Dao, di Claudia Pozzana Speranza fredda.
Speranza fredda;
Risposta;
Dormi, valle;
Il biglietto della nave;
Abitudine;
Domani, no;
Cometa;
A proposito della tradizione;
Questo passo;
Senza titolo (In eterno) ;
Vuoto;
Arte poetica;
Elegia;
Attesa;
Lingua;
Storie di mattina;
Vecchia neve;
Male incurabile;
Anniversario;
Accento locale;
Specchio a due facce;
Alla memoria;
Scrivere;
Aprile;
Il ribelle;
Fine anno;
Assenza;
Ottone del giorno estivo;
Cantante di mezzanotte;
Pubblicità;
Stagione movimentata;
Senza titolo (L’ombra dello sparviero accarezza) ;
Veleno;
Un nuovo secolo;
Domande al cielo;
Senza titolo (Sulla linea di difesa della lingua materna) ;
Modi di piegare;
Malasorte;
Un ritratto;
Sull’eternità;
Sfondo;
Febbraio;
Processi;
Noi;
Per quanto ne so;
Un giorno in montagna;
Senza titolo (Quando la lingua impazzì, noi) ;
Insonnia;
Paesaggio sopra zero;
Giugno;
Requiem. Per Shanshan;
Destinazione;
Aprire la serratura;
Nota biobibliografica.

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