Le minoranze etniche in Cina

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La cultura unica delle minoranze etniche cinesi: tradizioni e usanze da non perdere

In Cina coestino una moltitudine di differenti minoranze accanto all’etnia più fortemente rappresentata, quella Han, che costituisce da sola quasi il 92% della popolazione.

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Le minoranze etniche cinesi sono gruppi di persone che vivono in Cina ma che non appartengono all’etnia Han, che costituisce la maggioranza della popolazione cinese. Ci sono 55 gruppi etnici riconosciuti in Cina, ma i più numerosi sono i Mongoli, i Tibetani, gli Uiguri, i Miao, i Zhuang e i Manchu.

Le minoranze etniche cinesi hanno una storia e una cultura uniche, che spesso si differenziano notevolmente dalla cultura Han. Ad esempio, i Mongoli sono tradizionalmente noti per la loro abilità nell’allevamento di cavalli e nella caccia, mentre i Tibetani sono noti per la loro fede nel buddismo tibetano e la loro cultura nomade. Gli Uiguri, invece, sono principalmente musulmani e hanno una lunga storia di commercio lungo la Via della Seta.

Tuttavia, le minoranze etniche cinesi hanno spesso avuto difficoltà a preservare la loro cultura e le loro tradizioni a causa dell’assimilazione forzata dalla cultura Han. Durante la Rivoluzione Culturale, ad esempio, molte tradizioni culturali delle minoranze etniche furono distrutte o messe al bando. Inoltre, molti membri delle minoranze etniche si sono sentiti discriminati a causa della loro identità etnica e della loro lingua madre.

Alcune delle minoranze etniche cinesi hanno anche subito abusi dei diritti umani da parte del governo cinese. Ad esempio, gli Uiguri sono stati internati in campi di rieducazione nella regione dello Xinjiang, dove sono stati sottoposti a violazioni dei diritti umani come la tortura e la privazione del sonno. Ci sono state anche segnalazioni di sterilizzazioni forzate e di lavori forzati.

Nonostante queste difficoltà, ci sono anche esempi di successi delle minoranze etniche cinesi nella loro lotta per la preservazione della loro identità culturale. Ad esempio, la regione autonoma del Tibet ha mantenuto una certa autonomia culturale, pur essendo sotto il controllo del governo cinese. Anche la musica e la danza tradizionali delle minoranze etniche cinesi sono state messe in risalto in festival e spettacoli culturali.

In sintesi, le minoranze etniche cinesi sono un importante aspetto della diversità culturale della Cina. Tuttavia, le sfide che queste minoranze affrontano nella lotta per la preservazione della loro cultura e della loro identità sono reali e spesso molto difficili. Speriamo che il governo cinese prenda in considerazione queste questioni e lavori per garantire che tutte le minoranze etniche possano godere dei loro diritti culturali e umani.

Tabella delle minoranze etniche cinesi

Gruppi etnici
Popolazione
Aree di distribuzione
Achang
27.700
Yunnan
1.598.000
Yunnan, Guizhou

Baoan
11.700
Gansu
Bouyei
2.548.300
Guizhou

Bulang
82.400
Yunnan
1.025.400
Yunnan
Daur
121.500
Mongolia Interna, Heilongjiang, Xinjiang
15.500
Yunnan
Dong
2.506.800
Guizhou, Hunan, Guangxi
Dongxiang
373.700
Gansu, Xinjiang
5.800
Yunnan
Ewenki
26.400
Mongolia Interna, Heilongjiang
Hani
1.254.800
Yunnan
Hezhen
4.300
Heilongjiang
8.612.000
Ningxia, Gansu, Henan, Hebei, Qinghai, Shandong, Yunnan, Xinjiang, Anhui, Liaoning, Heilongjiang, Jilin, Shaanxi, Beijing, Tianjin
Gaoshan
2.900
Taiwan, Fujian
Gelo
438.200
Guizhou, Guangxi
Jing
18.700
Guangxi
Jingpo
119.300
Yunnan
Jino
18.000
Yunnan
Kazaki
1.110.800
Xinjiang, Gansu, Qinghai
Kirgizi
143.500
Xinjiang, Heilongjiang
Coreani
1.923.400
Jilin, Liaoning, Heilongjiang
Lahu
411.500
Yunnan
Li
1.112.500
Hainan
574.600
Yunnan, Sichuan
Loba
2.300
Tibet
8.846.800
Liaoning, Jilin, Heilongjiang, Hebei, Beijing, Mongolia Interna
Maonan
72.400
Guangxi
7.383.600
Guizhou, Hunan, Yunnan, Guangxi, Sichuan, Hainan, Hubei
Mongba
7.500
Tibet
4.802.400
Mongolia Interna, Xinjiang, Liaoning, Jilin, Heilongjiang, Gansu, Hebei, Henan, Qinghai
Mulam
160.600
Guangxi
277.800
Yunnan, Sichuan
27.200
Yunnan
Orogen
7.000
Mongolia Interna, Heilongjiang
Ozbek
14.800
Xinjiang
Pumi
29.700
Yunnan
Qiang
198.300
Sichuan
Russi
13.500
Xinjiang
Salar
87.500
Qinghai, Gansu
She
634.700
Fujian, Zhejiang, Jiangxi, Guangdong
347.100
Guizhou, Guangxi
Tajiki
33.200
Xinjiang
Tartari
5.100
Xinjiang
Tibetani
4.593.100
Tibet, Qinghai, Sichuan, Gansu, Yunnan
Tu
192.600
Qinghai, Gansu
Tujia
5.725.000
Hunnan, Hubei
Uiguri
7.207.000
Xinjiang
352.000
Yunnan
Xibo
172.900
Xinjiang, Liaoning, Jilin
2.137.000
Guangxi, Hunan, Ynnan, Guangdong, Guizhou
6.578.500
Sichuan, Yunnan, Guizhou, Guangxi
Yugu
12.300
Gansu
Zhuang
15.555.800
Guangxi, Yunnan, Guangdong, Guizhou

Stime ufficiali ci dicono che nell’immenso territorio cinese vi sono circa 56 diversi popoli, ma in realtà, da quando Hong Kong e Macao sono rientrate in Cina rispettivamente nel 1997 e nel dicembre del 99, vi si devono aggiungere anche inglesi, portoghesi, indiani e filippini, tutti con doppio passaporto cinese.

Generalmente però gli studi tendono ad escludere queste ultime nuove acquisizioni, preferendo incentrare la propria attenzione su popoli che hanno insediamenti nel territorio cinese da molto più tempo.

Queste popolazioni sono estremamente eterogenee, sia da un punto di vista numerico, sia da uno più prettamente socio- culturale e religioso.

Alcune di queste sono diffuse in tutta la Cina, come gli Uiguri, stanziati nello Xingjian e gli Huizu (popoli profondamente diversi tra loro sebbene ambedue di religione musulmana: difatti gli Huizu, giunti in Cina al seguito delle truppe di Kublai Khan, si sono mescolate con la popolazione locale, conservando solo in parte a livello somatico la loro origine; Lo Xinjiang, invece, è una recente “acquisizione”.

Qui le tradizioni sono ancora molto forti, come forte è tuttora la resistenza al governo di Pechino che continua con le sue campagne sinizzatrici spostando milioni di cinesi Han in questa remota regione). Altre invece sono localizzabili solo in determinate aree fortemente delimitate.

Questo è il caso dei Dulong, chiamati Drung nel dialetto locale, un popolo appartenente al ceppo birmano – tibetano, che vive da moltissimo tempo poco a nord della valle del Nujiang, nello Yunnan, in una impervia fetta di territorio incastonata tra Birmania e Tibet, in condizioni ancora molto primitive.

Il loro numero è molto ridotto; se ne contano solo circa 5000 unità.

La provincia con più minoranze è proprio lo Yunnan, dove ne risiedono 26 diverse, ma queste stime non includono le differenze a livello tribale.

Ad esempio i Dai, che vivono prevalentemente nella prefettura dello Xi Shuan Banna, a confine con il Laos, oppure gli Yao o gli Yi, diffusi in tutta la provincia, sono divisi in diversi clan, a volte anche piuttosto diversificati come tradizioni e costumi.

Sempre nello Yunnan, una delle minoranze più interessanti è rappresentata dai Naxi, popolo per certi versi unico al mondo.

La loro cultura si chiama Dongba, che significa “uomo saggio” o “sciamano”; difatti questa è un’esotico miscuglio di differenti componenti religiose che mescolano elementi di religioni primitive a base sciamanica, con elementi mutuati dal buddhismo, dall’Islam e in misura minore, dal cristianesimo, che faceva la sua comparsa nella zona, nel secolo scorso, a seguito dell’attività evangelizzatrice dei missionari francesi prima, e inglesi poi.

Ma ciò che rende veramente unico questo mite popolo cosmopolita, è il suo linguaggio scritto, che utilizza antichi geroglifici ancora oggi in uso, almeno tra gli esponenti più saggi e anziani della popolazione e tra gli artisti locali che hanno trovato un’inesauribile fonte di ispirazione per le loro opere nella cultura classica Dongba.

Altra caratteristica peculiare dei Naxi è la struttura semi matriarcale della loro società, anche se tutti i loro sovrani sono sempre stati uomini.

I Bai, stanziati principalmente nell’area di Dali, ma fortemente presenti anche in tutto il resto della regione, sono famosi per l’architettura sofisticata delle loro abitazioni, e per la grande abilità delle donne di tessere tessuti in canapa e cotone grezzo.

Sembrerebbero non avere avuto grossi problemi ad accettare la dominazione cinese, a differenza invece degli Huizu, che invece in passato hanno male accettato questo dato di fatto, procedendo ad alcune sollevazioni, poi lavate nel sangue da Pechino.

Gli Yizu, diffusi sia nello Yunnan che nel Sichuan, sono un popolo fiero e guerriero, molto ben visto dall’autorità centrale che non ha dimenticato l’aiuto dato a Mao durante la Lunga Marcia. Gli Hani invece sono famosi per i loro prodigiosi terrazzamenti, scavati nel corso di infinite generazioni lungo i fianchi delle montagne della catena dell’Ai Lao Shan, nei dintorni di Yuan Yang, e per i raffinatissimi tessuti delle loro donne, che talvolta impiegano molti mesi per finire di ricamare i loro abiti tradizionali.

I Lisu coesistono nella valle del Nujiang insieme ai Nuzu, che danno il nome alla contea. Sono popolazioni arretrate, che vivono in condizioni di sostanziale isolamento dovute alle impervie condizioni del territorio e dell’unica strada che si snoda lungo il corso del fiume Nu. Entrambi i popoli, che nel corso dei secoli si sono influenzati vicendevolmente, sono politeisti. Alcuni gruppi di Lisu vivono nel Sichuan.

I Li, anch’essi politeisti, vivono nella bellissima cornice tropicale dell’isola di Hainan. La maggior parte vive attorno a Tongzha, capoluogo della prefettura autonoma dei Li e Miao. Questo popolo è famoso per la sua abilità nella conoscenza delle erbe mediche, in particolare per gli antidoti contro il veleno dei serpenti.

I Miao, apparentati al ceppo degli Yao, sono una minoranza fortemente rappresentata praticamente in tutta la Cina meridionale. Le ultime stime accreditano più di 7 milioni di appartenenti a questo interessante popolo. Anch’essi sono di religione politeista. Si contano almeno tre diversi dialetti Miao, parlati spesso anche dalla minoranza Yao: in realtà questi dati sono piuttosto aleatori in quanto si possono registrare forti differenze tra questi popoli anche di villaggio in villaggio. Questa minoranza è famosa per l’alta qualità dei tessuti ricamati dalle loro donne.

Matteo Damiani

ACHANG

Gli Achang vivono principalmente nella prefettura di Dehong, nello Yunnan occidentale, in una zone a confine con la Birmania. L’arte della lavorazione dei metalli praticata dagli uomini è tenuta in alta considerazione in tutto lo Yunnan. I gioielli d’argento che preparono per le loro donne vengono sfoggiati in occasioni delle festività principali. Le loro spade sono famose per la finezza della lavorazione e per l’affilatezza delle loro lame. Sono buddisti e in quanto tali rispettano il calendario delle festività religiose.

BAI

I Bai, stanziati principalmente nell’area di Dali, ma fortemente presenti anche in tutto il resto della regione, sono famosi per l’architettura sofisticata delle loro abitazioni, e per la grande abilità delle donne di tessere tessuti in canapa e cotone grezzo. Lungo le sponde del lago Erhai sorgono antichi villaggi di pescatori che utilizzano ancora l’antica arte della pesca coi cormorani.

BAO’AN

BO

I Bo sono un’autentica curiosità storica nel cuore del Sichuan meridionale. Sono una popolazione stanziata nella zona menzionata solo di sfuggita dalle cronache cinesi, ma che non sfuggì all’attenzione di Marco Polo per le loro bizzarre abitudini.: essi solevano difatti indossare pesanti indumenti e riscaldarsi davanti al fuoco in piena estate, mentre d’inverno indossavano pesanti indumenti e recavano con sè enormi ventagli. In seguitoad una rivolta locale il capo dei Bo, si nominò imperatore. Questo affrontò fu lavato nel sangue e da quel momento il popolo dei Bo scomparve dalla storia. L’unica eredità lasciata da questo popolo sono dei gruppi di bare di legno vecchie di 400 anni sospese sui pendii di alte rupi.Questo rituale forse avrebbe dovuto aiutare l’anima del defunto verso la risalita in cielo. Un’altra particolarità è la mancanza nei cadaveri dei denti laterali, fatti forse rimuovere per motivi ornamentali.

DAI

I Dai (parola che vuol dire “libertà” o “essere umani”) vivono prevalentemente nello Xishuan Banna, a confine con il Laos. A differenza dei buddisti cinesi che praticano il Buddismo Mahayana (il Grande Veicolo), i Dai sono buddisti hinayana (Piccolo Veicolo). Agli albori dello stato Dai furono eretti innumerevoli templi che ora giacciono abbandonati nelle foreste pluviali della regione.Per non stare a contatto con la terra umida i Dai vivono in spaziose case di legno poggiate su palafitte. I Dai hanno una lunga tradizione di melodrammi narrativi chiamati Zhang Khap ed eseguiti da solisti accompagnati da flauti e talvolta da tamburi. Come l’isola di Hainan questa prefettura ospita molte specie uniche di flora e fauna tra cui 100 a rischio di estinzione. Le giungle superstiti ospitano ancora esemplari sempre meno numerosi di elefanti, tigri, leopardi e scimmie.

DAUR

DEANG

I Deang vivono nella Cina Settentrionale, a stretto contatto con un gran numero di altre minoranze. La loro tradizione vuole che i figli maschi continuino a vivere nella casa del genitore anche dopo essersi sposati e avere avuto figli. Sicché le loro case sono piuttosto grandi e subiscono spesso ristrutturazioni per ospitare i nuovi arrivati. Vi sono numerosi sottogruppi, i cui costumi possono variare parecchio da villaggio a villaggio. Essendo un popolo molto religioso ogni centro ha il proprio monastero o tempio.

DONG

I Dong vivono tra il Guizhou e il Guangxi. Molti dei loro villaggi delle minoranze sono raggiungibili solo per via fluviale, per cui numerosi clan vivono in situazione di sostanziale isolamento. Questa etnia è famosa per la costruzione delle loro abitazioni in legno, sopratutto per le torri con tamburi e i ponti del vento e della pioggia, tradizionalmente costruiti senza l’impiego di chiodi e con qualcosa come 300 tronchi di abete. La maggior parte dei villaggi conserva ancora almeno una torre, utilizzata per la celebrazione delle festività e come luogo di assemblea degli anziani. Il suono del tamburo avvisa gli abitanti in caso di attacco o di incendio. Poiché i loro villaggi sono costruiti prevalentemente in legno, si trovano stagni con pesci che servono come riserva idrica in caso di incendio. In occasione della festa del Tiaguanren gli uomini dei villaggi vicini abbigliati da funzionari e guardie governative visita la gente del posto travestita da banditi, folletti, ragni, mendicanti e pescatori. Questa etnia non ha una lingua scritta per cui le festività, celebrate con canti e balli rivestono una importanza decisiva per tramandare la tradizione.

DONGXIANG

DRUNG (DULONG)

I Dulong, chiamati Drung nel dialetto locale, sono un popolo appartenente al ceppo birmano – tibetano, che vive da moltissimo tempo poco a nord della Valle del Nujiang, nello Yunnan, in una impervia fetta di territorio incastonata tra Birmania e Tibet, in condizioni ancora molto primitive. Per quasi otto mesi all’anno la valle da loro popolata rimane completamente irraggiungibile. Vivono in palafitte di paglia e fango. Il loro abito tradizionale consiste di una toga di stoffa legata sopra la spalla e fra gli anziani sono molto diffusi i tatuaggi sul volto. Il loro numero è molto ridotto; se ne contano solo circa 5000 unità.

EWENKI

HANI

Gli Hani invece sono famosi per i loro prodigiosi terrazzamenti, scavati nel corso di infinite generazioni lungo i fianchi delle montagne della catena dell’Ai Lao Shan, nei dintorni di Yuanyang, e per i raffinatissimi tessuti delle loro donne, che talvolta impiegano molti mesi per finire di ricamare i loro abiti tradizionali. Nel passato gli hani non possedevano una lingua scritta, perciò l’unico modo per tramandare le tradizione era quello orale. Per questo gli Hani hanno un gran numero di leggende, fiabe, miti e canzoni. Sono politeisti e celebrano il culto degli antenati. In occasione delle festività più importante sacrificano un bue e i festeggiamenti si protraggono a lungo, sino alle prime luci dell’alba.

HEZHEN

HUI

GAOSHAN

GELO

JING

JINGPO

JINO

KAZAKI

I Kazaki si sono prevalentemente diffusi nello Xingjiang, nel Gansu e nel Qinghai, tre tra le regioni più povere ed impervie di tutta la Cina. Sono dotati di un proprio linguaggio e di una lingua scritta basata sull’arabo. Vivono in comunità miste a stretto contatto con gli Uiguri, i Mongoli e i cinesi Han; la stretta vicinanza con altri popoli ha dato luogo ad alcune influenze. Sono dediti alla caccia, alla pastorizia e all’agricoltura. La carne e il latte, sia di mucca che di cammello o di capra, sono tra le principali fonti di sostentamento di questa etnia. Sono di fede islamica.

KIRGIZI

KOREAN

LAHU

I Lahu vivono principalmente nello Yunnan meridionale, lungo il fiume Mekong. Sono famosi per il loro coraggio ed ardimento nel cacciare la selvaggina. In tutte le case sono presenti fucili e balestre. I cani da caccia sono tenuti in grande considerazione e talvolta vengono sepolti insieme ai membri della famiglia quando muoiono.

LI

I Li, anch’essi politeisti, vivono nella bellissima cornice tropicale dell’isola di Hainan. La maggior parte vive attorno a Tongzha, capoluogo della prefettura autonoma dei Li e Miao. Questo popolo è famoso per la sua abilità nella conoscenza delle erbe mediche, in particolare per gli antidoti contro il veleno dei serpenti. I Li sono un’ etnia molto antica. I loro antenati migrarono nell’isola oltre duemila annia fa dalla Cina centrale.Credono in una religione animista e nel culto degli antenati, che hanno il compito di proteggerli. Durante le festività più importanti, i festeggiamenti si possono prolungare tutta la notte tra balli e canti.

LISU

I Lisu coesistono nella valle del Nujiang insieme ai Nuzu, che danno il nome alla contea. Sono popolazioni arretrate, che vivono in condizioni di sostanziale isolamento dovute alle impervie condizioni del territorio e dell’unica strada che si snoda lungo l’impetuoso corso del fiume Nu. Entrambi i popoli, che nel corso dei secoli si sono influenzati vicendevolmente, sono animisti. Alcuni gruppi di Lisu vivono nel Sichuan. Questa etnia è divisa in una decina di clan ognuno dei quali ha i propri totem. La manifestazione più particolare è il Kuoshi; in questa occasione gli uomini più coraggiosi si arrampicano su pali alti 30 metri usando come pioli le lame delle spade.

LOBA

MANCHU

MAONAN

MIAO

I Miao, apparentati al ceppo degli Yao, sono una minoranza fortemente rappresentata praticamente in tutta la Cina meridionale. Le ultime stime accreditano più di 7 milioni di appartenenti a questo interessante popolo. Anch’essi sono di religione politeista. Si contano almeno tre diversi dialetti Miao, parlati spesso anche dalla minoranza Yao: in realtà questi dati sono piuttosto aleatori in quanto si possono registrare forti differenze tra questi popoli anche di villaggio in villaggio. Questa minoranza è famosa per l’alta qualità dei tessuti ricamati dalle loro donne le quali talvolta possono impiegare anche un anno per completare una delle loro creazioni. I Miao hanno fama di essere un popolo indipendente e ribelle. Molti di loro parteciparono alla sommossa contro il potere centrale dei Qing dal 1840 al 1870. La maggior parte di essi è di fede animista, anche se un certo numero si convertì al cristianesimo. Durante le feste le donne sfoggiano gioielli d’argento e di enormi acconciature decorate con corni e corone d’argento che risplendono in forme di uccelli e animali.

MONGBA

MONGOLI

I Mongoli hanno mantenuto il loro stile di vita nomade per centinaia di anni. La maggior parte di essi crede nel lamaismo e hanno il proprio linguaggio e alfabeto. Vivono in tende nelle praterie. Ancora oggi l’abilità nel cavalcare è considerata una virtù di gran presitigio, insieme al tiro con l’arco e la lotta libera. Per questo vengono stagionalmente organizzati degli avvenimenti, come ad esempio il Nadam Festival, per dimostrare le proprie capacità. In Cina i Mongoli vivono principalmente nella Mongolia Interna, ma nello Yunnan centrale vi è una comunità abbastanza nutrita di discendenti delle truppe giunte al seguito del Kublai Khan. Qui i Mongoli hanno quasi totalmente perso i tratti originari, dopo centinaia di anni a contatto con le popolazioni locali, ma conservano tuttora piuttosto gelosamente le loro origini e tradizioni. Altre comunità si possono trovare nello Xinjiang, nel Liaoning, Jilin, Heilongjiang, Gansu e Qinghai.

MULAM

NAXI

Sempre nello Yunnan, una delle minoranze più interessanti è rappresentata dai Naxi, popolo per certi versi unico al mondo. La loro cultura si chiama Dongba, che significa “uomo saggio” o “sciamano”; difatti questa è un’esotico miscuglio di differenti componenti religiose che mescolano elementi di religioni primitive a base sciamanica, con elementi mutuati dal buddhismo, dall’Islam e in misura minore, dal cristianesimo, che faceva la sua comparsa nella zona di Lijiang (inserita recentemente tra i siti di patrimonio mondiale dall’UNESCO) nel secolo scorso, a seguito dell’attività evangelizzatrice dei missionari francesi prima, e inglesi poi. Ma ciò che rende veramente unico questo mite popolo cosmopolita, è il suo linguaggio scritto, che utilizza antichi geroglifici ancora oggi in uso, almeno tra gli esponenti più saggi e anziani della popolazione e tra gli artisti locali che hanno trovato un’inesaurible fonte di ispirazione per le loro opere nella cultura classica Dongba. Altra caratteristica peculiare dei Naxi è la struttura semi matriarcale della loro società, anche se tutti i loro sovrani sono sempre stati uomini.

NU

OROGEN

OZBEK

PUMI

QIANG

I Qiang sono un piccolo gruppo etnico stanziatosi nella valle di Min, nel Sichuan. Il loro nome deriva dall’antico regno dei Qiang, stanziatosi nella zona oltre duemila anni fa e citato anche nelle antiche iscrizioni sulle ossa oracolari.Si dice che da questa antica tribù discendano sia iglki odierni Qiang che i Tibetani. Effettivamente vi sono delle analogie linguistiche tra i due popoli. Gli abitanti sono famosi per la loro abilità di muratori; i loro villaggi sono circondati da mura e torrette di guardia costruite in caso di aggressione.

RUSSI

SALAR

SHE

SHUI

Gli Shui sono un piccolo gruppo etnico originario del Guangxi e sono facilmente riconoscibili per i loro turbanti bianchi. Questa etnia durante i riti sciamanici utilizza un’antica scrittura comprendente circa 100 pittogrammi. I complessi tabù sulla morte e i riti funebri fanno in modo che le 12 anime degli Shui tornino al loro posto dopo la morte.

TAJIKI

TARTARI

Anche i Tartari condividono con i Kazaki la fede islamica e molti dei costumi. Sono discendenti di alcune tribù mongole stanziatesi lungo il corso del Volga in Russia, e poi spostatesi verso oriente nel corso dei secoli. Cavalcare, tirare con l’arco e la lotta libera sono abilità molto apprezzate tra gli uomini Tartari.

TIBETANI

I Tibetani sono un’antica popolazione in Cina. Tracce dei loro antenati si possono trovare ancora prima delle dinastie Han e Qin, oltre duemila anni fa. Erano un popolo dedito all’allevamento, ma nel fluire delle generazioni hanno adottato anche uno stile di vita agricolo. Credono nel Lamaismo, un ramo del buddismo. Un gran numeri di templi è stato costruito nel corso dei secoli, alcuni dei quali vengono considerati come tra i principali siti di interesse storico ed artistico dell’umanità. Un gran numero di festival legati alle tradizioni religiose si tiene durante tutto l’anno. Essi sono diffusi oltre che nel Tibet, anche nel Sichuan e nello Yunnan nord occidentale. Un tempo difatti il Sichuan occidentale e questa parte dello Yunnan facevano parte del Tibet. I Khampa sono il clan maggiormene rappresentato in queste due zone. Sogliono portare un mantello di pelle di montone e cappelli dalle ampie tese. Nel Sichuan sono presenti i maggiori centri del culto bon, l’antica religione dei tibetani prima dell’avvento del buddismo. Il bon mescola elementi del culto animista dei fiumi, delle montagne e degli alberi con elementi di buddismo tibetano (che a sua volta ha mutuato parte del panteon delle divinità bon). I seguaci del bon si possoni riconoscere poiché seguono i kora, antichi percorsi circolari dei pellegrini, e perché girano le ruote delle preghiere in senso antiorario, cioè in senso opposto a quello dei normali buddisti.

TU

TUJIA

UIGURI

Gli Uiguri sono la principale etnia nello Xingjiang. Un tempo popolazione nomade nella regione del lago Baikal, si spostarono nelle regione odierne in seguito a guerre tribali. Hanno una loro lingua che si può ricondurre al ceppo delle lingue turche corredata da un alfabeto basato sull’arabo. Gli Uiguri sono di fede islamica. Sono famosi per la loro abilità nel canto e nella danza dal forte valore simbolico.

VA

XIBO

YAO

Gli Yao sono uno dei gruppi etnici con più differenze a livello tribale, tanto che alcune stime ne contano oltre trecento diversi sottogruppi. Gli Yao hanno una loro lingua riconducibile al ceppo cino – birmano. Tra i diversi clan vi possono essere differenze piuttosto profonde in quanto queste popolazioni tendono ad adattarsi alla regione in cui vivono. La loro tradizione letteraria è fra le più interessanti. Alcune delle loro storie sono vecchie di secoli. Essi credono negli antenati, i quali vengono visti come protettori e venerno un complesso pantheon di divinità. Le festività più interessanti sono tutte legate alla religione e vengono celebrate con canti e balletti scanditi da grandi tamburi riccamenti decorati con fiori e raffigurazioni di uccelli e altri animali.

YI

Gli Yizu, diffusi sia nello Yunnan che nel Sichuan, sono un popolo fiero e guerriero, molto ben visto dall’autorità centrale che non ha dimenticato l’aiuto dato a Mao durante la Lunga Marcia. Sono la quarta minoranza più numerosa della Cina. La loro lingua è riconducibile al ceppo linguistico tibeto- birmano.Gli Yi ad ogni modo preferiscono chiamarsi Nuosu, la Gente Nera. La società Yi è basata in clan e fino agli 50 era una società schiavista. Gli sciamani rivestono un ruolo ancora importante all’interno della loro società. Perdicono il futuro e sono tra i pochi ancora in grado di decifrare i testi di religione, medicina, storia redatti nella lingua Yi del XIII secolo.

YUGU

ZHUANG

I Zhuang, con una popolazione di circa 18 milioni di abitanti, sono il più grande gruppo etnico della Cina. La maggior parte dei Zhuang vive nella meravigliosa cornice della regione autonoma del Guangxi Zhuang; altri gruppi si possono trovare sparpagliati un pò in tutta la Cina meridionale. Anche i Zhuang possiedono una propria lingua che appartiene al ceppo Dai- Zhuang, che fa riferimento alla famiglia linguistica Tibeto- Birmana. Questo popolo venera la natura e i propri antenati. Solo una minoranza è cristiana. Tra le festività più importanti ricordiamo la festa dei Demoni e quella dei Buoi Sacri.

Fonti

Wikipedia

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