Uninhibited di Chen Leste

Quattro ragazzi di Taiwan tra i diciotto e i vent’anni, due ragazze e due ragazzi, affrontano il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, consumando le giornate tra esperienze di vario genere, che comprendono il sesso, il suicidio, l’aborto, l’omosessualità, le amicizie studentesche, la droga, il vagabondaggio per le strade e l’assenza di prospettive per il futuro.

Uninhibited – Senza Inibizioni – Disinibiti di Chen Leste (2004)

Durata: 70′
Origine:
Taiwan
Produttore:
Wei Chen
Line Producer:
Shin-Lin Wu
Produzione:
Triple Film House
Sceneggiatura:
Leste Chen
Interpreti:
Heng-Sheng, Yi-Ban, An-An, Bustine Chi, Huan-Zu, Hsiao-Ying, Po-Chuang, Chi-Li Tsou
Musica:
Ray-Kai Chen
Scenografia:
Po-Chuang Chen
Costumi:
Hsiao-Ying Chiu

Nelle loro esistenze di teenager ribelli non ci sono direzioni precise, ma solo momenti, episodi, brevi circostanze di coinvolgimento collettivi, scanditi da capitoli emblematici (“Morte”, “Capelli”, “Tatuaggi”, “Fotografie”).

Il fascino maggiore di questa mirabile e struggente opera prima di Chen Leste, appena 23enne, sta nella sua perfetta compenetrazione con gli eventi apparentemente casuali che caratterizzano, senza gerarchia, le vite di quattro giovani, ancora legati a un retaggio di chiara matrice adolescenziale. Il film li segue, tratteggiando una serie di piccoli episodi apparentemente slegati e anonimi. Eppure, grazie a una suddivisione per capitoli si sottolinea una drammatica realtà: quella di una generazione letteralmente abbandonata a se stessa, incapace di trovare uno sbocco dentro una società che sembra non riguardare niente e nessuno e funzionare secondo regole sfuggenti, lontane, incomprensibili. I ragazzi del film fanno quadrato tra loro, si amano, si uccidono, si sganciano dal mondo attraverso la droga, a volte mettono al mondo nuove creature con la stessa inconsapevolezza con cui probabilmente hanno cominciato a muovere i primi passi. Tutto ciò che serve a connotarli e a dare un senso alle loro giornate sono accadimenti inaspettati e drammatici (il capitolo “Morte”), modi simbolici di manifestarsi ed esprimersi in chiave di appartenenza ad un gruppo o di distinzione dagli altri coetanei (“Capelli” e “Tatuaggi”) o infine forme di lettura del presente circostante (“Fotografie”) equivalenti ad occasioni preziose di autocoscienza disincantata e talvolta tragica. La capacità di analisi di Unihibited è eccezionale, perché nasce da una lucidità di sguardo mai moralistica che traduce la precarietà, la rarefazione, la scarsa nitidezza e la fragilità dei protagonisti in scelta estetica rigorosa, grazie alla costruzione rapsodica del racconto.

NOTE DI REGIA

La storia inizia con l’invito ad un funerale e termina con un invito a nozze. Per me questi eventi sono il segno dell’età adulta.

Prima di entrare nella maturità, sappiamo già come costruire un bugia dopo l’altra, leggendo, vedendo cose, per abitudine, sforzandoci di far corrispondere tempi e spazi, al passo o meno con i tempi, seguendo culture o sottoculture, seguendo la massa, ma sperando segretamente di fare qualcosa di diverso per emergere, indifferenti a quello che facciamo o appassionati.

Lo scopo di questo complesso insieme di cautela, conflitto e attività frenetica, è rifuggire l’incertezza della nostra identità. Non credo di possedere ora conoscenze tecniche o saggezza! Non voglio perdere il punto di vista e il sentire di quell’età. Gli esseri umani hanno forse buona memoria dei fatti, ma è labile la capacità di ritrovare le impressioni di una certa fase della vita perché queste non rimangono; perciò prima che qualcosa muti il mio. In ogni caso mi va bene di non essere stato omologato nell’attuale società.

In questa storia vi sono tre estranei che si attraggono, intervengono uno nella vita dell’altro, si influenzano fino ad assumere stili di vita simili.

Una sera, ad una festa, il personaggio principale si inietta un’overdose. Sopravvive, e l’esperienza lo conduce ad una rivalutazione di sé. Molti elementi e vicende fanno capo al funerale e al matrimonio, eventi centrali che collegano passato, presente e futuro.

Avere esperienze di amicizia, esprimere il proprio affetto, nascondere l’amore per qualcuno, oltre alle normali esperienze di vita e di morte, fa crescere, perché si comprende che esistono impegni più grandi, come le promesse (il matrimonio) e le perdite (la morte) che non hanno limiti d’età. La storia si esprime con l’energia di corpi e menti giovani, percepibile continuamente nell’intreccio. Ad esempio i capelli indicano le differenze di età e di sesso, e l’atto di tagliarsi i capelli simboleggia il momento di distruzione e resa.

Lo uso come simbolo per indicare la fugace sfrenatezza giovanile. Tre anni, tre personaggi, tre momenti diversi, separati da un fermo immagine, poi sovrapposti nella complessità del conflitto e della lotta per l’amore. Tutto nasce dalla morte e da ciò che il matrimonio rappresenta; utilizzo questi due momenti come punto di partenza e traguardo. La vita non è mai abbastanza lunga, soprattutto quando si sono già avute varie esperienze, eppure i giovani non ci pensano due volte a sprecarla.

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