Thirteen Princess Trees

Quest’anno arrivano dalla Cina molti film del genere “adolescenti che crescono”: pare che sia il tema del momento nell’industria cinematografica cinese, che sta vivendo la sua prolungata evoluzione verso la maturità.

Thirteen Princess Trees – Shisan ke paotong

Cina, 2006, 110’, mandarino
Regia: Lü Yue
Sceneggiatura: Lü Yue, Liu Ying, based on a novel by He Dacao
Direzione artistica: Zhao Anqi
Fotografia (colore): Xu Wei
Musica: Liu Sola
Montaggio: Yan Tao
Produttori: Chris Liu, Zhou Xiaoning, Zhao Guoguang
Interpreti: Liu Xin (He Feng), Zhao Mengqiao (Bao Jingsheng), Duan Bowen (Taotao), Zhong Ping (Miss Song), Wang Jing (Jojo), Chen Keliang (Ali), Luo Yadan (Eva), Chen Jianyong (Jingui), Shang Hui (padre di Feng), Xiong Jiemeing (padre di Ali)
Sottotitoli: Casa di produzione company: Beijing Golden Skyway Media, Changchun Film Studio

Thirteen Princess Trees ne è un esempio straordinario, senza dubbio destinato a diventare uno dei migliori film cinesi del 2007 alla sua uscita in patria.

Il regista Lu Yue ammanta di un’energia vibrante e di una sensibilità speciale tutta l’ampia gamma di generi con cui si misura, dallo sperimentalismo indipendente di Mr. Zhao (1998) alla nostalgia romantica di The Foliage (2004).

Thirteen Princess Trees è un film sui giovani che prende profondamente sul serio i suoi adolescenti, studenti del liceo Princess Tree High School di Chengdu (Sichuan) prossimi al diploma.

La protagonista He Feng (Liu Xin) è una ragazza la cui intensità trabocca in rabbia e inattesa passione.

Il suo fidanzato, Taotao (Duan Bowen), incarna il tipico ganzo atletico. Taotao e He Feng proteggono il nervoso e diffidente Ali, che occulta una spiccata intelligenza pratica dietro una facciata di vigliaccheria.

Eva, l’intellettuale della classe, dalla penna affilata, possiede un fascino sottile che cela il suo handicap (una gamba finta).

Jojo (Wang Jing), una “piccola donna” responsabile e straordinariamente matura, vive nei confronti del migliore amico He Feng sentimenti contrastanti che ribollono giusto sotto la superficie.

Il nuovo venuto Jingsheng (Zhao Mengqiao) è un disadattato aggressivo e tracagnotto che sfida l’autorità e la struttura della società adolescenziale della scuola con un coraggio pericoloso, di arcaica nobiltà.

La ferocia di He Feng (e la sua perniciosa fissazione per i coltelli) potrebbe avere origine nei suoi trascorsi familiari: una madre assente e un padre brutalmente violento (malgrado la sua sconcertante complessità emotiva) la spingono a prendere il largo.

La sua reazione iniziale al modo in cui tutti percepiscono il bullismo di Jingsheng è spietata. Ma questo è proprio quel che lui vuole.

Quando lui rivolge verso He Feng il suo singolare fascino carismatico, viene a crearsi tra loro un’improbabile alleanza mentre insieme si apprestano l’autoritario controllo degli adulti che mantiene in riga la loro classe.

Lu mescola questi personaggi in maniera leggera, emozionante e imprevedibile. La classica storia d’amore adolescenziale tra He Feng e Taotao è contrassegnata da tensioni che fanno capolino sotto la superficie.

La ribellione, che non si pone limiti, di Jingsheng è il fiammifero che accende la miccia sotto tutti questi rapporti. È come se ogni teenager che sta diventando adulto incarnasse una crisi in attesa di scoppiare, un mix volubile di personalità, atteggiamenti, bravate, desiderio e immaturità, che è tanto pericoloso quanto seducente.

La pellicola riesce comunque a mantenere un’atmosfera estremamente carica, lievemente surreale, con una dedizione alla veracità emotiva e alla profondità di caratterizzazione che è fin troppo rara in questo genere.

Qui non troviamo stereotipi: se si osservano gli sfondi delle ampie inquadrature di Lu, si noterà che gran parte dei personaggi è visibile, presente, e reagisce in modo quasi impercettibile e con vivido realismo a qualunque dramma la narrazione porti in primo piano in quel momento.

A mano a mano che il dramma si esacerba, e la posta in gioco aumenta, il film non si allontana mai dall’attenzione intimistica e dalla devozione nei confronti dei suoi sfaccettati personaggi.

He Feng, attraverso i suoi molteplici mutamenti e le sue esperienze sempre più snervanti, non cessa mai di essere un personaggio affascinante.

La troviamo circondata da uomini immaginari e realistici: il bel Taotao, il pericoloso Jingsheng, la figura magica di un arabo che la perseguita, un insegnante confuso e sfortunato, una figura paterna autoritaria che crolla.

Ma lei rimane indipendente e femminile: elettrizzata, fuori controllo, sfacciata e compassionevole.

Questa vena ribelle e questo eroico altruismo, che sgorga da un dolore nevralgico e da un desiderio inconsapevole, vengono catturati appieno dalla giovane attrice Liu Xin, la cui toccante interpretazione è il fulcro di questa eccezionale pellicola.

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