Recensione di Suzhou River di Lou Ye

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La storia del fiume Suzhou vede protagonisti Meimei, Mudan, Mardar e un videomaker che in soggettiva racconta la pellicola.

Suzhou River – Suzhou He di Lou Ye (2000)

Durata: 83′
Origine: Cina – Germania
Produzione: THE COPRODUCTION OFFICE, ESSENTIAL FILMPRODUKTION GMBH
Produttori: Philippe Bober, Nai An
Produttori associati: Takashi Asai, Wei Han Jian, Susanne Martin, Brock Norman Brock
Manager di produzione: Yongling Wu
Soggetto: Lou Ye
Sceneggiatura: Lou Ye
Fotografia: Wang Yu
Attori: Zhou Xun, Jia Hongsheng, Hua Zhongkai, Yao Anlian, Nai An
Montaggio: Karl Riedl
Supervisore post-produzione: Richard Lehun
Assistente alla regia: Xiaorui Mao
Direzione artistica:
Zhuoyi Li
Musiche Originali: Jorg Lemberg
Suoni: Peijun Xu
Scenografia: Li Zhuoyi
Trucco: Xuemin Wang

Questo videomaker che vive vicino al fiume Suzhou, si innamora di Meimei, una giovane che si esibisce come sirena in locale notturno.

Di solito la giovane sparisce senza proferire parola, come misteriosamente scompare, così riappare nel mistero. Un giorno il videomaker incontra Mardar, un corriere coinvolto in varie attività criminali; questi corteggia la sua Meimei.

Mardar racconta al videomaker geloso le sue motivazioni: tutto inizia poiché un tempo una delle sue mansioni era portare in giro Mudan, la giovane figlia di un socio della società per cui lavorava.

I due si innamorano, nonostante ciò, a causa di un losco giro di affari, è costretto a rapirla. La ragazza delusa, con il cuore infranto, salta nel fiume Suzhou. Il suo corpo non viene mai ritrovato.

Il corriere viene arrestato e messo in prigione. Mardar spiega di essere fermamente convinto che Mudan sia ancora viva e continua a cercarla da molti anni.

Per l’incredibile somiglianza di Meimei con Mudan egli crede che lei sia proprio il suo amore scomparso. Intanto, qualcosa tra il videomaker e Meimei sta cambiando.

Meimei inizia poco a poco ad essere sempre più coinvolta dal racconto del perduto amore di Mardar, decide di vestirsi come Mudan e prendere certi suoi atteggiamenti.

Mardar però lascia la città ed infine ritrova la sua Mudan per caso in un negozio dei sobborghi, informa il videomaker della sua felicità ritrovata, ma presto i loro corpi vengono trasportati dal fiume Suzhou dopo un incidente causato da un motociclista ubriaco. Al videomaker viene richiesto l’identificazione dei corpi dei due giovani.

Mudan è identica a Meimei!

Meimei scopre così che quello che Mardar le diceva era vero, si sente stordita da una così profonda storia d’amore e non riesce a continuare ad essere la ragazza del videomaker, infatti non sopporta di avere una vita comune. Decide di lasciarlo con una domanda: ” Se ora ti lascio, mi cercherai, come Mardar cerca Mudan?”

La storia non è complessa, ma può facilmente confondersi per l’intreccio narrativo che Lou Ye usa per spiegare le vite dei protagonisti, in un rimando di specchi che confonde i ruoli, i piani temporali e le vicende: il protagonista e la sua ragazza vengono avvicinati e sovrapposti.

Per confondere ulteriormente, il regista con molta abilità si è servito della stessa attrice per personaggi differenti che vengono amate da due uomini in modo differente. Il videomaker ama Meimei, quando lei scompare all’improvviso e lo lascia malinconico.

Quando nota che Meimei è toccata dalla vicenda di Mardar, non riesce ad essere fino in fondo geloso e possessivo, non capisce che forse lei è cambiata irrevocabilmente, ora che la storia del triste Mardar è entrata nella sua vita,la ragazza vuole verificare fin dove arriva la devozione del videomaker.

Meimei è invidiosa di Mudan, anche dopo la sua morte, infatti sparisce ancora, gioca questa carta per imitarla anche in questo.

La pellicola è affascinante, la narrazione mette in risalto romanticismo e disillusione, anche attraverso i movimenti di camera a mano che fluttuano ed evidenziano l’emotività e il coinvolgimento dei personaggi.

Il montaggio ha uno stile innovativo e i colori della pellicola immergono nella vicenda facendo trapelare ogni tipo di sentimento di chi vi viene delineato e ricostruito dalle luci, ombre e sfumature.

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