My Life As McDull di Toe Yuen

Avendolo dato alla luce in circostanze infauste, McBing chiama il figlio McDull [da dull, ottuso, N.d.T.].

My Life As McDull – Mak dau goo si di Toe Yuen (2001)

Durata: 75′
Soggetto: Brian Tse
Sceneggiatura: Brian Tse

Il maialino cresce con un carattere umile che riflette il suo umile nome. Quando McDull si ammala, la madre gli promette incautamente di portarlo alle Maldive.

Non potendosi permettere il viaggio, architetta un’escursione alla periferia di Hong Kong, dove con alcuni cartelli finti appositamente sistemati convince il figlio stupidotto di trovarsi realmente sull’Oceano Indiano.

Durante la vacanza, McBing trae spunto dalla notizia del successo olimpico di un atleta per incoraggiare il figlio a praticare uno sport. Il maialino inizia subito ad esercitarsi nel tradizionale sport hongkonghese… la presa del panino.

My Life as McDull si basa su McMug, un fumetto di Brian Tse e Alice Mak del 1991. Tse era uno scrittore di Hong Kong che scoprì le opere dell’illustratore britannico Raymond Briggs mentre studiava a Sydney.

Mak è stato il disegnatore che ha trasformato il lavoro di Tse in uno stile di disegno semplice, che ricorda quello di Hello Kitty.

Naturalmente ne è derivata ben presto una produzione di merchandising, e il serraglio McMug ha presto avuto la sua rivista, Yellow Bus, e la sua animazione televisiva, la prima ad essere commissionata, prodotta e trasmessa esclusivamente a Hong Kong.

Questa derivazione cinematografica continua nello spirito della serie TV del regista Yuen, con un’incredibile varietà di tecniche che attirano continuamente l’attenzione, dall’animazione bidimensionale tradizionale alle matite, al découpage, all’animazione in computer grafica, ed anche alle riprese dal vero.

Nonostante la sua pretesa di essere una produzione esclusivamente cantonese, è quasi inevitabile paragonarla a diverse opere straniere.

In particolare, le scenette collegate liberamente tra loro e i colori sbiaditi ricordano molto da vicino My Neighbors the Yamadas di Takahata Isao.

Creato per un pubblico con la capacità attentiva, l’abilità linguistica e l’amore per le ripetizioni propri della prima gioventù, il copione cela tuttavia molti scherzi interni al racconto destinati ai genitori presenti fra il pubblico.

Si ringrazia per la collaborazione il Far East Film Festival

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