Recensione di ‘La strada verso casa’ di Zhang Yimou

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Dopo anni di lontananza dal villaggio natale nella Cina del nord, Luo Yusheng si trova a percorrere la via di casa poiché è stato avvertito dal capo villaggio che il padre non è in buone condizioni di salute.

LA STRADA VERSO CASA – WO DE FU QIN MU QIN di Zhang Yimou (1999)

Origine: Cina, USA
Tratto: dalla storia di Shi Bao
Produzione: COLUMBIA PICTURES FILM PRODUCTION ASIA, GUANGXI FILM STUDIOS, BEIJING NEW PICTURES DISTRIBUTION COMPANY, Hu Xiaofeng, Zhenyan Zhang
Produttore: Yu Zhao
Produttore esecutivo: Weiping Zhang
Distribuzione: BIM
Soggetto: tratto dalla novella “Remembrance” di Shi Bao
Sceneggiatura: Shi Bao
Fotografia: Hou Yong
Attori: Zhang Ziyi, Sun Honglei, Zhao Yuelin, Chang Guifa, Ji Bo, Zhang Zhongxi, Zheng Hao, Liu Qi, Li Bin, Sung Wencheng
Montaggio: Zhai Ru
Assistenti alla regia: Hong Li, Dong Xie, Te Ya
Direzione artistica: Juiping Cao
Musiche originali: San Bao
Suoni: Lala Wu, Qian Lin
Scenografia: Cao Juiping
Costumi: Dong Huamiao
Trucco: Dandan Yang

Arrivato, scopre che il padre, l’ex maestro del luogo, è morto durante una bufera di neve nel tentativo di raccogliere dei fondi per ricostruire la vecchia scuola.

L’anziana madre di Luo Yusheng, poiché il marito è sempre stato impegnato per il villaggio, esige un corteo funebre come vuole la tradizione: bara portata a spalla per il tragitto che porta dall’ospedale della città fino al villaggio.

Il tratto è molto lungo e nel villaggio vi sono solo vecchi e bambini, perciò il capo villaggio chiede a Luo Yusheng di aiutarlo a far cambiare idea alla madre.

Mentre la donna si appresta a tessere con il suo vecchio telaio un drappo per avvolgere la bara del marito, Luo Yusheng si abbandona ai ricordi dei racconti sentiti da fanciullo sulla storia d’amore dei suoi genitori.

Il padre, un giovane ventenne di Shanghai appena laureato, giunse lì per insegnare nello sperduto villaggio, e non appena arrivò attirò l’attenzione della bella Zhao Di.

Poiché nel luogo non vi era una scuola, tutti gli uomini, assieme al giovane maestro, si misero a costruire l’edificio.

Per la buona riuscita dei lavori fu donato un telaio alla più bella del villaggio, Zhao Di, in modo che questa preparasse il talismano rosso da apporre il giorno dell’inaugurazione della scuola.

Onorata, lavorò con costante impegno, motivata anche dal fatto di poterlo consegnare di persona al giovane maestro. Le sue giornate cambiarono: circolavano attorno al giovane maestro Luo Changyu.

Per attirare la sua attenzione, poiché era usanza che le donne cucinassero per gli uomini al lavoro, senza avvicinarsi alla costruzione, ella cucinò ogni dì differenti piatti prelibatissimi, usando sempre la stessa ciotola porta fortuna, con la speranza che egli potesse assaporarli.

Spesso inoltre si recò a prendere l’acqua dal pozzo vicino a dove si svolgevano i lavori e così continuò anche ad edificio completo, in modo da poter ascoltare il suono melodioso della voce di Luo Changyu che declamava le lezioni ai bambini.

Al termine delle lezioni il maestro usava accompagnare a casa gli alunni che abitavano in altri villaggi e la bella Zhao Di, da lontano, percorreva nascosta tra i boschi la stessa strada pur di vederlo.

E proprio un pomeriggio, mentre egli accompagnava i suoi scolari, Zhao Di riuscì finalmente a farsi notare.

Luo Changyu non essendo del luogo dimorava alla casa del popolo e per tutto il suo mese di permanenza ogni famiglia del villaggio organizzò di ospitarlo a turno per i pasti. Il giorno in cui era il turno di Zhao Di e della vecchia madre cieca, il giovane venne richiamato in città per motivi politici non precisati.

Promise alla giovane di ritornare il giorno ventisette ed in pegno della promessa le consegnò un fermaglio. Il giorno ventisette la fanciulla si preparò per accoglierlo dalle prime luci dell’alba, ma il tempo gelido e la bufera di neve la fecero ammalare. Luo Changyu venendo a sapere della malattia di Zhao Di, decise di far ritorno al villaggio, ma ciò comportò la confinazione per due anni in città per insubordinazione. E quando fece ritorno, fu per sempre.

Luo Yusheng nell’assaporare questi ricordi decide che la volontà della madre è giusta e mette a disposizione del capo villaggio cinquemila yuan per pagare degli uomini che per diverse miglia dovranno portare a piedi la bara.

Il candore della neve accompagna il lungo corteo formato da tutti gli abitanti del villaggio e da oltre cento allievi venuti appositamente da diverse parti della Cina, dall’ospedale al vecchio pozzo vicino alla vecchia scuola, dove il maestro verrà sepolto. Con sorpresa LuoYusheng si vede restituire i soldi, nessuno vuole soldi perché è un onore portare un uomo che si è distinto così tanto.

La cifra, insieme a tutti i risparmi di una vita, viene così investita dalla madre per l’edificazione di una nuova scuola nel villaggio. Luo Yusheng come ultimo omaggio al padre insegna per un giorno nelle vecchie mura dove esercitava il genitore.

Se la modernità ha agevolato i modi di vita, le case ed i trasporti per molti cinesi, non tutti hanno accettato il compromesso con il progresso e lo sviluppo.

Alcuni di essi preferiscono le comodità dei propri villaggi ed il calore delle proprie tradizioni. E’ esplicito il giudizio del regista sulla Cina del passato e quella odierna.

La prima è dipinta con colori caldi vivaci, prevalentemente colori della natura brulla, ricca di rossi aranci ed oro; per la seconda invece usa il bianco e nero, ma neppure uno dove la luce delinei chiaramente sfumature o delimitazioni vive di luce od ombra, il regista preferisce un bianco e nero dove i due in confusione si intrecciano e scontrano.

Il narrare della pellicola vorrebbe evidenziare la mancaza di senso di solidarietà, semplicità, curiosità e profondo legame verso le tradizioni ed usanze.

In parte può essere un giudizio veritiero, lo stile di vita occidentale ha allontanato molti giovani alla loro cultura portandoli ad uno sfrenato materialismo, ma non bisogna dimenticare che vi sono villaggi, non solo popolati da vecchi e bambini come quello mostrato, dove le tradizioni scandiscono le ore del giorno di tutti.

Lì non è necessario un lutto per riportare ai valori della tradizione.

La strada oltre ad essere stata nella storia d’amore tra i due giovani l’unico modo per collegare i loro destini, sembra esserlo anche per riportare alle vecchie usanze.

Il tema del legame ricorre anche con il telaio, dove sono stati tessuti i fili per il talismano rosso, per Zhao Di sigillo dell’inizio dell’amore, e ritorna a tessere il drappo per le esecuie, sigillando la conclusione di questo.

La fotografia è minuziosamente ed attentamente ricercata, contrariamente al tema portante di flauti della colonna sonora che crea una melliflua overdose in un film che non ne ha per nulla bisogno.

Chissà perché il regista ha scelto per dare un leggero tocco di modernità alla casa della ormai vecchia Zhao Di, proprio due poster di Titanic. Forse questo ci può far capire in parte il suo disapprovo per le nuove generazioni.

Simpatico richiamo alla tradizione invece è la figura dell’aggiusta cocci, il quale con perfetta abilità con i chiodi ripara la ciotola rotta, porta fortuna di Zhao Di.

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