H.K. Triad di Clarence Fok Yiu-Leung

Parabola di due ambiziosi amici, Ho e Lok, che scalano il mondo della criminalità organizzata di Hong Kong fino a raggiungerne la vetta.

H.K. TRIAD – 0 Ji san he hui dang an di Clarence Fok Yiu-Leung

Origine: Hong Kong
Produttore:
Wong Jing
Interpreti:
Lau Ching-Wan, Francis Ng Chun-Yu, Athena Chu Yan, Diana Pang Dan, Patrick Tam Yiu-Man, Lee Siu-Kei, Ng Chi-Hung, Spencer Lam Seung-Yi, Michael Tse Tin-Wah

Il film si apre con un flashforward, quando l’ormai anziano Ho spiega ad una platea di investigatori troppo giovani per conoscere la realtà delle triadi, la mafia cinese.

Ho ripercorre così la sua vita, dai primi passi mossi nel mondo della criminalità sino a quando non ne diventa il capo a tutti gli effetti, sempre accompagnato dal suo fedele amico Lok, forse succube della sua forte personalità.

Personaggi femminili e maschili difatti paiono essere inesorabilmente attratti dalla sua sfrontatezza.

Lok percorre un cammino parallelo a quello di Ho scalando la gerarchia della polizia: la loro alleanza li porta così al controllo delle mafie dell’ex colonia britannica, eliminando di volta in volta chi si frappone tra loro e il potere e usando gli altri come pedine per i propri scopi criminosi.

Il film è anche un’occasione per raccontare una fetta consistente di storia recente di Hong Kong, ponte ideale tra tradizioni cinesi (l’onnipresente carne di cane, il gioco d’azzardo, i matrimoni combinati) e modernità occidentali (la musica e i vestiti americani anni ’50).

Clarence Fok confeziona un film noir estremamente violento ma dal registro narrativo eterogeneo, che alterna parentesi comiche a parti molto più drammatiche, scene velate da un non troppo sottile erotismo ad altre decisamente più cruenti.

Non lesina tantomeno il sangue, che scorre a fiotti, e scene di umiliazioni e torture raccapriccianti.

E’ comunque un film molto particolare, distante anni luce dai soliti film di arti marziali che siamo abituati a vedere sui nostri schermi.

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