Grandma and her Ghosts di Wang Shaudi

Quando la mamma va a trovare il papà che sta all’estero, Doudou, un ragazzino di città, viene scaricato alla nonna, che vende polpette di pesce e a volte si dedica all’attività di medium in un villaggio di pescatori nel sud di Taiwan.

Grandma and her Ghosts -Mofa ama di Wang Shaudi (1998)

Durata: 80′
Origine: Taiwan
Interpreti: Wen Ying

La nonna non ha molto tempo da dedicare al nipote perché è piena estate e ci sono degli spiriti da placare in due feste locali.

La nonna deve nutrire i fantasmi affamati, tenere a bada i veri spiriti malvagi e fornire di lanterne galleggianti le anime inquiete.

Contrariato dalla mancanza delle comodità urbane, Doudou sbircia all’interno di un fabbricato al quale è vietato l’accesso e inavvertitamente libera uno spirito malvagio, che possiede Kulo, il gatto della nonna…

Grandma and Her Ghosts è un corso accelerato di mitologia popolare cinese che cela in sé molte parabole dirette all’infanzia: invita alla benevolenza in questa vita e asserisce una forte fede nella prossima.

L’atteggiamento nei confronti della morte è piacevolmente diretto – a una ragazzina si raccomanda di non piangere a un funerale e questa sarcasticamente chiede se è meglio ridere – e nel film si percepisce una fiducia nell’aldilà sufficiente per trasformare la morte di un personaggio nello scherzo centrale dell’ultima scena.

Ancor più nascosto, c’è qualcosa per il pubblico adulto: un desiderio di innocenza giovanile (la capacità di vedere i fantasmi scompare con l’età) e una frecciatina per ricordare che non soltanto nell’infanzia ci si deve impegnare di più per il prossimo.

Sono inevitabili i paragoni col cartoon di Tsui Hark A Chinese Ghost Story (1997), che sovrappone in modo analogo la modernità sul mondo degli spiriti, ma con un budget decisamente più elevato.

Il film deve chiaramente molto a My Neighbor Totoro, dove una ragazzina di città viene mandata in campagna a causa della malattia dei genitori e alla fine impara ad amare e rispettare le tradizioni rurali; il gatto nero Kulo e il cane bianco Shilo hanno nomi e ascendenza giapponesi e ricordano simili personaggi animali in Kiki’s Delivery Service.

Jonathan Clements

Si ringrazia per la collaborazione il Far East Film Festival

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