Dog Bite Dog di Soi Cheang

Soi Cheang ha dato una feroce rilettura del crime thriller hongkonghese in Dog Bite Dog, amplificando il successo del suo film d’azione del 2004 Love Battlefield grazie al suo modo unico e avvincente di accostarsi all’azione e ai personaggi cinematografici di questo genere.

Regia: Soi Cheang
Anno: 2006
Durata: 109′ min
Origine: Hong Kong

Mantenendo il suo cambio di rotta dalle eccezionali opere horror che gli hanno procurato fama internazionale, Cheang questa volta ce la mette tutta e abbandona ogni sottigliezza per catturare e disorientare il pubblico con la storia di un inseguimento sanguinoso.

Una corsa da brivido che oltrepassa le frontiere prende il via quando un affamato, animalesco killer cambogiano (Edison Chen) viene introdotto illegalmente a Hong Kong per sbrigare un lavoretto.

Deve uccidere la moglie di un giudice in un ristorante e la missione fila liscia finché non arriva la polizia a indagare. Quando l’irascibile e anticonformista poliziotto Wai (Sam Lee) riconosce per strada il killer dall’aria sospetta, ben presto ne scaturisce un confronto diretto.

Il conseguente arresto finisce in nulla allorché il killer si dà alla fuga, trovando ricovero temporaneo in una discarica.

Di lì a poco il cambogiano intraprende la via di casa, rimorchiando una ragazza ritardata (Pei Pei) e già che c’è pugnalando il padre che la maltratta, ma Wai non ha intenzione di abbandonare la caccia, anche se ciò significa percorrere il Sudest asiatico in lungo e in largo per stanare il suo uomo.

Immerso in un gioco di immagini a tinte marroni e ambientato in una sfilza di luoghi scalcinati, da un lercio tugurio a malfamati locali di incontri illegali di boxe fino a ruderi vecchi di secoli, Dog Bite Dog si dipana entro i confini di una propria visione della sozzura, della violenza e del tormento personale.

Sia il cacciatore che la preda vivono profonde tribolazioni, ciascuno segnato emotivamente dalla figura di un padre crudele e spinto a eccessi emotivi dal proprio passato.

L’azione è diretta e primitiva, senza coreografie stravaganti, e un sonoro eccezionale potenzia l’escalation della ferocia, esacerbando i duelli sullo schermo con rumorosi ringhi e tonfi.

I protagonisti Edison Chen e Sam Lee non deludono, grazie alla loro stoffa da duri, sia che si scazzottino su ring polverosi o, nel caso di Chen, che sputino secche battute in cambogiano.

Lam Ka-wah provvede a offrire una squallida storia secondaria nelle vesti del padre di Wai mentre Pei Pei è al suo grande debutto hongkonghese nei panni della ragazza con problemi di linguaggio che il killer riesce a incatenare a sé con il miraggio di un nuovo inizio.

Quando il film si avvicina alla parte finale il ruolo della donna provoca una netta virata verso il sentimentalismo, regalando un tocco di luce decisamente indispensabile al ritmo altrimenti implacabile di Dog Bite Dog, ma non vi è alcun dubbio che in ultima istanza la grossa sorpresa resta una spietata resa dei conti.

Si ringrazia il Far East Film Festival per la scheda

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