Recensione di Black Mask 2: City of Masks di Tsui Hark

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Moloch trasforma dei campioni di Wrestling in dei pericolosi guerrieri mutanti.

Black Mask 2: City of Masks – Hak hap 2 – Hei xia 2 – Tsui Hark (2002)

Durata: 98′ – 102 ‘
Origine:
Hong Kong, USA
Soggetto:
Julien Carbon, Laurent Courtiaud, Tsui Hark
Sceneggiatura:
Jeff Black, Charles Cain
Produttori:
Charles Heung, Tsui hark
Produttore lineare:
Wai-Chung Chan
Produttore amministrativo:
Tiffany Chen
Produzione Design:
Bill Lui
Fotografia:
Wing-Hung Wong, William Yim
Interpreti:
Tobin Bell, Jon Polito, Teresa Herrera, Tyler Mane, Andrew Bryniarski, Scott Adkins, Rob Van Dam, Sean Marquette, Oris Erhuero, Robert Allen Mukes, Michael Bailey Smith, Traci Lords, Andy On, Silvio Simac, Sau Leung ‘Blacky’ Ko, Terence Yin
Montaggio:
Angie Lam, Chi-Sin Mak
Musiche originali:
J.M. Logan
Suoni:
Steve Burgess, Joel Jaffe, J.M. Logan, Chris Quilty, Chris Goodes
Costumi:
William Fung
Casting:
Jory Weitz
Direttore dell’azione:
Woo-ping Yuen
Direttore delle arti marziali:
Woo-ping Yuen
Coordinatori stuntmen:
Nicola Berwick, Huan-Chiu Ku, Shun-Yee Yuen
Coreografo dell’azione:
Yuen Bun
Supervisione effetti visivi:
Koan Hui
Effetti speciali:
Leigh Bobb, Rick Bongiovanni, Matt Falletta,Cleve Gunderman, Ron Karkoska, Sosh Kimura, Michele Tyminski
Temporizzatore del colore:
Kenny Becker

I primi prototipi sono Lupo, Serpente, Artiglio, Camaleonte ed Iguana. Uno di questi cinque lottatori, Iguana, prima del debutto sul ring, nei bagni del palazzetto dello sport, dopo aver subito un’incontrollabile mutazione aggredisce e ferisce il suo avversario, padre di Raymond, un bambino di 11 anni.

In seguito, desideroso di mostrare a tutti la sua forza, semina panico tra gli spettatori, ricercando l’attenzione degli obiettivi delle telecamere e delle macchine fotografiche.

Mentre le televisioni riprendono l’accaduto, arriva un misterioso uomo coperto in volto da una maschera nera.

I due iniziano ad affrontarsi sul tetto dello stabile ed Iguana ha la peggio. Orgoglioso, il lottatore rifiuta l’aiuto di “Maschera Nera” e si lascia precipitare nel vuoto.

I compagni di Iguana, sono sotto shock per la morte dell’amico e particolarmente preoccupati per la propria sorte.

Per tranquillizzarli l’impresario offre loro una grossa cifra di denaro, ma Camaleonte è l’unica, tra i lottatori, a rifiutare l’assegno poiché non vuole accettare alcun compromesso per giustificare la morte del suo amato Danny.

Nel frattempo il figlio del lottatore gravemente ferito da Iguana, si trova a vegliare sul genitore proprio nello stesso ospedale dove stanno facendo l’autopsia al cadavere dell’aggressore del genitore.

Il ragazzino profondamente traumatizzato per il padre incontra un giovane, nel quale riconosce subito le sembianze di “Maschera Nera”. Kang Fung, preoccupato, lo sorveglia continuamente e cerca di proteggerlo da possibili aggressioni; egli non sa però che dovrebbe preoccuparsi maggiormente per la sua sorte.

Infatti il re del Wrestling ha deciso di commercializzare la figura di “Maschera Nera” e farlo partecipare a degli incontri di lotta, ma questi lo affronta per sapere la verità sui pericolosi guerrieri mutanti.

Scopre così che questi sono il risultato dell’esperimento di Moloch: un mix tra DNA animale e DNA umano.

La soluzione viene somministrata anche a “Maschera Nera”, il quale, precipitato dalla finestra dell’ufficio del re del Wrestling, si imbatte ed affronta Camaleonte. Successivamente preoccupato del siero in circolo nel suo corpo si reca al centro analisi per chiedere un antidoto in grado di bloccare la metamorfosi in animale. Decide allora di portare via con sè la dottoressa del laboratorio.

I tre lottatori rimasti nel team del re del Westling scoprono che il siero mette in atto una trasformazione con notevoli gradi di instabilità, sotto consiglio di Moloch si dirigono in una zona sorvegliata per prendere dell’iridio ad uso ospedaliero in un centro di ricerca militare.

Camaleonte invece, auto isolatasi dal gruppo di guerrieri mutanti, viene a conoscenza che ognuno di loro ha tempi e stadi terminali differenti prima di trasformarsi irreversibilmente. Intanto la ricercatrice Marco Leung, dopo aver trovato la formula da somministrare a Kang Fu, poiché questi si presenta al suo cospetto nudo, rifugiatasi nel bagno e vedendo una maschera nera, scopre l’identità segreta del giovane e capisce di trovarsi nel suo nascondiglio.

Lupo e Serpente, durante il furto al centro di ricerca militare, non riescono a controllare gli impulsi aggressivi dovuti alla trasformazione e mentre questi sono in procinto di sfogare i loro più violenti istinti arriva “Maschera Nera” ad affrontarli. Il combattimento si sposta dalle gabbie di elefanti alle finestre dei grattacieli e proprio lì “Maschera Nera” ha la sua più completa metamorfosi in un feroce felino. La lotta continua violentemente, ma il trambusto creato da alcuni elefanti scappati dalle loro gabbie li interrompe poiché porta l’arrivo della polizia.”Maschera Nera” ritorna al suo rifugio. Spaventato a causa della completa trasformazione in animale da combattimento e della perdita di autocontrollo chiede alla dottoressa Leung di somministrargli l’antidoto.

Ma mentre la Leung tenta di iniettare il siero, “Maschera Nera” si dibatte e nella colluttazione tra i due l’uomo cade giù dalla finestra aperta. Atterrato su un balconcino fugge via per le strade affollate della città. Si imbatte in Camaleonte che vuole ucciderlo, ma Raymond si espone in sua difesa. Confuso e stordito Kang Fu fa ritorno nuovamente al suo nascondiglio dove decide di aspettare la ricercatrice. Questa preoccupata ed agitata per la salute dell’uomo si lascia andare ed accetta volentieri il bacio appassionato di lui.

Nel frattempo Serpente e Lupo si risvegliano con le loro sembianze sorvegliati e monitorati da Moloch. Le sorprese però per Kang Fu non sono terminate: Zeus e Nek, coloro che hanno dato luogo alla mutazione che gli permette di essere “Maschera Nera” sono intenzionati a riportarlo indietro nel loro laboratorio e per attirarlo in una trappola organizzano un grande spettacolo. Prima dell’evento allo stadio Nek incontra Moloch e cerca di impadronirsi dei dati segreti della formula che permette la trasformazione in guerrieri mutanti, quest’ultimo infine per mettere fuori combattimento l’avversario inietta in lui il siero della formula.

Lo stadio si riempie di spettatori ed arriva anche “Maschera Nera” che avverte il pubblico dell’imbroglio organizzato usufruendo del suo nome; ciò che però egli non sa è che Nek ha avvelenato il sangue dei lottatori e darà loro l’antidoto solo a patto che questi lo catturino. “Maschera Nera” si trova circondato e costretto ad affrontare i guerrieri mutanti, i quali non riescono ad avere la meglio su di lui. Raymond e Leung giunti sul luogo per sostenerlo, finiscono per essere inseguiti da uno dei lottatori. “Maschera Nera” dopo aver affrontato Camaleonte, che come il suo amato Iguana si lascia morire cadendo nel vuoto, lotta contro Nek che viene definitivamente sconfitto morendo fuso con una statua, tenendo un detonatore in mano.

Il lieto fine può ora fare il suo ingresso trionfante: Raymond torna a casa con il padre finalmente dimesso dall’ospedale e Kang Fu con l’affascinante dottoressa Marco Leung possono intraprendere nuove avventure a cavallo della loro rombante moto.

Se il primo “Black Mask” diretto da Daniel Lee si poteva distinguere per la spettacolarità delle acrobazie, dei voli e salti, delle piroette, capriole e giravolte a terra e sui tetti, questo sequel diretto da Tsui Hark vede la sua forza negli effetti visivi e speciali.

Le evoluzione e l’arte della lotta tra “Maschera Nera” ed i guerrieri mutanti sono più ricercate solo nel momento del combattimento finale che porterà alla conclusione la storia e l’avventura dell’eroe. Tutti gli altri combattimenti offrono una spettacolarità incentrata solo sugli effetti di computer che operano un accurato morphing nell’elaborazione delle trasformazioni e dei movimenti dei guerrieri mutanti.

Cattura infatti particolarmente l’attenzione nella pellicola l’effetto applicato sulla faccia di Iguana in fase di metamorfosi il quale prende accese tinte giallo, arancio e verde. Oltre a notarsi la debolezza e mancanza delle armonie create dai movimenti del corpo grazie alle arti marziali, punto vivo della pellicola di Daniel Lee, questo sequel manca totalmente della comicità ed ironia che erano particolarmente incalzanti nel primo film.

Anche se le figure psicologiche di “Black Mask” venivano solamente accennate, queste presentavano però precise sfumature e demarcazioni che invece risultano essere totalmente assenti nella storia narrata da Tsui Hark. Di Kang Fu si riesce ad intuire molto poco e così pure della dottoressa Marco Leung. Le uniche due figure che hanno una lieve sfumatura intima ed emotiva sono Camaleonte, la quale vediamo desiderosa di vendetta per la morte dell’amato ed il piccolo Raymond in attesa della guarigione del padre tenta di aiutare colui che ha ha salvato lui da una morte certa.

Dominique Musorrafiti

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