Recensione di A Chinese Ghost Story III di Ching Siu-tung, Tsui Hark

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Dopo una tempesta di sabbia due monaci, uno vecchio dalla lunga barba bianca e Fong, più giovane vedono un gruppo di contadini inseguiti da Yin, un ladro con una grande spada.

A Chinese Ghost Story III
– Sinnui yauman III: Do Do Do
di Ching Siu-tung, Tsui Hark (1991)

Durata: 106’
Origine:
HONG KONG
Produttore:
Tsui Hark
Produzione:
Roger Lee
Sceneggiatura:
Roy Szeto, Tsui Hark
Interpreti: Wang Hsu Hsien, Tony Leung Chiu-wai, Jacky Cheung, Nina Li Chi, Lau Siu-Ming, Lau Shun, Lau Yuk Ting, Joey Wong
Fotografia: Moon-Tong Lau
Montaggio: Chi-Sin Mak
Direzione artistica: James Leung
Musica:
James Wong, Jacky Cheung
Coreografie azione: Yiu-Sing Cheung, Ching Siu-Tung, Yuk-Sing Ma

Yin li fa a pezzi e li deruba sotto gli occhi di disapprovazione dei due monaci buddhisti. I due entrano in un villaggio dove vi sono i preparativi per una festa e lì reincontrano Yin, che insieme ad alcuni delinquenti locali ha l’intenzione di mettere le mani su un Buddha d’oro custodito dai religiosi.

I monaci decidono di proseguire il loro cammino, ma con il sopraggiungere della notte sono obbligati a rifugiarsi in un vecchio templio abbandonato, che si dice sia infestato dai fantasmi, e si trova nei pressi di un cimitero.

Sono stati seguiti dal gruppo di delinquenti che però distratto dal canto di alcune fanciulle, ed entrati in una stanza decide di abusare delle due sorelle adagiate su un tappeto di fiori. Sedotti dalle fanciulle le seguono nell’abitazione e si gettano in una vasca, dove con sorpresa, capelli mostruosamente allungati e così pure unghie e lingue chilometriche li avvolgono e li divorano ingordamente.

Infatti dopo 100 anni di sonno Priestess, un mostro dalla voce femminile e maschile, si è risvegliato, con le sue concubine e ancielle è pronto ad usare gli esseri umani come spuntini notturni.

Vengono presi di mira anche i due religiosi, che alloggiano temporaneamente nel territorio dove il mostro agisce la sua sfera di terrore. Mentre Fong rimane nel templio, custode del Buddha, il vecchio maestro esce a scacciare gli spiriti malvagi. Fong da solo, viene visitato da Lotus, una affascinante concubina del mostro, che insistentemente cerca di sedurre il giovane monaco.

Solo dopo molti tentativi andati a male Fong capisce che è stato visitato da un fantasma e così cerca di scacciarla con la forza della preghiera.

Ma quando la vede in fin di vita, preso a compassione decide di lasciarla andare. Il mattino dopo il vecchio maestro è intenzionato a lasciare il templio, ma Fong finge di sentirsi male a causa dello stretto digiuno, poiché non ha il coraggio di rivelare che la notte precedente cadendo dalle scale ha smarrito il Buddha d’oro.

Il maestro decide di andare a chiedere l’elemosina per il cibo e lascia il giovane che nel sottoscala del templio, tra ragnatele e serpenti disperatamente ricerca la statuetta. Sopraggiunge la notte e Fong ancora solo è nuovamente visitato da Lotus.

Il fantasma fingendo di essere stata morsa da un serpente, ed in seguito approfittandosi dell’ingenuità di Fong, che pensa di aver inghiottito il veleno, bacia il monaco pronta a succhiare dal suo profondo la sua energia vitale.

Colpita dalla buona fede di Fong rivela di averlo ingannato e lo aiuta nella ricerca della statuetta che trovano avvolta da alcuni serpenti, ma purtroppo rotta.

Sembrano essere diventati amici, ma con il sopraggiungere del maestro, il quale percepisce la presenza demoniaca e inizia a pregare e scrivere formule religiose sugli stipiti delle finestre, Lotus nascosta è violacea e priva di forze. Fong la aiuta gettando dalla finestra il rosario del maestro, il quale credendo sia opera di uno spirito vola a recuperarlo. Quando lo recupera si accorge della presenza di Lotus e la infilza con il suo bastone da religioso. Nel frattempo la lunga lingua di Priestess ha preso Fong e nel tentativo di liberare il giovane monaco, il vecchio maestro inizia un combattimento con il mostro.

Fong nuovamente salva Lotus togliendole dal petto il bastone, ma quando ritorna a restituirlo al suo maestro inevitabilmente nel momento in cui si sente chiedere la statua del Buddha d’oro, deve confessare la sua rottura. Il maestro nel constatarlo viene colpito agli occhi da un violento lampo accecante e scompare. Fong l’indomani tornato al vicino villaggio cerca un saldatore per aggiustarla, ma derubato, ingannato ed accusato di furto chiede aiuto a Yin, che dopo essersi fatto promettere del denaro lo soccorre, ma oramai è troppo tardi, per vendetta la statuetta è stata gettata nel fuoco ardente e si è fusa. Ormai Yin, desideroso della ricompensa, decide di aiutare Fong a ritrovare il suo maestro. Trascorrono la notte nel templio infestato e ricevono prima la visita di una delle sorelle di Lotus ed in seguito la sua.

Il giovane monaco si fa rivelare il luogo dove può ritrovare il suo maestro, ma nel frattempo la sorella gelosa di Lotus, arriva con Priestess che attacca i due.

Yin combatte fieramente e riesce con l’aiuto di Fong a salvare Lotus, ormai considerata una traditrice. All’alba Fong e Yin trovano un albero dove vi sono numerose urne, tra le quali trovano quella di Lotus, dove si trova il suo amato pettine rosso.

Sull’albero vi è il maestro il quale però non può più vedere. I tre tornano al villaggio e nella sera dei festeggiamenti Fong viene rapito da Priestess.

Lotus dà a Yin e al vecchio le indicazioni di dove possono trovare il giovane in cambio delle sue ceneri. Lei, grata dalla solidarietà ricevuta prima da Fong ed ora da Yin, decide di aiutarli ed insieme liberano il giovane religioso e sconfiggono Priestess.

La pellicola, per chi ha visto il primo della trilogia, inevitabilmente non può essere esente da paragone poiché nella trama riprende il primo in moltissime parti, ma con effetti di magia diversi.

Ricca di effetti speciali non è facile dimenticare di aver visto questo film prodotto da Tsui Hark con cooprotagonista Jacky Cheung.

Sono impressionanti, ma non bellissime le scene dove le lingue lunghissime catturano le vittime ed anche quelle dove i lobi del maestro vibrando velocissimamente poiché percepiscono l’arrivo dei demoni (forse il riferimento del monaco buddhista vuole essere un riferimento a Laozi).

Mentre Lotus usa i capelli come spada o lazzo, la sorella lunghe unghie rosse e Yin un rotolo di formule magiche che lo porta a fare anche inchinare i soldi davanti a lui, solo Fong non ha poteri.

Ma il vecchio monaco che vola è davvero comico, come pure la bugia che inventa Fong, il quale si pettina le sopracciglia dicendo di aver comprato un pettine, per nascondere il gingillo perso da Lotus.

Il tutto è veramente inverosimile, non solo per le immagini ma per i dialoghi senza senso che possono solo far sorridere, ma sono da considerare i richiami che avvengono nella storia, dove i grani del pallottoliere per contare i soldi di Yin richiamano quelli del rosario per le preghiere dei sutra buddhista che recita il vecchio maestro.

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