Nuovi Orizzonti per gli omosessuali cinesi

  1. Casa
  2. /
  3. Blog
  4. /
  5. Attualità in Cina
  6. /
  7. Nuovi Orizzonti per gli...

Mentre Li Yinhe cerca la legalizzazione del matrimonio omosessuale. Verità in evoluzione costante dalla nuova Cina di oggi

di Dominique Musorrafiti

17 Novembre 2007 – Li Yinhe, sessuologa della Chinese Academy of Social Sciences, riferisce che gli omosessuali in Cina affrontano molte meno pressioni dalla società rispetto agli omosessuali che vivono negli altri stati del mondo.

Una recente ricerca condotta da Li, sull’accettazione sessuale mostra che il 90% di quelli sondati non crede che la sessualità centri con il lavoro, mentre la percentuale che la pensa nella stessa maniera in America corrisponde al 86%.

Ai giorni nostri, websites, hotlines e bar omosessuali sono diventati molto più comuni in Cina. Alcuni non hanno neppure più quell’imbarazzo o difficoltà nel baciarsi nei luoghi pubblici ed i loro comportamenti non infastidiscono più così tanto i cinesi. E’ ben accetto che l’omosessualità è alla pari dell’eterosessualità, e nessuno crede più che non siano in grado di fare ogni genere di lavori.

Vi sono all’incirca più di 30 milioni di omosessuali in Cina, circa 2 o 3 su ogni 100 persone (ovviamente dichiarati). Sono molto più accettati nelle classi sociali più alte, quali i colletti bianchi, vengono anche molto apprezzati nei campi artistici, non solo attirando i riflettori su di loro quando creano opere o lavori ammirevoli, ma anche in veste di veri e propri mecenati che danno così modo alla Cina di avanzare vertiginosamente nel campo contemporaneo artistico.

Solo 20 anni fa, l’omosessualità in Cina era vista come crimine, 10 anni fa, era ancora considerata una malattia mentale, (solo nel 1997 è stata eliminata dal codice penale e solo nel 2001 è stata tolta dalle liste dei disordini psicologici) e vi era anche chi diceva che i cinesi geneticamente non possono essere omosessuali.

Li Yinhe

Ora le più grandi pressioni verso gli omosessuali non sono la società o le regole, ma i genitori che creano incomprensioni ed esigono una realtà differente da quella che i figli sentono.

Li Yinhe, in qualità di maggior ricercatrice sull’omosessualità in Cina, ha lavorato duramente per promuovere la legalizzazione del matrimonio omosessuale.

Li, ottimisticamente riferisce che la Cina si muoverà anche su questo fronte, e sente che non vi sono forze conservatrici estreme che si oppongano concretamente all’omosessualità.

Quest’anno infatti sono stati numerosi i passi mossi dalla società per avvicinarsi agli omosessuali offrendo anche test di controllo gratuiti.

Il Beijing Rainbow Volunteers Work Center, una organizzazione AID, lo scorso settembre aveva riferito che gli studenti omosessuali del college che si sottopongono ad un controllo per AIDS ottengo un compenso di 50 RMB.

L’organizzazione promuove il suo check gratuito accompagnato da un questionario, nella speranza di comprendere come gli studenti si infettino contraendo questa malattia, quanto siano informati sull’AIDS e che tipo di necessità abbiano bisogno per proteggersi maggiormente e prevenire il contagio.

Le informazioni del controllo e del questionario successivamente fornite al China Disease Prevention and Control Center servono a realizzare per una migliore mappatura e comprensione della crescita dell’AIDS in Cina.

In base a questi dati i medici e coloro che lavorano nel campo della ricerca di questa malattia possono cercare di creare un programma per la prevenzione dell’AIDS. Ovviamente i nomi di coloro che si sottopongono a tali controlli e questionari rimangono del tutto confidenziali.

Controllo medico e questionario si svolgono al Beijing Jingcheng Skin Disease Hospital e come promosso dall’organizzazione, gli omosessuali che si presentano e concludono il check più test ricevono 50 RMB. Coloro che vengono trovati positivi all’ HIV/AIDS ricevono una serie di trattamenti e cure gratuite.

Xiao Dong, a capo del progetto, ha riferito di aver fatto il controllo a più di 300 studenti sia per AIDS che per la sifilide, malattia venerea riesplosa l’anno scorso in Cina.

In una ricerca del 2006, sempre supervisionata da Xiao Dong, su 526 studenti omosessuali era emerso che solo il 20,5% dei sondati possedeva un senso di prevenzione e precauzione sessuale.

Verso fine marzo 2007 era stato pubblicato dai media ufficiali cinesi un articolo che parlava del lato gay di Shanghai e delle novità e difficoltà incontrate dalla città. Il pezzo in particolare iniziava proponendo Pink Home, un locale, voluto dal britannico Simon Adam e dal gay cinese Ricky Lu. Il club, considerato “unico”, vede l’organizzazione attiva di party e serate e non cessa mai la sua programmazione nonostante pressioni di hotel e ristoranti, poiché i suoi affezionati non possono rinunciarvi.

Originariamente, era una villa della concessione francese, conosciuta come Home Bar, uno dei primi e migliori luoghi di ritrovo a Shanghai dove interagiva la scena gay della città, ma successivamente Adam e Lu avevano compreso che qualcosa stava cambiando e che Shanghai era pronta per aver qualcosa di più grande, così avevano ribattezzato il bar in Pink Home e dato al luogo un lifting facciale.

Pink Home infatti rispecchia le esigenze della nuova scena gay di Shanghai, offre ai suoi frequentatori la possibilità di ascoltare club-music pulsante, fumare, immergersi nei bui corridoi con i neon psichedelici dove poter ritrovare altre persone che hanno voglia di conoscere tra una cocktail e l’altro qualcuno con cui parlare amichevolmente in un’atmosfera di relax e divertimento. Ovviamente non è sempre stata così aperta la scena gay della città, erano pochi gli eventi da trovare a Shanghai e le serate erano unicamente al Kevin’s, Eddy’s, e solo più tardi all’ Home Bar.

Ciò che veniva offerto era un ritrovo di dimensioni microscopiche rispetto alla richiesta, infatti, alcuni stranieri, che erano passati per Shanghai all’epoca, ricordano una scena gay, ma soprattutto lesbo, inesistente. Hannah Miller, americana di 27 anni, ripensando al suo primo impatto con la città rimembra che l’unica offerta per le lesbiche presente era in un solo bar il sabato sera.

Juliet, una francese di 26 anni, ha riferito che nel 2002 per chi lo chiedeva si era finalmente aperta una realtà virtuale aggiornata di informazioni, infatti fortunatamente siti come Utopia, Fridae, Shanghaiist e City Weekend hanno iniziato ad offrire informazioni aggiornate sugli eventi gay e lesbo e liste complete di locali, tipo nightclubs, discoteche o anche ristoranti, centri massaggi, spa e saune che danno anche la possibilità di registrarsi come soci ed ottenere sconti sui servizi offerti.

La popolarità dei portali gay cinese, come Mollis.org e del network dei blog gay come GayBlog.cn hanno infuso un forte senso di unione e comunità tra i clubs. Vi sono la collettività online come “Les in Shanghai”, un gruppo sociale per lo più formato da molte lesbiche espatriate che hanno scelto la Cina, che comprende più di 90 membri, o come il gruppo locale cinese “Butterfly” che fa uso di SMS per organizzare regolarmente i sabati notte raduni in vari bar e ristoranti.

Negli ultimi anni i media hanno toccato sempre più spesso l’argomento sessualità anche legato alle leggi del sesso. Numerosissimi film cinesi indipendenti o underground come “Fish and Elephant”,“Tong Zhi”, “Butterfly” di Yan Yan Mak, “Shanghai Panic” di Andrew Chen etc … hanno messo sulla scena la realtà della cultura gay nelle città della Cina.

Star della musica e del cinema hanno iniziato a mostrare “ambiguità” sessuale sia nell’abbigliamento, nei servizi fotografici, negli spettacoli sul palco scenico o dichiarandolo apertamente alla stampa, sono così diventati nomi noti al pubblico cinese ed internazionale e sempre più comuni nei rotocalchi dei media: il soprano Han Hong, i ragazzi promossi in televisione da “My Hero”, Li Yichun e Zhou Bichang lanciate dallo show “Super Voice Girls”. In Cina si è creata una curiosità, un interesse ed un supporto per molti inaspettato, rivolto ed indirizzato verso persone che dimostrano un’identità di genere non tradizionale.

Il cantante Eason Chan (???) in un recente show di novembre 2007

Zhou Dan, un avvocato gay che lavora a Shanghai, ha infatti confermato che i media hanno di recente cominciato a seguire e porre attenzione sull’omosessualità, ma crede che la prima motivazione della nascita di tale interesse sia la salute della Cina e quindi un avvicinamento è dovuto all’esponenziale crescita dell’ HIV-AIDS. Le ricerche in loco mostrano che il numero di infetti di HIV nell’ultimo anno è cresciuto arrivando a toccare un 27,5%.

Alcuni educatori, che affrontano specificamente il tema AIDS, sono convinti e dicono che comprendere questa malattia, in uno stato dove parlare apertamente di sesso è un quasi un tabù e dove la crescita ed il rischio di contrarre l’AIDS è molto alto, anche per la presenza di un numerose prostitute, sia più importante di qualsiasi altro argomento.

La Chi Heng Foundation, una NGO con base a Hong Kong, visita gli eventi organizzati per i gay come pure i luogi di ritrovo, quali bar, centri massaggi, palestre sportive con la speranza di diffondere meglio una consapevolezza sui rischi, modalità di prevenzione e cura dell’ HIV-AIDS.

Ah Guang, un lavoratore di uno dei due uffici fulltime di Shanghai, crede che nonostante la buona volontà vi sia ancora tanto lavoro da fare in città.

Ma non tutti la pensano così, alcuni impiegati del centro credono che fortunatamente vi siano questioni affrontabili e risolvibili via telefono; infatti verso la fine del 2006 l’ufficio di Shanghai ha istituito la prima hotline, nella mainland cinese, di supporto per gay e lesbiche. Ah Guang riferisce che il servizio, che è attivo continuativamente dalle 7 alle 9 di sera, offre supporto non solo informativo ma anche umano ed emotivo per chi lo necessita.

Roger Shen, anche lui attivo fulltime nel centro, riferisce che i consulenti telefonici oltre a informare su questioni specifiche, sono pronti ad incoraggiare chi chiama ad operare le scelte migliori o rinunciare a prendere certe decisioni non idonee e con conseguenze rischiose. Uno dei tanti episodi ricorrenti che lo colpisce è il caso di ragazzi che chiamano riferendo che i genitori minacciano di togliersi la vita qualora non vedano il matrimonio di questi.

Infatti in Cina, specialmente nelle campagne, lo sposalizio dei figli è una delle realtà e ragioni di vita più importanti di alcune famiglie. Shen, ha riferito che in questi casi è sempre difficile suggerire la giusta via da percorrere, l’unica cosa possibile è aiutarli a focalizzare e capire le potenziali conseguenze di entrambe le scelte.

Il Nanfang Daily, i primi di maggio di quest’anno, riferiva che nel 2006 la hotline di supporto per gay e lesbiche ha ricevuto 2336 chiamate, di cui un 51,3% da gay. Il 26,2% di chi ha richiesto un consulto si è informato su questioni legate a problemi legali, il 15,3% ha chiesto informazioni sulla prevenzione dell’AIDS e un 5% delle chiamate era di lesbiche. Vi sono stati casi dove erano i genitori o altri componenti della famiglia a chiamare la hotline per chiedere aiuto, specificando di gravi problemi psicologici (incomprensione, non accettazione, emarginazione etc …).

E’ capitato anche che madri dicessero di volersi offrire come volontarie per aiutare altri genitori che come loro non riescono a comunicare con i figli. Alcune madri sono infatti rimaste shockate quando hanno capito della diversa attitudine sessuale dei figli e per questo hanno chiamato la hotline più volte per capire come comportarsi e affrontare nella maniera più corretta la situazione.

Shen ricorda una madre con voce strozzata dalle lacrime alla sua prima telefonata, che con difficoltà raccontava singhiozzante e si condannava ed accusava. Solo dopo una lunga conversazione con i volontari la donna aveva compreso e capito la realtà di vita e sessuale del figlio, finalmente accettandola, e si era anche resa conto che i suoi pregiudizi avevano creato unicamente dolore e sconforto al giovane.

Feng, che è responsabile della divisione della hotline a Guangzhou, dice che le pressioni che ricevono alcuni omosessuali sono così forti da portarli in un certo punto della loro vita a sposarsi con il sesso opposto controvoglia. Ovviamente un matrimonio eterosessuale non cambia la loro sessualità e neppure li aiuta psicologicamente, inoltre quando all’interno del matrimonio viene a galla la reale preferenza sessuale di uno dei due coniugi insorgono numerosi e gravi conflitti matrimoniali che sono causa di problemi non solo per la coppia, ma anche per famiglie ed amici che non sempre sono in grado di comprendere ed aiutare nella maniera più idonea. Infatti, Feng, crede che sia necessario stare vicini ai componenti delle famiglie degli omosessuali, poiché hanno pochi punti di riferimento che prestano loro vera attenzione, comprensione ed aiuto.

Il Guangzhou Daily nel luglio 2006 aveva riportato delle importanti realtà emerse durante il primo meeting di prevenzione per l’AIDS nel Guangdong, voluto dal governo e sostenuto dai volontari omosessuali.

Infatti era stato affrontato il fatto che molte coppie del Guangzhou eterosessuali conducono anche una vita omosessuale e questa realtà è molto più elevata nel settore dei lavoratori migranti, che sono anche quelli che prendono minori precauzioni sessuali e quindi più a rischio AIDS.

Oltre alla questione AIDS sono però più gravi e numerosi i casi legati all’aspetto psicologico emotivo che non sempre si possono sanare. Il crearsi di questi problemi comporta un alto tasso di depressione e suicidi tra i giovani gay, infatti la hotline riceve ogni notte una media di 8 chiamate su 11 che presentano questa situazione di disagio.

Xiao Yu, una lesbica di 27 anni che ha un lavoro IT durante la settimana, si è offerta di fare volontariato alla hotline di Shanghai durante le notti del weekend e dal piccolo ufficio riceve chiamate da tutta la Cina. Prendendo meticolosamente nota di tutto quello che le viene riferito, ha trovato esperienze che possono essere utili per molti, come pure alcune lezioni che lei stessa ha imparato nella sua vita: dispensa consigli preziosi che aiutano chi chiama a prendere specifiche decisioni, ma non sempre i problemi che le vengono esposti sono di semplice soluzione.

La maggior parte delle chiamate che riceve sono di lesbiche intrappolate in matrimoni eterosessuali. Molti gay e lesbiche rinunciano alla propria vita rassegnandosi ad un’esistenza che cercano di farsi piacere o “falsamente” si vogliono illudere di aver imparato ad amare a causa delle pressioni della famiglia sui temi matrimonio e discendenza.

Una volta, quando l’organizzazione Butterfly aveva promosso un suo party invitando via SMS i soci, si era creato un tipico caso: Xiao Yang, di 29 anni, e Xiao Dong, di 31, durante la serata avevano ballato reciprocamente appassionatamente sulla pista da ballo, ma allo scoccare dell’una di notte, quando il party era oramai giunto al suo termine, Xiao Yang aveva spedito al marito, che la aspettava a casa, un messaggino al cellulare dove lo informava che si stava muovendo sulla via del ritorno.

Xiao Yang, munita con della lucenti lenti a contatto blu, ha rivelato che è il suo unico modo per non far preoccupare il marito, nascondere la sua identità e preferenza sessuale. Lei non intende dare alcuna ansia al marito poiché non vuole ferirlo e per questo motivo tiene da più di cinque anni segreta la sua partner Dong, come pure la nasconde da tutta la sua realtà di famiglia, dai suoi figli e dal lavoro.

Per persone come lei il sabato sera diventa una preziosa via di fuga e rifugio dove ritornare per ritrovare se stessi.

Sulle questioni matrimoniali la comunità gay è nettamente divisa in differenti opinioni, vi sono stati infatti pubblici dibattiti tra Li Yinhe e He Dongping sulla legalizzazione del matrimonio tra due individui dello stesso sesso, anche perché è molto alto il tasso di omosessuali in Cina che controvoglia finisce in relazioni eterosessuali.

Dylan Chen, uno studente di marketing a Shanghai di 22 anni, non sa se mai si sposerà, ma non crede che il matrimonio tra due dello stesso sesso necessiti di essere legalizzato. Sugar Shu, bisessuale di 25 anni, dello Shanghai Studio bar, vuole avere figli.

Shu dice che vi è una parte di gay convinta che afferma che volere dei figli sia una via di pensiero molto naturale, e che quindi sia lecito volere una famiglia, indipendentemente dalla propria preferenza sessuale.

Xiao Yu invece pensa che sia un’idea unicamente motivata perché in Cina rimane molto forte la pressione che esercitano i genitori e le famiglie e per questo motivo sarebbe di grandissimo aiuto stabilire un associazione internazionale come Parents and Friends of Lesbians and Gays (PFLAG).

Una realtà di questo genere era emersa sull’ Harbin Daily nel settembre 2006, dove si poneva l’attenzione su una coppia gay, Mr. Chuan, di 40 anni, e Mr. Qing, di 30 anni, che stava vivendo finalmente la sua felice storia d’amore nella provincia cinese dell’Heilongjiang.

Mr. Chuan aveva deciso di sposarsi e quindi formare una famiglia con la moglie mettendo così al mondo una figlia, ovviamente vivendo per lunghissimo tempo con sofferenza la sua identità sessuale. Dopo anni di silenzio e rassegnazione finalmente Chuan ha deciso un giorno di riprendersi la sua identità e dopo aver trovato la sua amata metà nel 2003 ha deciso di formare con lui il suo sereno nucleo familiare.

Come un adolescente al primo innamoramento Chuan conserva nel suo portafogli la foto dell’amato, ed ha confessato che a casa si sono fatti scattare delle foto dove indossano abiti nuziali.

Chuan, che non ha dimenticato il suo passato e la ex moglie ha confessato apertamente che non provava alcun tipo di passione per lei, inizialmente pensava e credeva che la sua vita avrebbe potuto essere tranquilla e semplice, ma nel 1995 quando incontrò un gruppo di modelli omosessuali in un nightclub, ha cambiato idea e capito che doveva divorziare dalla moglie.

Chuan ha riferito di un curioso diminutivo dato ad Harbin agli omosessuali “Piaopiao”, che significa “drifting to and fro” (essere trascinati dalla corrente avanti e indietro).

Chuan riferisce che è importante e necessario avere qualcuno con cui condividere felicità e tristezza, proprio come accade nella sua relazione con Qing. Un’unione ed amore che non può essere sostituito da quello di un genitore o fratello. Entrambi avevano un desiderio romantico, cioé trovare un uomo con cui vivere un amore per sempre, ed ora si sentono di aver realizzato il proprio sogno incontrandosi.

Ora hanno aperto un locale dedicato agli omosessuali locali e lì circondati da gay e lesbiche che frequentano abitualmente il bar, si sono sposati.

Alcune coppie etero invece devono affrontare il fatto che il loro matrimonio è una frode e quando necessitano informazioni o supporto legale su come affrontare il divorzio prendono appuntamento con Zhou. Questi riferisce che non lo consultano perché risulta il migliore tra gli altri avvocati, ma unicamente perché sono certi che egli comprende le cose molto meglio.

In aggiunta al dover nascondere la propria vera identità alla famiglia vi è un’altra pressione: vi sono casi di lettere minatorie e di estorsione, che rendono in Cina gli omosessuali sempre più diffidenti.

In molti casi alcuni gay incontrano persone che hanno conosciuto online nelle chat rooms o nei siti web specifici, per cercare una possibile amicizia, invece si trovano inaspettatamente vittime in hotel dove vengono “beccati” sul fatto e fotografati. Successivamente vengono minacciati tramite posta e ricevono estorsioni di ingenti somme per mettere tutto a tacere.

Chen ha rivelato le sue preferenze sessuali al 90% degli amici più stretti e familiari, ma a nessuno dei suoi compagni di studi, mentre Cavoizy si è rivelata a Shanghai solamente dopo che lo avevano fatto altre lesbiche.

Chen, Cavoizy e altre persone hanno rivelato che la loro paura è divenuta la protagonista dei pettegolezzi d’ufficio o un tema di discussione sul posto di lavoro.

Si è creato così come pieno effetto la politica del “non chiedere, non raccontare”. A Shanghai, sono poche le figure apertamente pubbliche come lo sono da anni l’avvocato Zhou e il cantante internazionale di jazz Coco Zhao.

Affrontare argomenti come la sessualità alternativa hanno un confortevole rifugio nell’accademia, anche perché in Cina si stanno creando realtà scolastiche ed attività pubbliche che pongono attenzione sull’omosessualità.

Zhang Beichuan, che ha studiato dermatologia, ha scritto, nel 1994, “Tongxing Ai” (Amore Omosessuale) il primo libro sull’omosessualità in Cina, seguito, nel 1995, dallo scrittore Fang Gang che ha pubblicato “Tongxing lian zai zhongguo” (Omosessuali in Cina).

La Fudan University di Shanghai, una delle prime scuole di formazione in Cina, offre un corso di laurea sull’omosessualità e salute pubblica che si è già svolto nel 2003 e 2005, ed anche una classe informativa, senza scopo di laurea, che ha riscosso così tanto successo che vi partecipano come auditori in piedi moltissime persone che non fanno parte del corpo studentesco della Fudan.

Sun Zhongxin, un professore che insegna anche in questa classe, crede che questo argomento debba essere obbligatoriamente e liberamente affrontato e trattato all’interno dell’università.

Sun, che ha effettuato studi sociologici ed ha compiuto ricerche nel campo dell’orientamento e dell’identità sessuale, non crede che in Cina vi sia una vera libertà neppure all’interno dell’università, poiché non si sente pienamente libero di sviluppare programmi, come potrebbe invece accadere nel medesimo ambiente accademico di un paese occidentale.

Sun spera di pubblicare quanto prima un libro in merito all’aspetto legale dell’omosessualità, mettendo in luce le leggi applicate negli altri stati.

Parte di ciò che è razionale del libro, deve essere punto chiave di una ricerca da applicarsi in Cina.

Nonostante Sun veda una situazione universitaria non pienamente rosea, non bisogna dimenticarsi che in una realtà dove fino a poco tempo fa era nulla la possibilità di parlare e muoversi in territori riguardanti l’omosessualità, i passi mossi negli ultimi anni sono ammirevoli e da sottolineare.

La Zhongshan University di Guangzhou, metropoli nel sud della Cina, a novembre 2006 aveva fondato una delle prime organizzazione studentesche chiamata “Rainbow“. La prima organizzazione studentesca del genere nella mainland cinese. E’ chiara la fonte d’ispirazione e derivazione del nome, cioé dal movimento per i diritti dei gay occidentale “Rainbow Flag“.

Rainbow Flag

Il simbolo scelto per l’organizzazione illustra una casa con sei colori arcobaleno, simboleggiando così un’unità ed armoniosa comunità omosessuale.

Una ricerca in loco, all’epoca della notizia, aveva scoperto che un 89% degli studenti della Zhongshan University erano tolleranti verso l’omosessualità, una proporzione molto più alta rispetto ad altre realtà della mainland cinese. Infatti l’organizzazione ha registrato centinaia di membri in pochi giorni dalla sua apertura.

Un sondaggio online, svolto a Zhongshan aveva trovato un 60% dei cittadini più che favorevole all’associazione e persino speranzoso che vi sia una maggior tolleranza verso l’omosessualità.

Un giovane aveva lasciato un post dove dichiarava che tutti hanno il diritto di scegliere la propria preferenza sessuale senza che gli altri debbano intervenire. Qualora qualcuno dei suoi amici si dichiarasse omosessuale si augurerebbe il meglio per questi e per la sua famiglia.

Anche se dal punto accademico e legale l’accettazione sembra muoversi più lentamente, dietro questi nuclei la realtà della vita quotidiana si muove molto più velocemente. Pullulano bar e club, come Club Deep, Max Club, Frangipani, e Pink Home, movimenti internazionali e culturali, dove la scena gay è viva più che mai.

Kenneth Tan, singaporese di 29 anni, trapiantato in Cina ha aperto un negozio di biancheria intima maschile, lo store Manifesto. Infatti egli crede che l’ultima scena gay che trascende i party ed i bar sia quella dei servizi.

Sfogliando una rivista per gay è possibile trovare gay financial services, matrimoni per gay ed inoltre vi sono brand di fama internazionale che hanno icone gay che li rappresentano, ma un’offerta così grande non vi è ancora in Cina e secondo lui non vi sono i fattori perché si crei, infatti vede l’offerta legata per ora esclusivamente ai soli bar e party.

Il cantante jazz Coco Zhao

Coco Zhao invece non la pensa così, poiché vi sono cose che i soldi non possono comprare, poiché crede che non siano l’offerta o i servizi la priorità della comunità omosessuale.

Prima di uno show al JZ, un jazz club di Shanghai, dove esegue regolarmente le sue performance, Newsweek Select, in un’intervista al cantante aveva chiesto se crede che la nuova e crescente ondata di bar e clubs gay sia un segno evidente dell’accettazione e comprensione dell’omosessualità nella società.

Zhao aveva risposto di essere cautamente ottimista sui cambiamenti visti negli ultimi tredici anni a Shanghai, poiché crede sia importante fare il punto della situazione su quello che nella città è “hardware” e quello che è il “software.”

Sostanzialmente per Hardware si intende ciò che il denaro può comprare, quindi bar, ristoranti, locali di vario genere, se Shanghai aspira a divenire sempre di più una città di livello mondiale una cosa importante è avere il software, che Zhao definisce come cultura e tolleranza.

Zhao è convinto che la laurea di sviluppo o civilizzazione di ogni società si misura nel suo livello di tolleranza.

Se egli pensa che sia intangibile concepire come tolleranza l’evidenza concreta di edifici per dimostrare una crescente accettazione, ciò non vuol dire che anche questo aspetto non sia un fronte da prendere in considerazione, poiché gli edifici, non sono sterili mura ma implicano movimenti di persone che condividono insieme una stessa realtà in cui credono, quindi il fatto che ne possano nascere di nuovi senza problemi è già una parte del passo necessario per convivere liberamente ed armoniosamente accettando chi ha scelte sessuali differenti.

Kevin You, un giovane di 21 anni, nelle ore tarde della notte a Shanghai, scherzando allegramente e scambiandosi storie, su ricchi businessmen gay, con due clienti, altro staff ed il manager di uno dei più vecchi locali gay della città, come altri frequentatori del bar non è gay, ma lavorando lì ha compreso che in tutti gli uomini e le donne, etero, vi è una percentuale omosessuale, forse 1%, forse 5%, non importa quanto sia o se la si scopra o no.

Ad aprile un canale televisivo cinese ha messo in onda il suo primo programma focalizzato sulla realtà gay in Cina. La trasmissione che è stata promossa su internet è totalmente incentrata su discussioni riguardanti leggi e attualità della comunità omosessuale. L’idea di portare sugli schermi televisivi un programma simile è stata vivamente motivata dalla speranza di portare maggiore tolleranza nella società cinese dove per alcuni l’omosessualità rimane ancora un soggetto taboo.

Dan Griffiths, corrispondente della BBC, che si trovava all’epoca della notizia a Beijing, ha detto di vedere un programma come questo come un’importante metodo per far capire che le cose si muovono, ma si muovono lentamente, poiché vi sono ancora molte difficoltà da superare, bloccate dal muro delle idee tradizionali della famiglia, specialmente nelle aree più conservatrici.

Per cantanti e proprietari di bar come Qiao Qiao ( ?? ), è più facile parlare della propria sessualità anche in diretta online ed essere accessibili e viste da milioni di persone piuttosto che rivelare ai propri genitori di essere una lesbica.

La cantante che possiede il famoso “Feng”, bar lesbo della capitale cinese molto famoso nella scena lesbica e specialmente tra le attrici e le cantanti, in un piccolo studio televisivo a nord ovest di Pechino ha rivelato che sua madre alla notizia le è stata di grandissimo supporto, mentre il padre non riesce ancora ad accettare la sua scelta sessuale. Racconta che il padre diceva che erano solo le parole di una ragazzina che voleva sentirsi diversa, ma ora che è più adulta ed è sui trenta continua a ripetere la stessa cosa.

Qiao Qiao oltre alle difficoltà con il padre, poiché l’episodio ha voluto toccare campi come l’ignoranza, la mal interpretazione ed il pregiudizio, ha esposto l’amarezza che prova quando trova online post che attaccano violentemente e con disprezzo le persone gay ed ha riferito che anche se non sono rivolti a lei, si sente direttamente presa di mira da quegli insulti.

Lei è stata la prima lesbica ad aver esposto la propria identità come ospite dello chat show “Tongxing Xianglian”, insieme al ventisettenne gay Didier Zheng, che ha studiato psicologia in Francia alla Sorbonne ed ora lavora per promuovere la conoscenza dell’AIDS per la Hong Kong Chi Heng Foundation.

Il desiderio di Zhang è infatti quello di riuscire con il suo lavoro a dare ai gay cinesi la possibilità di aver una migliore possibilità di integrazione sociale.

Gang Gang, produttore dello chat show, dopo la prima diretta televisiva ha detto di essere a conoscenza che non tutti saranno in grado di accettare la trasmissione. Durante una sua apparizione all’interno del programma ha detto che vi è un 90% di persone che pensano che questo lavoro sia significativo.

Didier Zheng e Qiao Qiao

Nelle prima ora di preparazione, Gang ha presentato al pubblico Qiao Qiao, successivamente Didier Zheng e Shu Qi, che lavorano nel campo sociale dei travestiti, approfondendo il discorso sesso, identità e discriminazione.

Gang Gang ha raccontato che Didier Zhang è stato scelto tra più di 800 possibili ospiti che hanno compilato i form per partecipare allo show. “Tong Xing Xiang Lian” ha infatti l’intento di reclutare per ogni messa in onda persone da tutta la Cina, con un’unica esigenza: essere omosessuali.

L’intenzione di Gang per questo show è di mettere in ogni episodio celebrità, attori, cantanti, modelli ma anche gente che svolge una vita comune come avvocati, insegnanti, psicologi. Inoltre crede che sia un’ottima occasione che permette agli omosessuali cinesi di conoscersi e fare amicizia e scambiare esperienze; vede lo show come un forum per i gay che li mette in contatto con tutta la comunità televisiva cinese.

Gang, che vede i grandi cambiamenti della Cina verso l’omosessualità introdotti con l’apertura di hotline di supporto ed i test gratuiti per la trasmissione di malattie sessuali, crede che l’apertura della Cina sia maggiore nelle grandi città, grazie al numero di gruppi attivi che si muovono, infatti i gay lì possono praticare sports, nuotare, lavorare, andare a cantare al karaoke. Insomma svolgere ogni genere di attività. (Forse un’ apertura dovuta anche al maggiore scambio culturale che vi circola, creato dallo scambio d’informazioni, esperienze e realtà che portano anche i numerosi stranieri che si muovono o si trasferiscono in Cina.)

Egli sa che le discriminazioni non sono crollate e che le pressioni che subiscono gli omosessuali cinesi non sono le stesse che vivono gli omosessuali degli altri stati del mondo, come ad esempio possono essere quelle religiose.

Gang sa che in Cina di solito le pressioni sono esercitate dai genitori, dalla famiglia, dai vicini o colleghi, infatti è consapevole che la possibile reazione dei suoi genitori nei confronti della sua nuova produzione sull’omosessualità non sarebbe positiva ed in suo favore.

Proprio sull’argomento ha confermato che i contenuti, allo scopo di raggiungere la massima audience, potranno subire lievi modifiche a seconda della reazione suscitata nel pubblico.

Sicuramente non vi saranno cambiamenti radicali di pensiero verso l’omosessualità, ma vi è da parte di tutti quelli che vi partecipano la speranza che lo show possa insegnare a non giudicare le scelte sessuali altrui.

Vi sono così tante comunità gay in Cina, ma la maggiorparte della gente continua ad avere una conoscenza molto superficiale sui gay, una trasmissione come “Tong Xing Xiang Lian” permette di metter in luce le difficoltà, le pressioni ed i problemi che queste comunità devono affrontare ogni giorno.

Lo show è sviluppato in una serie di 12 episodi di video realizzati dalla www.phoenixtv.com (????) la stessa media company gestita dalla Phoenix Satellite TV station.

Il South China Morning Post ha pubblicato un commento di Zou Min, vice presidente della Phoenix Satellite Television, dove ribadiva che il programma non vuole incoraggiare il pubblico ad impicciarsi nelle vite della gente omosessuale, ma dimostrare che la Cina si sta aprendo e lo può fare ancora di più.

Ma oltre ai programmi che vengono messi in onda vi sono le realtà di quelli che vengono bollati e bloccati, è il caso di un popolare show di Hong Kong che i primi di febbraio 2007 ha visto chiudersi le porte della diretta accusato di promuovere l’omosessualità.

Mentre nella mainland si cerca di combattere i prigiudizi, sono sempre più numerosi i casi che vedono protagonista Hong Kong di intolleranza nei confronti della comunità omosessuale.

L’episodio di “Clangs” chiamato “Gay? Lover“, prodotto dalla Radio and Television Hong Kong, pubblica realtà produttiva che ha vinto numerosissimi riconoscimenti, aveva attirato immediatamente l’attenzione perché i temi affrontati erano investigare sul matrimonio gay e le pressioni sociali che trovano i gay.

Essendo solo questi i temi trattati, gli organi governativi lo avevano giudicato incompleto, di parte e quindi pro-gay: promotore dell’omosessualità .

RTHK si era dimostrata perplessa del comportamento e dalle motivazioni mosse contro l’episodio da parte della censura del Broadcasting Authority of the TV and Entertainment Licensing Authority.

Invece il Broadcasting Authority riferiva unicamente di aver “fortemente” avvisato RTHK che un episodio di tale argomento non poteva assolutamente essere trasmesso durante l’orario dedicato alla programmazione per le famiglie, nonostante fosse consuetudine di quella serie TV.

Solitamente i programmi RTHK sono ben noti per essere sponsorizzati ed apprezzati per la loro indipendenza dal governo. La serie “Clangs”, che ha visto tra le sue puntate l’incriminato tema, ha vinto numerosissimi premi locali ed internazionali, nella sua lunga storia di 28 anni di carriera giornalistica.

Tale mossa contro il programma aveva allarmato RTHK sulla sua libertà e relazione di subordinazione nei confronti del Broadcasting Authority.

L’episodio era stato trasmesso il 9 luglio 2006 e dopo la sua diffusione televisiva aveva ricevuto dal TV and Entertainment Licensing Authority 22 punti d’accusa tra cui:

-Essere pro-gay e promuovere l’omosessualità;

-Aver intervistato un cristiano che non è contro i gay, lasciando quindi credere agli spettatori che i cristiani non sono contro i gay e quindi che hanno pensieri irrazionali (beh, mica tutti i cristiani hanno pregiudizi sessuali o sono contro i gay, vi sono sacerdoti cattolici che appoggiano in pieno i diritti degli omosessuali, d’ altronde se si legge il Vangelo non vi sono mai riferimenti contro l’omosessualità o la discriminazione sessuale. Con la venuta di Gesù Cristo i 10 comandamenti vengono sostituiti con i 2 comandamenti basati sull’amore ed il rispetto, quindi non vi sono motivazioni che dovrebbero muovere un cristiano contro le comunità omosessuali, poiché Gesù ha sempre predicato la fratellanza ed uguaglianza ed i soli che accusava erano i ladroni, gli adulatori, insomma coloro che operano con biechi scopi e cercano di fare del male al prossimo, realtà di “peccato” indipendenti e non collegabili alle preferenze sessuali.)

-Non aver trattato l’argomento AIDS, quindi aver dato l’idea che l’omosessualità possa essere una realtà unicamente positiva e senza rischi.

Dopo una prima indagine del TV and Entertainment Licensing Authority andata per lo più a vuoto, per mancanza di motivazioni concretizzabili, questa autorità aveva passato il caso al Broadcasting Authority, che alla fine aveva consigliato ai produttori del programma che nel trattare un argomento tale è necessaria la massima neutralità e quindi mostrare anche il punto di vista contrario all’omosessualità e ai matrimoni tra persone dello stesso sesso; infatti sottolineava il fatto che alla trasmissione erano intervenute solo tre persone omosessuali: due lesbiche ed un gay che avevano raccontato delle loro esperienze personali e la visione sul matrimonio gay, come pure come i componenti della loro famiglia li vedano.

Per questo motivo il giudizio finale sull’episodio è un prodotto che mostra una realtà parziale e quindi non giusto per la messa in etere durante orari dedicati alla famiglia, poiché in tal modo non spiega le posizioni sull’omosessualità, non può insegnare ai bambini ma unicamente influenzarli ad un’unica realtà di parte.

Sulle altre accuse mosse all’episodio, invece, le autorità non avevano trovato nulla di offensivo o ingiusto nei confronti dei cristiani e neppure visto l’omissione dell’AIDS come un qualcosa di sbagliato, proprio perché non è l’omosessualità la causa della diffusione della malattia.

Hing Wah Leung, produttore dello show, prima di girarlo aveva fatto fare un’indagine per comprendere una possibile reazione della società e non vi erano stati problemi, anche perché non vi era neppure a livello di immagini nulla di shockante o provocatoriamente bollabile come “omosessuale” dato che l’unico segno d’amore visibile era il tenersi la mano di due ragazze.

RTHK, dopo tutta la polemica nata, ha ribadito che l’episodio era un composto di storie giornalistiche e non una discussione sulla sessualità, lo scopo era raccontare al pubblico delle identità, in questo caso mettere in luce quante sono le pressioni della popolazione gay e portare un po’ d’attenzione sulle minoranze, poiché RTHK è convinta che sia necessario parlare e dibattere di chi ha meno diritti.

The Society For Truth And Light” gruppo cristiano dell’isola di Hong Kong ha applaudito la decisione di affrontare l’argomento omosessualità in televisione. Chi Sum Choi, portavoce della comunità di Hong Kong, crede che la comunità locale sia divisa contro le discriminazioni sui gay e non c’è ancora un vero consenso e accettazione della gente, anche se, pensa che chi ha avuto occasione di vederla, può essere portato a pensare che vi è un’apertura ed un’accettazione tale da parte della società dell’ex colonia britannica che rende possibile mettere pubblicamente luce sull’omosessualità.

Fonti Originali: Chinanews, CRI, Min Lee, Ming Pao HK, Shanghai Daily – Megan Shank
Foto: Chinadaily, Phoenixtv.com, Tom.com, Cityhowwhy

Previous

Flash dalla Cina

Cina: dai Rambo Wedding ai grande schermo

Next

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.