Locali di tendenza in Cina

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Love, fight, cry, toilet, jail, AIDS, naked sushi and cloning … l’evoluzione dei bar e dei ristoranti in Cina e Taiwan. Alcuni perché e domande su queste realtà alternative degli ultimi anni.

Alcuni perché e domande su queste realtà alternative degli ultimi anni.

Fonti: Beijing Times – Chinabroadcast – Chinadaily – English.Eastda – East Morning Post – Reuters – Xinhua – Liu Jiang & Cao Yang – Shanghai Delta – Shanghai Star – Taipei Times-William Ide – Zhen Xueyuan – Wikipedia

Foto: CinaOggi

Una volta andare al bar con gli amici, oltre ad essere un momento di relax e divertimento, sottintendeva la possibilità di incontrare qualcuno con cui poter magari far nascere un’avventura romantica o una storia d’amore importante.

Negli ultimi trent’anni un po’ in tutto il mondo il sottinteso è divenuto qualcosa di esplicito in bar, locali notturni e discoteche, non solo per la fascia in età da matrimonio, ma anche per gli adolescenti. Si sono susseguite le aperture di bar con servizio di telefonia interna per permettere ai clienti di dialogare e conoscersi, club a tesseramento e discoteche hanno iniziato a fornire numeretti per stimolare i frequentatori a guardarsi scegliersi ed inviarsi messaggi, insomma molti bar e locali si sono dichiarati a tutti gli effetti un luogo per cercare e trovare l’anima gemella.

Il mondo comunica, si scambia le informazioni, la comunicazione è così veloce che alcune volte si può dialogare anche senza farlo, ovviamente come è accaduto in occidente anche in Cina è nato questo genere di bar dove si forma il gioco delle coppie: il Bailingtan Bar di Pechino è un locale che offre i suoi servigi a uomini e donne single dai ventisette ai trentotto anni.

Il trentaduenne Wei Ping, dichiarava lo scorso dicembre di recarsi al Bailingtan Bar, nelle prime ore della serata, circa ogni giorno dopo il lavoro. Non andava lì solo per rilassarsi ma per cercare qualcosa di più importante: la donna della sua vita. Lavora a Pechino per una IT company ed è molto impegnato con il lavoro. Spiegava di avere poche occasioni di incontrare persone al di fuori dei colleghi, per questo motivo non è ancora riuscito a trovare una compagna, benché, i suoi genitori e amici abbiano organizzato per lui incontri ed appuntamenti. Diceva di sentirsi confuso, poiché le donne conosciute, con una formazione culturale elevata ed una buona posizione lavorativa hanno presentato aspettative poco realistiche: qualcuno che garantisca un’entrata maggiore della loro, avventura e molto di più. Il locale offre a lui, come a tutti i clienti, la possibilità di scambiarsi informazioni personali e partecipare a svariati giochi d’intrattenimento.

Li Jingming, il padrone del bar, l’anno scorso dichiarava che il numero degli iscritti, che avevano rilasciato le loro informazioni personali, si aggirava sopra i 3000 single, e che il locale aveva contribuito alla formazione di coppie, di cui tredici successivamente unite in matrimonio. Secondo lui in tutto ciò vi è un paradosso: una società come quella cinese che negli ultimi anni è notevolmente migliorata e si è aperta, ha giovani più timidi o troppo esigenti o più chiusi.

Secondo lui, impiegano più tempo per trovare qualcuno ed allo stesso tempo non mantengono i contatti che iniziano, per questo, un locale come il suo bar è il luogo migliore per curare ed approfondire i contatti, anche perché tutti i clienti sono alla ricerca della stessa cosa.

Una volta erano i genitori che si occupavano di aiutare i figli a sposarsi, decidendo anticipatamente per loro oppure organizzando degli incontri. Ma nell’ultima decade in Cina vi sono stati così tanti cambiamenti economici e politici, che hanno determinato anche esigenze diverse e nuove modalità nel creare una famiglia. Uno dei problemi della ricerca del giusto partner è la mancanza di tempo, dopo una lunga giornata lavorativa, non sempre i nuovi giovani hanno pazienza e modo di incontrarsi ed approfondire una reciproca conoscenza. La maggiore libertà, i canali e le possibilità di scelta, in continuo aumento, invece di semplificare ed agevolare complicano la formazione delle coppie.

Molti giovani si dichiarano immediatamente a qualcuno che conoscono da meno tempo della durata di un programma televisivo; altri preferiscono andare al “Bachelors’ Club” per un’amore a prima vista; altri navigano in internet alla ricerca di affinità o elementi di compatibilità. Ad ogni modo nella vita di tutti i giorni hanno notevoli difficoltà nel trovare l’amore. Per questo ritorna in scena la figura del combina appuntamenti.

Yin Ling, frequentava saltuariamente il Bailingtan Bar, poiché in fase di approfondimento di conoscenza con un ragazzo francese. Crede che gli occidentali abbiano degli standard di vita più alti e che per questo possano essere maggiormente da prendersi in considerazione come possibili partners.

Li Sha, laureatasi a venticinque anni ed editor di una casa editrice di Pechino, poiché ancora in casa con i genitori è divenuta frequentatrice del Bailingtan single’s club. Li riferiva che avere una società più aperta contemporaneamente dà adito a delle perdite, poiché vi sono più relazioni, non vi è mai abbastanza tempo per fissare degli appuntamenti, dal momento che quasi tutti subiscono numerose pressioni dal lavoro e dalla vita. Come lei la maggior parte dei suoi compagni del liceo e dell’università non hanno tempo per frequentare qualcuno. Li aggiungeva di non voler trovare qualcuno solo per sposarsi, ma di incontrare una persona che veda le cose come le vede lei, in tutte le situazioni che potranno vivere assieme.

Il crescente numero di singles in età da matrimonio ha attirato l’attenzione mondiale. Una ricerca del Centro di Investigazione Sociale del China Youth Daily ha mostrato che un 58,6%, dei campioni che hanno risposto, indica di avere poche opportunità di trovare degli amici ed è la principale ragione che li porta alla scelta di rimanere single. Intorno al 45.1%, dei sondati, che devono rinunciare alle alte aspettative, un 27.1% ribadisce anche che è il lavoro a impedire la costruzione di relazioni sociali e di amicizia. Il Shanghai’s Population Development Report, riportava nel 2004 che il 73.59 % delle persone con un alto livello distruzione si sposava in un’età avanzata rispetto ai dati dell’anno precedente. Le statistiche riportavano che vi erano più di 1 milione di single, intorno ai trent’anni, tra Beijing e Shanghai.

Yang Xiong, presidente del Youth and Juvenile Research Institute dell’Accademia di Scienze Sociali di Shanghai, ha studiato i criteri più comunemente usati per scegliere un partner negli ultimi 25 anni. Specificava che le persone in Cina oggi, pensano molto più al raggiungimento di un’importante posizione finanziaria che cercare qualcuno con cui unirsi in matrimonio. Nel 1994, lo status economico ha superato il livello di formazione perciò ora vi è una rosa per determinare la scelta: livello di scolarizzazione, posizione attuale e background della famiglia. Queste qualità alzano la ricerca e le qualità, ma il fattore che negli ultimi 25 anni è diventato il principale ed è anche il predominante è la posizione finanziaria.

Yuan Yue, fondatore e presidente del Horizon Research, diceva che i giovani che vivono nelle grandi città sono isolati e isolano romanticamente il proprio punto di vista, hanno tantissimo da lavorare e solo amici-compagni di studio, ma pochissime opportunità di trovare un’amore o di sposarsi.

Wu Qinghua, sociologo, ribadiva che la difficoltà nel trovare un partner riflette il cambiamento della società cinese. Le caratteristiche della nuova società sono presenti in grandi città come Pechino e Shanghai, dove vi sono più divisioni di specializzazione. Di conseguenza la gente è obbligata dalle proprie mansioni lavorative a rinunciare alla stretta di rapporti d’amicizia. Wu, spiegava che sembra che le persone si conoscano di più, ma in verità sono vicine solo a poche di queste. Da ciò risulta che molti cinesi per sceglier qualcuno devono fissare degli incontri o rivolgersi ad un’agenzia d’ appuntamenti.

Un genitore cerca sempre la giusta figura per la propria figlia o il proprio figlio. Alcuni, in ansia, si scambiano informazioni sui reciproci figli singles, questo fenomeno è aumentato di media in città come Pechino nei parchi Zhongshan e Zizhuyuan. Il Marriage Consultation Centre, della Federazione Donne della Municipalità di Pechino, nell’agosto 2004 aveva organizzato un raduno, il quale aveva attratto più di 700 genitori che stavano cercando un partner per i propri figli. Le storie d’amore online, che fino a qualche anno fa facevano alzare un sopracciglio, ora sono viste bene da un numero crescente di giovani. Un’indagine ai giovani del Guangzhou ha dimostrato che il 15,6% di quelli che hanno risposto ritengono che la ricerca di un partner online è accettabile. Alcuni preferiscono rimanere single.

Nella Cina di oggi sta anche esplodendo l’individualismo: molti vedono semplicemente la vita da single come la vita più semplice. Sha Qing, un’insegnante universitaria di 37 anni, dice di sentire di non farcela a sposarsi. Pensa che per due persone con forti personalità e troppe aspettative sia impossibile affrontare i problemi e le difficoltà quotidiane, dover cambiare la propria direzione per soddisfare qualcun altro, genera un tipo di amore che subirà fortemente una svalutazione. Tutte le persone, secondo lui, ora possono scegliere qualsiasi stile di vita vogliano. L’amore per lui è qualcosa di dolce, ma non il matrimonio.

Le donne cinesi vanno con il passo cauto se debbono pensare ad un uomo da sposare, specialmente le donne con un’importante posizione hanno paura di finire a fare le casalinghe con figli e doversi occupare di mariti e suoceri. Altri timori sono il dover affrontare un divorzio, unica via di salvezza da un matrimonio sbagliato, che nonostante sia considerato lecito ed è d’uso comune, ha ancora una retro considerazione di scelta ignobile per molti cinesi. Ad ogni modo la scelta del matrimonio in Cina oggi è più che mai una presa di posizione e decisione che è primariamente in mano alle donne.

La componente genitori, nel matrimonio cinese, è una costante importante, poiché viene da questi atteso come un momento fondamentale della vita dei figli. Se poi il figlio è uno solo può creare, in alcune madri un fattore di forte preoccupazione quando questi supera i vent’anni ed ha un lavoro ben pagato che occupa interamente il suo tempo. Si sono creati così luoghi di ritrovo per genitori che vogliono scambiare informazioni e ottenerne, in modo tale da aiutare i propri figli. Sempre più popolare è il gioco del database, che consiste nel riunirsi per circa otto minuti per archiviare informazioni sui propi figli singles, una moda che prende sempre più piede in città come Qingdao nella provincia dello Shandong.

Non è la prima volta che nella società cinese si scontrino “Amore contro Carriera”, nei primi anni ottanta infatti, milioni di giovani uomini e donne erano rifluiti in città dopo aver trascorso un decennio nelle campagne durante la Rivoluzione Culturale. Tutti lontano ed al di sopra della media dell’età matrimoniale. Farli sposare divenne la missione dell’intera nazione – il Segretariato del CPC Central Committee organizzò anche un meeting nel 1984 per discutere il dà farsi con gli over trenta. Ma anche se il caso è ritornato, le circostanze sono differenti. Wu Xiuping, vice segretario del China Marriage and Family Society, nota che paragonando le due situazioni, quella contemporanea presenta giovani con una formazione migliore, comporta nei giovani dei livelli e questi non si aspettano che il governo debba interferire con i propri affari personali.

Wang Jie, ricercatore del Tianjin Academy of Social Sciences, crede che la difficoltà che incontrano i giovani cinesi nel corteggiamento del giorno d’oggi riflettano in molteplici vie la sofferenza causata da un’irregolare e rapida trasformazione della società in Cina dell’ultima decade. Quando la società cinese era prevalentemente una società agricola vi erano poche o nessuna differenza tra le persone istruite o quelle con uno status economico. E allo stesso tempo vi era anche una prospettiva maggiore di possibili partners, poiché le comunità erano più chiuse e si conoscevano meglio. Ulteriormente, i matrimoni combinati erano visti come un’alleanza importante per le produzioni, finché gli effetti non sono divenuti ingestibili. Wu Xiuping notava che oggi i lavori reperibili sul mercato fruttuosi e competitivi obbligano i giovani a terminare la scolarizzazione (come in tutto il mondo) ed a seguire un ulteriore training, che oltre all’impegno comporta anni di preparazione prima di ottenere un buon lavoro. Rinunciano quindi al periodo più bello e migliore della propria vita, corteggiamento e matrimonio: non traggono benefici né psicologicamente né fisicamente.

La proporzione di donne e uomini non sposati in Cina oggi è concentrata nei colletti bianchi. Nonostante le donne acquistino posizioni economiche e sociali sempre più importanti, rimangono legate alla vecchia tradizione e credono di dove sposare un uomo “forte” e “più potente” quindi si chiudono in un vicolo di scelte, non prendendo in considerazione altre qualità. Si pongono una pressione sociale che in realtà era un qualcosa che era stato imposto dal sesso opposto, una regola che era stata voluta in passato dagli uomini per pianificare la formazione di una famiglia.

Arrivano così ad autoconvincersi che la propria carriera ha più valore e che debba essere messa sopra ogni cosa, perciò un matrimonio che non vale una casa, un attivo conto in banca non sarà mai un matrimonio felice: come minimo requisito un uomo deve offrire queste garanzie. Ovviamente se le donne sono ai vertici e non vi è nessuno più alto di loro, si condannano da sole alla solitudine per non voler guardare in altre direzioni o usare altri metri di misura e scelta. Pensare principalmente al lato economico ha danneggiato molte potenziali coppie di sposi cinesi, poiché hanno rinunciato, non comprendendo che il matrimonio principalmente è una condivisione e una scelta d’amore, non un contratto aziendale.

Ma i genitori non si arrendono e continuano a trovarsi in luoghi per scambiarsi informazioni e continuano a combinare gli appuntamenti. Pure Li Jingming è ottimista ed è convinto che dopo una breve attesa all’angolo i suoi clienti troveranno la propria metà, la cosa più importante è che l’angolo non sia mai vuoto.

FIGHT!

Foto: www.smh.com.au, internet

E se il lavoro fa si che numerose anime transitino alla ricerca di qualcuno all’interno di un bar, lo stesso lavoro crea stress e frustrazione poiché non si ha il tempo di fare quello che si vuole, delle volte si è costretti a lavorare e subire da principali esigenti e/o insopportabili, non si hanno amici da frequentare e la rabbia in eccesso sul posto di lavoro di sicuro non è per nulla produttiva.

Ecco che il bar ritorna nella vita dei cinesi, nuovamente come forma di svago e distrazione, ma anche sfogo. Era uscita infatti non molti mesi fa, verso agosto, la notizia del Rising Sun Anger Release Bar dove è permesso picchiare e prendere a pugni i camerieri.

Da dove è nata l’idea ? Forse un impiegato stressato a causa di un’ordinazione sbagliata ha iniziato ad alzare le mani o ha minacciato un cameriere che ha portato qualcos’altro ? Personalmente non ho mai visto nulla del genere, ma ordinazioni sbagliate o incomplete spesso sono nella norma in Cina. Forse una persona con una dose di stanchezza, stress, isteria e componenti vari ha perso la ragione e dato così l’idea al gestore del locale di Nanchino ? Nulla di tutto ciò !!!

Il proprietario, Wu Gong, ventinovenne proveniente da Anhui, dice di aver preso ispirazione dalla propria esperienza personale di ex impiegato d’azienda. Ha circa una ventina di dipendenti, dai venti ai trent’anni, che hanno contrattualmente accettato con lui di essere disposti a tutto, anche a fare il pungibol (?) di impiegati che si sfogano, o perché stanchi di dover dimostrare di avere delle doti e valere, avendo sempre gli occhi ed il dito puntato; o per mancanza di comunicazione personale per far aumentare la comunicazione aziendale; o per amicizie inesistenti o famiglie fallite. Conclusa la lunga giornata lavorativa la necessità di sfogarsi è anche una garanzia al ritornare lucidi il giorno dopo, per questo i frequentatori si recano senza scrupoli e senza tabù per farsi passare il prurito alle mani, tra l’arrivo di un’ordinazione e l’altra i clienti possono schiaffeggiare prendere a pugni a piacere i camerieri. Ovviamente il gestore del locale non è un pazzo squilibrato ed ha appositamente fatto fare un corso di formazione ed addestrare tutto il personale. Inoltre ogni cameriere è dotato di apposite protezioni onde evitare incidenti ed infortuni (Ricordiamoci che molti dei migliori stuntman sono cinesi e provengono dalla tradizione cinematografica di Hong Kong !)

I clienti possono persino scegliere quale cameriere torturare o richiedere che rispecchi abbigliamento movenze o caratteristiche di capi ufficio, colleghi, rivali in amore, familiari, suocere etc … Le richieste d’interpretazione del principale sono le maggiori. La risposta dei clienti è crescente, vi sono già molti affezionati che considerano il locale un luogo fondamentale dove sfogarsi. Alcuni lo consigliano ai conoscenti o colleghi più stressati, riacquistando così un gruppo d’amici, si crea allora la compagnia di colleghi che esercita un rituale collettivo. Altre volte invece di trovare il “Fight Club” con conoscenti, alcuni trovano un rifiuto, poiché vi è chi crede che una condizione di vita che non si tollera debba essere cambiata dall’individuo alla radice, magari prendendo altre scelte lavorative o familiari.

Ma non sempre per tutti ciò è facile, forse in Cina oggi essendoci stato uno sviluppo velocissimo, prendere in mano da capo le redini e ripartire da zero è molto di più, include la paura di perdere tutto quello che ha comportato duri anni di lavoro, sacrifici e rinunce. Molte volte capita anche in occidente di avere timore di ricominciare un percorso già fatto. Anche in Italia è così, solo nei paesi anglosassoni c’è più azzardo. L’aver raggiunto alcuni obbiettivi (es. lavoro, famiglia, gruppo di amici etc …) anche se a lungo andare risultano creare lacune, fanno rinunciare ad una vita di comunicazione, amore e dialogo o ad una crescita morale e personale, per paura di perdere l’investimento tempo, soldi e status.

Anche se pochi avrebbero potuto credere nella riuscita, prendendo in considerazione che lo sfogo può essere incanalato in altre direzioni, il locale ha ottenuto il risultato cercato, attira clienti che oltre al costo delle consumazioni sono disposti a pagare una charge extra a prestazione di colpo. Il listino dei colpi parte dai 50 ai 300 RMB (Circa dai 5 ai 30 Euro). In Cina alcuni camerieri, che non lavorano nelle grandi città ma in semplici locali, prendono al mese dai 300 ai 400 RMB. Wu paga un affitto di 6000 RMB al mese (circa 600 Euro) e può vivere alla giornata senza problemi, anche perché la lista dei clienti è in continuo aumento. Quello che sorprende è che i clienti a sfogare la rabbia siano per lo più donne, solo loro sono autorizzate a prendere a pugni in faccia il personale, vi è anche chi presa dall’ira morde. Alcune di queste lavorano nel settore dell’intrattenimento, bar karaoke o saloni di massaggi. A settembre una ragazza stufa di fare extra e straordinari al lavoro ha pagato 80 RMB (circa 8 Euro) per sentirsi in forma. Oltre allo sfogarsi con gli inservienti, è lecito spaccare bicchieri, gridare, urlare, insomma liberarsi da qualsiasi regola o impedimento per cercare di riappropriarsi di se stessi e dei propi istinti più interiori. ll bar mette anche a disposizione un gruppo di quattro psicologi disposti ad ascoltare racconti, grida, scleri, deliri o frustrazioni dei clienti.

Il China Daily ha riportato anche il controverso dibattito che è nato attorno al bar, molti sostengono che la violenza non risolva il problema e che non vedono nulla di stimolante o divertente nel picchiare il proprio boss o qualcuno che non si sopporta. Liu Yuanyuan, un dipendente della Siemens ritiene che i frequentatori del locale dovrebbero prendere in considerazione il fatto di cambiare vita. Zhang Yong, un impiegato del Xiaoran Psychological Consultation Centre di Nanjing, ammette che non è importante il livello di civilizzazione a cui si è arrivati, poiché alcuni continuano a credere che la violenza sia l’unico modo per sbarazzarsi di ciò che arde dentro. Il fatto che si sia creato questo tipo di business, che funziona attivamente, riflette che vi è una crescente richiesta da parte di molta gente. Zhang si preoccupa invece del fatto che non vi è una legislazione per un tipo di locale così, quindi è necessario che il proprietario porga attenzione verso i propri clienti, evitando di sovraccaricarli, anziché scaricarli dalla rabbia in eccesso.

Un altro problema di cui si è discusso è anche sul fatto che il proprietario, Wu, ha registrato il locale come una sala ballo, non come un posto dove discutere o fare risse, quindi non possiede alcuna licenza che lo autorizzi a tale gestione. Wang, un impiegato dell’ufficio, ha confermato che Wu aveva fatto richiesta per l’apertura di un locale dove era permesso picchiare, ma in Cina non esiste un tipo di licenza apposita e perciò la sua richiesta non è stata presa in considerazione. Wang dice che l’ufficio sta esaminando il caso e cercando di capire come comportarsi ed in futuro manderà anche ufficiali a controllare direttamente quello che accade nel bar.

China Daily riporta anche che sta crescendo il numero dei fan del locale, Chen Liang, un commerciante ha riferito che la pressione nella società cinese d’oggi proviene da qualsiasi parte e che non vi sono luoghi che diano la possibilità di sfogare la propria aggressività. L’idea di picchiare qualcuno travestito come un superiore lo attrae. Alcuni giornali locali, molto prima dell’apertura del bar, avevano riportato casi di persone che avevano ricostruito, con manichini di plastica, sembianze e abbigliamento dei propi principali per sfogarsi assieme a colleghi o amici.

Il locale è stato aperto a Nanjing nell’aprile 2006* e si ispira a locali simili di origine nipponica, ma non è il primo della città, lo stress degli uffici dove operano impiegati o business man ha creato la necessità di aprire un circuito dei bar dello sfogo (faxiè jiuba), infatti nella stessa città, nel 2004 era stato aperto il primo bar del pianto, dove spendendo 50 RMB (5 Euro) si trova qualcuno che consola, conforta e abbraccia.

CRY!

Ogni persona ha il suo modo di incanalare o assorbire temporaneamente e di espellere o rigettare le energie, ogni cultura reagisce a seconda delle esperienze personali o delle proposte di mercato, in USA Woody Allen, docet, il lettino o il telefonino sono il maggiore veicolo di sfogo, in Italia vi è ancora l’indecisione tra confessionale, amici e nuove realtà emergenti, poiché sempre così misti da non comprendere di essere uno dei popoli più meticciati (il popolo italiano ha sempre legato con diverse culture e delle volte le ha fatte così sue da dimenticarsi di essere il frutto di un costante dialogo: “la diversità è diventata abitudine ed è ritornata diversa”). Il fatto è che la necessità di equilibrio non è negabile poiché ignorandola può creare scompensi.

I websurfer online hanno visto importanti programmatori californiani, in garage, che si sono ricaricati per il lavoro del giorno dopo, picchiandosi in violente risse che ricordavano il film Fight Club. Effettivamente non vi è molto da stupirsi, sfogarsi è soggettivo, c’è chi lo fa con la parola, chi con le azioni e chi inventandosi modi di comunicazione alternativa. In Giappone negli ultimi vent’anni si sono creati negozi per placare e sfogare esigenze di single, coppie di insoddisfatti, imprenditori frustati, ragazzine alla ricerca di soldi etc … Ricordate il simpatico video degli Stereototal (Wir Tanzen Im Viereck) , dà perfettamente l’idea di come si possa inventare un business e guadagnare sullo stress/perversione.

Se la necessità di sfogarsi non è solamente fisica, ma è una via di mezzo: corpo e mente, hanno e non presentano confini, quindi cercare un rapporto fisico ed emotivo è il punto di incontro e piangere è il giusto compromesso.

La particolarità di questo bar è stata riconfermata ancora nel gennaio 2006. Il bar di Nanjing (paragonato dai recensori, solo per ritualità e gesto, ad una Mecca o al Muro del Pianto) è un luogo di sollievo dove si esprime liberamente nella maniera, forse per alcuni più infantile ma anche, più diretta, il proprio disagio o le proprie necessità. Luo Jun, proprietario del Merry Everyday Crying Bar ritiene che la formula migliore per stimolare e soddisfare i clienti sia succo di peperoncino e cipolla, per poter lacrimare e piangere facilmente, evitando di ritornare in un circuito di felicità. Il bar ha attirato anche l’attenzione di Hong Kong e di Andy Lau, il quale ha deciso di promuovere una canzone per dire agli uomini cinesi che non è negativo o vergognoso piangere e li invitava a lasciarsi andare al fatto di non essere giudicati e che l’atmosfera attorno era rilassante e adatta a loro. Luo, iniziando questa esperienza ha visto che non erano solo i depressi da lavoro, ma vi erano anche moltissimi cuori infranti e perciò ha deciso di aprire una agenzia d’ appuntamenti, poiché tutti i clienti sfortunati in amore non tentavano più altre strade se non ritornare nel locale a piangere.

All’inizio, aveva aperto il locale solo per sé e nessuno lo aveva mai preso in considerazione, neppure la moglie, poiché nessuno aveva compreso che voleva fare qualcosa al di là del marketing. Le domande della moglie suoi perché qualcuno dovesse pagare per piangere in un bar hanno avuto risposta vedendo il numero di teenagers cinesi che si sfogavano delusi.

Il marito infatti aveva pensato ad un luogo del genere, dopo aver visto in TV le nuove generazioni di ragazzine cinesi che avevano tentato il suicidio per una storia d’amore finita male. Per questo motivo, a finr trasmissione, aveva contattato le ragazze per telefono, dal suo bar, ed aveva dialogato con loro per ore e dopo continui pianti si era sentito dire che avevano tratto sollievo dallo sfogo e ripensando al tentato suicidio promettevano a loro stesse che non avrebbero più preso in considerazione qualcosa del genere. La stazione televisiva locale venuta a conoscenza della nuova iniziativa del locale lo ha promosso. Il bar che ha raggiunto facilmente il successo ha cercato di offrire differenti soluzioni di sfogo per i frequentatori. Per 60 RMB è possibile un’ora di sezione di pianto.

Una delle prima clienti è stata una donna di trentanni, vice manager di una banca che aveva scoperto che il marito l’aveva tradita per anni. Stanca della sofferenza e dopo aver compreso di necessitare di proteggere la sua immagine come personaggio di potere ed influente, per non dare modo alla compagnia di sostituirla, ha deciso di andare nel locale, dopo la visione di un livepromozionale in TV. Molti dei clienti sono colletti bianchi o altre persone che svogiono altre attività che non hanno alcun modo di discutere o respirare. Alcuni clienti invece sono lavoratori cinesi emigrati che cercano uno sbocco per la loro rabbia dovuta all’essere trattati ingiustamente. Un giovane si è recato nel locale per tre volte poiché lo considera l’unico posto dove può rivolgersi per un’ aiuto nei momenti di avversità.

Luo dice di sentirsi male quando i clienti più giovani ritornano. Ogni volta che che li rivede, il proprietario comprende che le cose per loro vanno male e che non hanno nessuno su cui contare. Dice di non aver mai caricato le spese dei giovani cinesi disagiati, poiché è conscio che il loro salario mensile è pari a 600 RMB (circa 60 Euro). Non facendoli pagare, ogni anno rinuncia a circa 10.000 RMB (circa 1000 Euro), il fatto è che si sente colpevole a domandare loro dei soldi. Capita anche che persone di altre città abbiano sentito parlare del suo locale e non disponendo di sufficiente denaro per permettersi di pagare il viaggio lo abbiano chiamato per sfogarsi telefonicamente. Nel 2004 più di 1000 persone hanno transitato per il suo bar, è più di 30.000 lo hanno chiamato per sfoghi telefonici, di questi però la maggior parte è composta da donne.

L’ufficio del commercio e dell’industria della città, dice che l’attività del locale non è a norma di legge e quindi non risulta essere registrato, non hanno mai sentito di questo tipo di licenza e che se il proprietario si recherà per registrare la licenza dovranno prenderla in considerazione con cautela prima di rilasciare il permesso. Chi non lo frequenta lo ha visto come un nuovo tipo di business, un nuovo servizio da offrire al pubblico, altri si chiedono sull’etica dell’attività.

Un supporter del locale, il businessman Chen Xun, dice che vede il manager comportarsi con semplicità e naturalezza come un ragazzino. Ma Wang Dan, un residente, è convinto che sia un modo inappropriato di fare soldi sfruttando chi è già disadagiato. Universitari, studiosi e media, ritengono siano stati invece gli stessi cittadini a dare i segnali della necessità, poiché non hanno ancora compreso come e dove riversare le proprie sofferenze.

Wu Zebin, ricercatore del Department of Sociology of Peking University, conferma che un tenore di vita più dura, con famiglia da mantenere, competizione nel mercato del lavoro, prezzi che salgono necessitano diverse o specifiche alternative di sfogo. Secondo lui, l’offerta è consona, ma crede sia inappropriato che Wu chieda soldi a chi già soffre o presenta una situazione di disagio e avrebbe bisogno solo di essere consolato. L’idea è ottima, ma bisogna presentare carità, generosità e non volervi lucrare.

Ma se sfogarsi con ira o pianti possono essere un modo di cercare una soluzione allo stress, vi è anche chi invece, vuole trovare qualcosa di nuovo, diverso, divertente o strano e quindi incanala le proprie energie nella curiosità. E dove andare allora? Perché no, in un Toilet Restaurant.

TOILET!

Mai mangiato in un bagno? Potete averne occasione a Shenzhen. La clientela ricercata è quella dei giovani, che hanno bisogno di rilassarsi cercano qualcosa di moderno nuovo, ma allo stesso tempo conosciuto e familiare. Nell’occidente molti locali per colpire il cliente creano bagni che danno colpo d’occhio, curiosità o simpatia (Discoteche italiane che hanno bagni realizzati da composizioni di cocci di diverse ceramiche o vetri, come fossero mosaici, oppure fanno scelte idriche particolari. Sostituiscono i comuni urinatoi con una parete, dove a ciclo continuo fluisce dell’acqua in modo tale che gli uomini possono urinare senza dover tirar lo sciacquone).

A Shenzhen è stato aperto un ristorante a completo tema bagno: i piatti sono vasi da notte, vasche da bagno, urinatoi, turche, tazze del water e tutto l’arredo al suo interno è creato unicamente con gli accessori del bagno; le sedie/sgabelli sono le tazze del water, i tavoli sono lavandini moderni o vecchio stile chiusi da una lastra di vetro, oppure vasche old style; le tavolette sono personalizzate, vi sono le tende della doccia, porta asciugamani, porta carta igienica, specchi, appendi telefono doccia etc …

Luo, il manager dice che questo tipo di gestione porta il locale ad avere una lista di clienti disposti a fare la fila pur di cenare nel ristorante, alcuni per essere sicuri prenotano con largo anticipo.

I giovani hanno accolto entusiasti l’idea per diversi motivi, Zhang Ting, che studia nell’università del Guangzhou, dice che andare a mangiare in un ristorante arredato come un bagno è una cosa divertente e simpatica e spera di farlo presto. Altri studenti dell’università Wuhan hanno invece avuto la reazione opposta, sentendosi in imbarazzo alla sola idea di mangiare circondati da water e attingere da contenitori che sono dei piccoli cessi. Credono che con questa scelta il manager abbia voluto sensazionalizzare il ristorante.

CinaOggi vi aveva proposto una simpatica idea il toilet toy/candy, che associava cibo a tazza del cesso, ma chi ha associato l’idea cibo al bagno? Nella cultura manga è esplicito e diretto il rapporto con la cacca, Arale, Doraemon ed altri ancora fino ad arrivare all’animazione coreana Doggy poh, sono dimostrazione del fatto che non sia un argomento tabù, ma qualcosa da trattare con ironia. Ma da dove è nata l’idea? È stata una semplice associazione del fatto che a volte a qualcuno è capitato di mangiare seduto anche in bagno? In alcune pellicole asiatiche si può notare questo particolare, che il bagno si trasforma in un luogo dove qualsiasi momento della giornata o azione può essere contemplata. O è stato il fatto che spesso in molti ristoranti cinesi al posto dei fazzolettini di carta vi è un rotolo di carta igienica ? Il cibo, in Cina, è un momento di condivisione, i piatti sono portate da cui possono attingere tutti e quindi anche un bagno può trasformarsi in un luogo di condivisione se diventa un ristorante, è questa la spiegazione ? No ! Erano dei rivenditori di bagni lussuosi e nessuno comprava più nulla e così hanno deciso di cambiare attività ? No !

Hanno cercato di proporre una cosa diversa ed originale perché il loro ristorante non funzionava più. Quasi ! Chi è il primo che ha collegato mangiare e toilet?

Di sicuro non la Cina poiché se ne parlava già in un magazine taiwanese da diversi anni ed alcuni blog di viaggiatori che sono stati in Giappone riportano di aver visitato questo tipo di ristoranti anche lì. Le foto dalla rete sono per lo più le stesse, qualche volta nelle gallerie se ne vede una di nuova.

Blogger americani, già dal 2003, hanno visitato “Marton”, il primo toilet restaurant della storia a Taipei, hanno raccontato increduli l’esperienza di ritrovarsi in un locale del genere. Altri hanno anche riportato che il locale è stato di così grande successo da portare, nel maggio 2004, Eric Wang, il proprietario, ad aprirne subito un altro più grande, a sette mesi di distanza dall’apertura del primo.

Nei suoi locali i piatti in ceramica a tema sono stati appositamente fatti da una ditta a Ying-Ke; ed il linguaggio del menù rispetta lo slang del bagno della cultura anglosassone, uniche differenze number one e number two sono stati associati ad indicare le dimensioni dei dessert o gelati. Il caffè è servito nella tradizionale tazza del cesso, che può essere portata a casa come ricordo o regalo per gli amici.

Il proprietario, all’epoca dell’apertura ventiseienne, spiegava che da loro il cibo è buono come in ogni altro ristorante di Taipei, la particolarità è il fatto di offrire del divertimento, riportare il sorriso ed il buon umore a delle persone stressate dal lavoro, dai problemi economici o dalla famiglia.

Molti clienti pensano che più disgustoso o più esagerato sia un locale più vi è divertimento e voglia di andarvi, infatti i clienti del Marton riportano di andarci poiché attirati dalla sua stravaganza. Le ordinazioni più richieste sono però le più classiche: curry hot pot, pollo al curry con riso e gelato al cioccolato. Il proprietario crede che le scelte si indirizzino verso questi piatti poiché sembrano molto più reali in un ambiente che lo è poco con la cucina. Le cifre di una cena media si aggirano tra i 150 ed i 250 dollari taiwanesi, dessert compreso.

Chen Bi-fang, un abitudinaria del locale, lo indica come un luogo strano e bizzarro ed è principalmente colpita dalle fantasie a tema delle tavolette del cesso. Ha scoperto il ristorante attraverso un servizio televisivo e così ha deciso di andarvi con nove colleghe di lavoro. Dice che è il ristorante più speciale che conosce, non solo per il design, ma anche per la grafica e cura del menù. Cheng Hung-chi, una cliente che lo ha scoperto attraverso internet e si è fatta accompagnare da madre e fratello, vuole ritornarvi ancora per provare altri piatti.

La maggior parte dei clienti, infatti, fa parte del target a cui aspirava il proprietario: giovani curiosi in cerca di novità, stressati dopo una lunga giornata lavorativa e stufi di mangiare nei soliti ristoranti tradizionali. Wang si è vantato di essere il primo ad aver offerto questo tipo di servizio, che oltre ad essere un’alternativa ha lo scopo di voler divertire il cliente e spingerlo a desiderare di ritornare nel locale.

Prima di lanciarsi nell’impresa Wang, aveva provato a vendere ad un angolo della strada gelati offerti in coni a forma di cessi, come test per circa quattro mesi. Un giorno è riuscito a vendere 1000 gelati a 30 dollari taiwanesi l’uno, cioè dai 5 ai 10 dollari in più di un normale gelato a Taiwan. Raccontava di aver avuto l’idea da un japanese comicbook, che narra di una bambola robot che mangia escrementi nei coni del gelato. Questa prova gli ha dato la possibilità di smettere immediatamente la noiosa carriera in banca ed iniziare un proprio business, malgrado la sua famiglia non fosse felice di ciò. Ora, si sente soddisfatto e vuole aprire altri franchising in altre città e progetta di offrire ai clienti nuovi piatti.

Il successo del toilet restaurant ha stimolato una ragazza ad iniziare a Chiayi, nel sud di Taiwan, la vendita di gelati serviti in una piccola tazza del water, al dispenser di una delle più importanti vie dello shopping.

Gli affari, di Wang, vanno così bene che è stato introdotto nel locale un programma fedeltà per i clienti abituali: collezionando dei punti possono ricevere una tazza. Le stesse vengono anche vendute separatamente, quindi oltre ad andare a mangiare fuori è possibile arredare la casa.

JAIL!

Vari Blogger italiani che trattano argomenti di coolhunting o trendy avevano segnalato e posto la loro attenzione nella prima metà del 2005 sul toilet restaurant di Taiwan, ma nella stessa Taipei vi è stato un caso di un locale che ha animato discussioni tra stati, culture e ha portato alla luce un caso non unico di poca e non approfondita conoscenza storica.

Nel gennaio 2000 a Taiwan era possibile trovare la pubblicità di questo insolito locale: The Jail aperto dalle 12 fino alle 5 del mattino. I clienti, alcuni disposti ad aspettare anche per ore pur di cenare in prigione, arrivavano all’ingresso di una grande porta metallica di epoca industriale, dove in qualità di “carcerati” davano il nominativo, in cambio ricevevano, su discrezione del cliente, una camicia a strisce bianche e nere, un berretto e delle manette e successivamente venivano condotti nelle celle dove si trovavano dei tradizionali tavoli da pranzo, illuminati solo da una lampadina. Il pavimento metallico, le sbarre che separavano le celle dei clienti, le porte scorrevoli in ferro, confermavano il nome del locale. Il menù, ben differente da pane ed acqua, prevedeva specialità di ogni tipo, dalla tradizionale cucina cinese, cocktails, the, analcolici e snacks. Dopo le 2:30 di notte fino alle 5 del mattino il servizio ristoro veniva chiuso, eccezion fatta nei giorni di vacanza.

Dopo la sua apertura si era parlato ancora di più del locale, non in quanto fenomeno di ristorante alternativo, ma era stata posta l’attenzione sulla cura del design interno, ovvero sulle immagini a decorazione delle celle dei clienti-prigionieri. Le foto riprendevano campi di concentramento nazisti e l’insegna dei bagni riportava la scritta “Gas Chamber”. Alcune comunità ebraiche erano venute a conoscenza del locale e lo avevano visto di cattivo gusto, ma il manager Stone Cheng aveva detto che i taiwanesi, poco a conoscenza del periodo storico toccato, avevano dimostrato poca sensibilità difronte a tali immagini, come invece avrebbe potuto fare un occidentale. Ribadiva, infatti, che nessuno aveva preso in considerazione che la scelta di quelle foto avrebbe attirato l’attenzione internazionale.

Il proprietario con il co-proprietario, Jacky Wu, una star televisiva, hanno preferito far rimuovere le foto, poiché le lamentele da parte dei clienti occidentali erano aumentate. Aveva dichiarato che se vi è qualcosa che porta i clienti ad essere insoddisfatti e non sentirsi a proprio agio non si pone problemi nel modificare il locale. Aveva ammesso di non capire bene il senso di quello che esponeva e solo quando hanno puntato il dito contro di lui ha compreso che le foto che erano esposte avevano un significato differente.

La scelta di progettare un locale così strutturato era nata per divertimento del proprietario e del designer che avevano deciso assieme gli interni, dalle singole celle, la cella VIP, fino a quella di gruppo. Nessuno dei due aveva preso in considerazione di poter offendere qualcuno o se vi fossero delle connotazioni negative. La scelta del nome “Camera a Gas” per i bagni era stata motivata, poiché essendo non separati l’uno dall’altro può divenire un ambiente irrespirabile per tutti. I clienti nonhanno mai commentato le foto, solo le decorazioni ed il fato di non essere mai stati dentro una prigione e per questo volevano provare l’esperienza. Qualche giorno prima che fossero rimosse le immagini, Uri Gutman, un rappresentante dell’ Economic and Cultural Trade Office, ha visitato il ristorante e ha detto di essere rimasto colpito dalla risposta positiva del proprietario, ha visto in lui un senso di imbarazzo e la volontà di ascoltare e rimediare, ma crede che sia necessario una sensibilizzazione storica per chi a Taiwan non è a conoscenza di cosa sono i campi di concentramento o le camere a gas. Gutman ha ribadito che è stato un caso di ignoranza e quindi un borderline e non anti-Semitismo, come altri avevano già detto. Hilmar Kaht, German Trade Office Director General, che non aveva avuto occasione di visitare il locale, si chiedava perché qualcuno volesse mangiare in un luogo simile. La cosa che lo sorprendeva era anche il fatto che prima di entrare in cella i clienti-prigionieri si facessero leggere i propi diritti e successivamente fossero ammanettati, si chiedeva se fosse una forma di masochismo. Alcuni giornali online dicevano che il locale era un luogo dove perdere l’appetito ed il migliore per continuare la dieta. “Atmosphere Where You Lose Your Appetite, Good Way to Stay on Your Diet”, ma il proprietario ha capito di aver urtato delle persone ed ha cercato la via del dialogo.

Il Simon Wiesenthal Center ha giudicato colpevole il ristorante taiwanese ed ha invitato le autorità locali ad istituire un programma educativo che spieghi agli abitanti l’Olocausto ed il Nazismo. Effettivamente i clienti locali non notavano le immagini sui muri e non prestavano attenzione ad esse, ignorando che sono offensive per chi conosce l’argomento che trattano. *

Nella Mainland cinese, a Pechino nel 2001, era stato aperto un jail restaurant, dove il proprietario Yue Junfeng, affermava di averlo fatto ispirato dalle prigioni giapponesi. Il ristorante, Chain Cool, dove i piatti più richiesti erano Crudeltà e Riabilitazione, aveva raggiunto il massimo della fama, poiché considerato un mix tra fashion e postmoderno .

Junfeng, trent’ottenne ex difensore di una squadra di hockey, veva investito per realizzare il suo sogno 5 milioni di RMB (circa 500 mila Euro) per costruire un locale di 1200 metriquadri. Chain Cool, in pochissimo tempo gli ha dato la possibilità di aprire un’altra sede a Pechino, tre volte più grande della prima. Il sogno del proprietario è di riuscire ad aprire altri ristoranti sia a Shanghai che Hong Kong.

Il locale ha un bacino di clienti che si aggira tra i 600 e 800 al giorno. Il Chain Cool, è al 40% pieno all’ora di pranzo e di cena durante la settimana ed è completamente pieno nel weekend all’ora di cena. Nessuno, all’interno delle celle fa collegamenti politici o depressivi, anzi, Mr. Yue, un cliente del locale, ritiene che le persone non vadano più a mangiare in un ristorante solo per il cibo, ma sono maggiormente attratti dal concetto. Una donna d’affari ha affermato di sentirsi a suo agio nell’atmosfera del locale. Alcuni amici erano stati già là e le avevano raccontato di quanto fosse cool e nuovo ed è quello che pensa anche lei. Victor Yuan, a capo di Horizon Research una compagnia di Beijing, è convinto che le persone che si recano nel jail restaurant lo facciano maggiormente per divertirsi e dimenticare le fatiche del lavoro. Le pressioni della vita di tutti i giorni spingono i nuovi giovani cinesi a non voler essere educati nelle loro ore di libertà. I giovani non vedono nessun riferimento con il governo nel proprio successo personale. Yuan aggiunge che la nuova generazione cinese, riconosce il proprio status, come merito del proprio lavoro, della famiglia e degli amici. Il governo non viene preso in considerazione oppure viene ignorato.

Le autorità cinesi non si intromettono all’interno delle attività commerciali dei ristoranti e non ne discutono neppure le tematiche, a meno che non accada qualcosa al loro interno che violi le leggi o stimoli con messaggi inappropriati.

Su Peking Duck si parla di un jail restaurant anche a Shanghai, ma non vi sono ulteriori informazioni a riguardo, si trovano notizie più dettagliate, invece, da altre fonti sull’AIDS restaurant che è stato aperto a Shanghai verso la fine del 2005.

AIDS!

E’ il primo ristorante a Shanghai a tema AIDS, decorato da numerosissimi nastrini rossi, simbolo mondialmente riconoscibile a tutti, messaggio per invitare le persone alla prevenzione. Il ristorante cinese, inaugurato il primo dicembre, è stato voluto da un media locale, Wumizhou Group, e dalla multinazionale americana 3M, che ha messo a disposizione preservativi da offrire ai clienti maggiorenni, durante la cena per incoraggiarli a dare un contributo caritatevole per la ricerca e lotta contro l’Aids. Il nome del locale, riprende quello della società cinese. Il main target del locale sono i colletti bianchi, i quali con la loro presenza e le donazioni dovrebbero far sparire il pregiudizio, promuovere l’educazione e spingere a sponsorizzare le campagne o i programmi di raccolta. Fang Yifang, membro del programma di raccolta per la lotta all’AIDS, diceva che il locale di Shanghai è stato voluto dopo aver visto l’esempio in Thailandia. 3M ribadiva di aver lavorato molto per la prevenzione del cancro al seno negli Stati Uniti, per questo vuole fare qualcosa anche a Shanghai ed il ristorante gli è sembrata una buona idea.

NAKED SUSHI!

Una categoria di ristoranti che puntava più sul rito (*) che sull’arredo che aveva preso piede in Cina, ottenendo l’entusiasmo dei clienti, era quella con i “Naked Sushi”, o più correttamente Nyotaimori “female body presentation”, ma lo scorso anno sono stati chiusi; sia a Shanghai che a Kunming nello Yunnan. Tra il 2004 e il 2005 i locali che proponevano il “Vassoio umano” (donna nuda o con tanga, usata come piatto) sono stati vietati.

Il governo cinese ha deciso di proibire l’uso delle donne nude vassoio poiché ha ritenuto che in un momento in cui le donne dimostrano le loro qualità e competenze nella società della Cina di oggi, una pratica del genere, finalizzata al nudo come commercio e pubblicità per aumentare i guadagni, possa invece contribuire a far retrocedere i diritti acquisiti, negli anni, dal sesso femminile. Vedo, non vedo, o fantasie nel linguaggio comunicativo pubblicitario cinese ora hanno standard occidentali, ma la ricerca di cibarsi nel piatto-donna-nuda ha allarmato chi ha pensato che questo stile di locali potesse diventare un divertimento al limite e/o dannoso nel messaggio.

Le belle ragazze, forse dal trucco molto e troppo rimarcato, erano vassoio-piatto, per gli uomini d’affari, di cibi giapponesi come sushi e sashimi. Questo tipo di rito nasce dal Giappone, il ristorante di Kunming, Yamato Wind Village restaurant, è stato chiuso, non come vogliono far credere molti per una faida culturale Cina Giappone, ma poiché tra i corpi-piatti-nudi vi erano delle studentesse universitarie. Il fatto ha animato e movimentato il gruppo delle femministe locali che hanno allora esposto protesta al ministero della cultura dello Yunnan, poiché il rito, secondo loro, promuoveva una sottomissione della donna e quindi una realtà inadeguata da presentare alle giovani cinesi. I vassoi di ragazzine, erano per il locale una proposta opzionale, ma molto richiesta, che aveva il costo di 1000 RMB a cliente (circa 100 Euro a testa), senza contare bibite o alcolici. Il ristorante, poiché non aveva tutti i permessi era stato multato, 2000 RMB (circa 200 Euro) e successivamente chiuso.

JUNGLE!

Mangiare al ristorante in Cina è una cosa molto comune, specialmente nelle grandi città, e per attrarre i clienti il numero di ristoranti a tema è in continua crescita. Come sono arrivati in Europa franchising di ristoranti Americani a tema (Hard Rock Café, Planet Hollywood, Fashion Café etc … ) così anche in Cina alcuni gestori cinesi hanno visto come ottima opportunità prendere un pacchetto già collaudato (atmosfera, intrattenimento e cibo) e con un nome noto per proporlo nelle proprie città.

Il Rain Forest Café, d’origine americana, è presente ad Hong Kong ed ora in franchising anche Shanghai e Pechino. Rispettando gli standard che si ritrovano in tutti i ristoranti in giro per il mondo, il Rain Forest Café è decorato a tema naturalistico con sottofondo di suoni di flora e fauna. L’investimento al gestore è costato all’incirca 70 milioni di RMB (7 milioni di Euro) per l’acquisto dell’impianto hardware e software.

Una ragazza che si trovava nel locale ha affermato che le piace molto l’atmosfera ed il tema e che i ristoranti a tema sono i posti più adatti per divertirsi con gli amici. Il prezzo non è un problema se c’è atmosfera ed il cibo è buono. Una nuova inserviente del locale crede che i ristoranti a tema dovrebbero fare dei prezzi più raggiungibili per la clientela. Pensa anche che se più ristoranti a tema si trovasse nella stessa zona ne risulterebbe una famosa via di ristoranti tematici.

Chen Chaoguan, il manager dei Rain Forest Café di Pechino e Shanghai, rimarcava che sono dei ristoranti ispirati principalmente alla famiglia, il suo tema si presta molto anche ai bambini. Infatti sono le famiglie a comporre più della metà dei clienti dei due locali. Un pasto minimo, al Rain Forest Café, costa 100 RMB a testa (circa 10 Euro) e la clientela è formata anche da colletti bianchi, impiegati delle ambasciate e stranieri. Chen Chaoguan, con ventotto anni di esperienza nel business della ristorazione, è stato uno dei direttori operativi di due Rain Forest Cafés negli USA. Ritiene che i ristoranti a tema hanno vantaggi e svantaggi. Il lato positivo è che creano un impatto ed attirano l’attenzione molto velocemente, ma una cosa che crede è che “tutto quello che arriva velocemente, se ne va con altrettanta facilità”. La gente presta più attenzione a ciò che va di moda che al cibo, il ristorante può andare bene finché la gente lo considererà di moda, ma non appena non vi sarà più quel senso di novità gli affari inizieranno a crollare. Inoltre ritiene che i ristoranti a tema non possono essere troppo lontani da quello che è l’ambiente in cui si trovano, poiché il tema non è l’unica regola, il miglior modo per far durare a lungo un locale a tema è mantenere alta la qualità del cibo e la varietà.

Vi sono poi i ristoranti, a Pechino, per i nostalgici: Intellectual Youngster Restaurant, Elder Intellectual Youngster Restaurant, Serve the People e Chairman Mao. Il primo è stato aperto da un intellettuale che fu esiliato dalla Cina nel periodo della Rivoluzione Culturale. Questi ristoranti sono interamente decorati con cimeli e foto di ogni tipo del periodo di Mao, ed il cibo servito si ispira ai piatti dell’epoca, in giro per la Cina si trovano altri locali simili nelle città più abitate.

Un po’ per tutta la Cina si trovano i ristoranti del calcio, addobbati con magliette, miniature, palloni e mega schermi pronti per le partite (a Kunming in occasione dei mondiali 2006 in meno di due mesi, prima delle partite, ne è stato costruito ed arredato uno appositamente, vicino alla zona universitaria per dare la possibilità agli studenti di entrare in pieno nell’evento). Uno dei più noti è quello di Pechino dove vi sono le stanzette che riportano i nomi delle squadre di calcio europee più famose, come Inter-Milan Hall, Juventus Hall, Liverpool Hall etc … Il proprietario, Qian Xi Yuan, ha ideato all’interno un campetto da calcio, dove i clienti, per lo più appassionati di questo sport, si possono esercitare, ovviamente su prenotazione.

Non hanno bisogno di prenotazione, poiché ancora poco conosciuti, i cocktail-bar-boutique. Sono dei locali non molto grandi, dove oltre che degustare varietà di cocktails è possibile tra un sorso e l’altro acquistare abiti, accessori e a volte anche scarpe. Generalmente il target è femminile ed è rivolto alle donne che hanno un portafoglio abbastanza pieno e vogliono sentirsi una Pretty Woman che, invece di pizza, degusta raffinatamente come Audrey Hepburn in Breakfast At Tiffany’s.

La storia lo ha raccontato spesso, in Stati diversi persone che non hanno mai interagito tra di loro hanno avuto le stesse idee nello stesso periodo storico, ma solo le legislazioni più complete e puntigliose hanno poi trovato (non sempre, il genio è moto ma le discussioni tra gli stati per i “diritti” continuano) chi era il vero detentore dell’idea. Altre volte c’è chi cita chi o cosa reputa meritevole, c’è chi copia (ed incolla con errori o frasi personali !!!) e c’è chi clona …

CLONING!

In un nuovo quartiere residenziale vicino a Shanghai sono stati riprodotti esattamente tipici pub inglesi. Il caso ha fatto nascere una discussione ed una controversia sui diritti architettonici di copyright. Il distretto, Thames Town, situato a Songjiang, è in piena trasformazione per apparire sempre più simile ad una località inglese con terrazze in stile giorgiano e vittoriano e chiese neo-gotiche, è compresa pure una statua di bronzo di Winston Churchill. La proprietaria Gail Caddy, di Rock Point Inn a Lyme Regis, Dorset, verso i primi di settembre ha preso un colpo quando ha scoperto da un giornale inglese che a Thames Town vi è la copia del suo locale, clonata al punto tale che il piccolo, confortevole Cobb Gate Fish Bar, della porta accanto è diventato Shanghai’s Cob Gate Fish Bar.

Le uniche differenze sono una “b” in meno ed una finestra al primo piano, tutto è stato riprodotto fedelmente. Caddy ha ribadito che in tutta l’Inghilterra è l’unico locale con le stesse coordinate che è stato riportato dai cinesi a Shanghai.

Thames Town, non è l’unico distretto a tema, vi sono anche la zona italiana, spagnola, tedesca ed altre realtà architettoniche europee che sono state riprese: un progetto degli ultimi anni voluto appositamente ed ufficialmente del governo di Shanghai. La scelta, di ricreare realtà che potessero ricordare le più famose ed importanti architetture europee, è stata voluta per rimarcare ulteriormente quanto Shanghai, a contatto con realtà internazionali, abbia costantemente un occhio rivolto verso il mondo.

Caddy è rimasta sorpresa di quanto fedele sia la copia all’originale. Ha deciso così di scrivere agli architetti dell’ufficio richieste e sviluppo di Shanghai per avere una spiegazione dell’ “apparente” violazione, lampante, di copyright. Riportava che ogni cosa era esattamente uguale e che non vi erano differenze, voleva quindi capire cosa fosse accaduto, ma l’ufficio di Shanghai non ha minimamente preso in considerazione il fatto di copiare l’architettura inglese. Il direttore del Shanghai Henghe Real Estate, James Ho, che ha seguito in prima persona il progetto, ha detto che vi sono delle ragioni del perché questi edifici esistano da centinaia d’anni, per questo si deve imitare o copiare, non vi è alcuna intenzione di cambiarne l’aspetto.

Paul Rice, dell’ufficio di Atkins a Shanghai, il gruppo britannico di architetti che hanno fatto da supervisori agli edifici della Thames Town, ha riferito che un numero di architetti e funzionari sono stati in tour nel sud-ovest dell’Inghilterra, vicino alla loro sede a Bristol, per operare una scelta sugli edifici architettonici. Alla fine hanno scelto differenti tipologie. Rice, ha ribadito che non si tratta di copiare o contraffare, ma è cercare di riportate uno stile architettonico a ThamesTown in maniera moderna. E’ convinto che uno dei visitatori cinesi ha fatto delle foto del locale originale e le ha usate come templates. Ma ha confermato che il nome è ancora in discussione e che quindi vi è la possibilità di cambiarlo per chi lo affitterà.

Il team inglese, ha anche detto di essere rimasto deluso quando un affittuario cinese ha deciso di cambiare la facciata per farla apparire più Chinese-looking come pure il nome di un classico e tradizionale hairdresser, per un comune nome cinese.

Caddy pensa che il clone del suo locale con un altro nome, significhi danneggiarne l’immagine, anche se è convinta che il nome inglese per molti non significhi nulla. Ad ogni modo, non voleva demordere, ma dopo consulenze a Londra, Shanghai e Hong Kong è insorto il problema di non avere il progetto con la pianta originale del locale, per questo sta iniziando ad accettare l’imitazione in quanto “citazione adulante” ed ha suggerito a China Daily di creare un gemellaggio tra le due città. Ha chiamato per richiedere che una targa venga affissa sul locale facendo riferimento al locale originale di Dorset.

Caddy ha capito che non vi sono leggi che tutelino i diritti sull’imitazione o clonazione di un edificio, poiché ha scoperto che a Minhang, una località vicina, è stato riprodotto un centro di polizia uguale alla White House.

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