Funerali, triadi e spogliarelliste con serpenti

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funerali-titleNella provincia del Jiangsu ad est della Cina, nelle contee di Donghai e Lianyunggang, da tempo ha preso il via una curiosa tradizione che ha attirato l’attenzione della televisione statale cinese.

In questa provincia dove la maggioranza degli abitanti è formata da contadini, vige ancora l’antica credenza che un grande numero di partecipanti alle esequie del proprio defunto giovi a questi, garantendogli una vita migliore nell’aldilà, portando onore e fortuna. Per questo motivo un gruppo di abitanti del luogo ha pensato di sfruttare commercialmente l’antico pensiero. I furbacchioni come prima cosa contattavano la famiglia del defunto proponendo uno spettacolo che avrebbe attirato il maggior numero possibile di partecipanti. Ovviamente le spese dello spettacolo erano a carico dei parenti dell’estinto, che per onorare il proprio caro e rispettare la credenza si trovavano ad accettare una proposta alquanto particolare: uno spogliarello di ballerine durante la cerimonia funebre.

Gli spettacoli aperti a tutti gratuitamente durante i funerali, pagati dalle famiglie, alcune volte hanno portato uomini del pubblico a comportamenti del tutto fuori luogo allo scopo principale della cerimonia, alcuni arrivavano persino a spogliarsi provocati o per propria scelta poiché sovraeccitati dalle belle danzatrici. Le ballerine strippers per attirare il maggior numero di pubblico al rito erano pagate 200 Yuan a cerimonia (all’incirca 20 Euro).

Spogliarelliste cinesi

Il Beijing News dice che l’evento che si è svolto il 16 agosto 2006 ha attirato l’attenzione della televisione cinese. I balletti sensuali con serpenti correlati di spogliarello finale, hanno riscosso così tanto successo ed audience che lo show non è sfuggito alla CCTV che ha infatti mandato in onda uno speciale dedicato a questa curiosa usanza locale portandola a galla in tutta la Cina, la voce è così arrivata anche alle autorità cinesi che hanno subito voluto mettere un freno a questo rituale degenerato. Pur essendo la zona del Jiangsu una regione in parte ancora rurale, ad uno di questi funerali in un remoto villaggio, più di 200 partecipanti hanno assistito alle esequie-spogliarello. Le autorità cinesi hanno deciso di vietare questo tipo di attività, che  pur trasformando in vivace e piccante un evento luttuoso, diventava totalmente a danno e lucro della famiglia del deceduto. Hanno fatto arrestare i cinque ideatori del business (uno di loro lo scorso anno aveva guadagnato con i funerali più di 200 mila Yuan quasi 20 mila Euro) ed hanno invitato gli abitanti della regione a telefonare ad un nuovo numero gratuito per avvisare e denunciare i funerali a luci rosse. Nol solo, ma hanno anche garantito che chiunque aiuterà ad evitare che si ripetano tali spettacoli, verrà ricompensato con 300 Yuan (30 Euro). D’ora in poi per autorizzare un funerale nella regione, i parenti del deceduto, entro dodici ore, devono comunicare all’ufficio di competenza il programma dettagliato della cerimonia funebre. La polizia locale ha stabilito l’alt definitivo per fare abbassare le luci e calare il sipario sugli spettacolini; inoltre ha dichiarato all’agenzia di stampa Xinhua che quello che doveva essere l’estremo saluto ed una cerimonia solenne era diventato una serie di performances oscene .

Alcuni blog sulla Cina, in inglese di cittadini cinesi e non, si sono domandati, perché impedire alle famiglie di spendere i propri soldi come ritengono più opportuno per il proprio deceduto, dal momento che anche al tempo dei romani vi era la credenza che un gran numero di partecipanti alla commemorazione del morto portasse bene; in Grecia venivano pagate delle donne per seguire la salma piangendo e strappandosi i capelli; nel moderno occidente negli States si organizzano i funeral party, che per alcuni diventano un momento per abbuffarsi o rimorchiare, inoltre, poiché la bara è aperta si è creato un vero e proprio business di truccatori di cadaveri.

Questo tipo di professione è così comune che persino la famosa Whoopi Goldberg prima di fare l’attrice aveva esercitato questa mestiere ed il film My girl, invece, vede in questo ruolo l’attrice Jamie Lee Curtis lavorare per la piccola compagnia funebre gestita da Dan Aykroyd.  Un’altra domanda che si sono posti i blogger è stata, comprendere e chiarire se l’idea dei cinque organizzatori fosse balenata prendendo spunto da un’occidente che per attirare l’attenzione mette sempre in mostra belle ragazze che non nascondono le proprie grazie. Si chiedevano se fosse stata una reinterpretazione del messaggio di una cultura lontana ed estranea, che ha trovato terreno fertile per esportare il marchio Playboy, non solo come linea d’abbigliamento, ma come valore di emancipazione sociale per ragazze e donne (ne è esempio l’attrice e modella Bai Ling, divenuta coniglietta negli ultimi anni), o se vi fossero delle radici storico culturali precedenti in Asia. Riflettendo però, è facile intuire che in una realtà che per molti anni ha avuto la tradizione delle concubine, che attualmente in tutte le città ospita bordellini e in tantissime vie sexy shop, di sicuro non vi è la necessità di fantasie occidentali.

Spogliarelliste cinesi

Infatti quello che appare come un nuovo modo creativo per chiamare più gente possibile attorno alla salma in realtà è un tipo di business da anni radicato in Oriente, già dal 1995 si parla di cerimonie funebri a luci rosse con ballerine e strippers, ma non nella Mainland cinese, ma nell’isola di Taiwan. Il ricercatore Robin Ruizendaal, ha collezionato per dieci anni materiale sui rituali sociali e religiosi e su tutte le forme di performance artistiche in Asia tra Taiwan e Fujian. Nella storia delle tradizioni culturali, ha ricercato ed approfondito la conoscenza nel campo degli spettacoli spogliarello, intervistando il comico Tuo Xian, primo organizzatore di strip shows a Taiwan.
Studiando questo ramo di esibizioni ha scoperto l’abbinamento di questo spettacolo alle cerimonie funebri. Lo show, di così successo, non solo è stato usato per “versare lacrime” ma è anche divenuto strumento di promozione per le ditte di costruzione ed altre manifestazioni che richiedono l’afflusso di un grande pubblico. La connessione dello strip al richiamo del pubblico è in piedi da più di un ventennio, Ruizendaal ha intervistato le danzatrici spogliarelliste che si esibivano durante le cerimonie o le inaugurazioni di real estate. Alcune di queste, con alle spalle anni di “carriera funebre”, hanno raccontato di aver partecipato al più grande evento di strip tenutosi a Taipei il Shizi Lin. Egli è arrivato così a comprendere il cambiamento nel mercato dell’intrattenimento, che ha portato a rendere necessario in ogni evento pubblico un esplicito linguaggio sensuale e sessuale. Lo show delle spogliarelliste è puro intrattenimento e deriva da una radice della cultura teatrale dove la messa in scena del funerale, nei testi riporta chiari passaggi che citano esplicitamente virilità ed erotismo.
L’Accademico Malcolm Mclean ipotizza anche che la scelta di mettere in scena uno spettacolo “osceno”, poiché il più delle volte la cerimonia arriva a degenerare, è un modo per garantire la fuga degli spiriti maligni che potrebbero disturbare un morto indesiderato.In Europa e negli U.S.A., la cura dei morti crea un business di miliardi di dollari, e così accade anche in Asia. Mark R. Mitchell per il Time Asia Edition ha approfondito l’argomento a Taiwan: i residenti dell’isola spendono all’incirca 3 miliardi di dollari all’anno in funerali. Per secoli però nella cultura locale, come pure in Italia, gli impresari di pompe funebri erano considerati portatori di sfortuna, persone sporche il quale stato sociale veniva giudicato tra la prostituzione ed il “miserabile verme”. Non vi era alcun tipo di rispetto se si decideva di esercitare la professione di impresario di pompe funebri (nonostante il compito fosse prendersi cura dei cari defunti) e per questo motivo l’accompagnare i morti nell’aldilà negli anni era divenuto un lavoro legato alla malavita, ai gangsters o di chi sembrava essere adatto a fare parte di un mondo legato alle triadi e alla mafia. I delinquenti di solito passavano delle bustarelle alla polizia o agli ospedali per informarsi sullo stato clinico di detenuti o pazienti vittime di incidenti stradali o sparatorie.

Non appena ricevute le informazioni di avvenuto decesso si mettevano in moto con i preparativi della cerimonia, ancor prima che i parenti dell’estinto fossero stati avvertiti. Negli anni si sono susseguiti numerosissimi casi di compagnie funebri che hanno accelerato le pratiche, poiché non volevano che si scoprisse che il “cadavere” respirava ancora. I casi di morte apparente infatti creano piu’ di qualche “imbarazzo” a queste agenzie, per non parlare della “perdita” di un cliente. Molte sale d’emergenza degli ospedali di Taiwan si sono trasformate in vere e proprie stanze di risse sanguinose tra imprese funebri che rivendicavano il malcapitato deceduto. Le famiglie invece, giungendo all’ospedale si trovavano davanti ad una parcella da pagare ed una difficile scelta: pagare, tirarsi indietro o essere feriti.

Questi ricatti sono stati resi pubblici quando Huang Mei-shu, ha raccontato pubblicamente la telefonata ricevuta, dove gli venivano richiesti 5000 dollari per la restituzione del cadavere della sorella. Racimolati solo 500 dollari, rifiutati dai ricattatori, dopo aver chiesto invano aiuto alla polizia, Huang ha fatto una cosa che pochi taiwanesi avrebbero fatto al suo posto: si è ribellata ed in una conferenza stampa ufficiale ha rimproverato le autorità le quali permettevano fosse messo in atto questo spietato e crudele abuso. Grazie al riscontro della stampa, la polizia ha deciso di aiutare Huang a ritrovare il cadavere della sorella, e finalmente dopo quattro settimane di sequestro il cadavere ha ricevuto la degna sepoltura.

Huang ha osato e ne è uscita vincente, ma molti taiwanesi sono così afflitti oppure spaventati che non sono in grado di protestare o rivendicare i propri diritti sulla salma. Anche se la corruzione è sempre continuata sotto banco, le autorità governative ufficialmente hanno cercato di mettere uno stop a questo tipo di business; Chen Jeaw-mei, direttore dell’ufficio di social affairs di Taipei, ha proposto una legge per obbligare le compagnie funebri a pubblicare i propi prezzi prima di presentarli come dato di fatto ai clienti, in modo tale da offrire loro libera scelta. Alcuni ospedali nelle città più grandi di Taiwan ora fanno delle lotterie per le pompe funebri per assegnare i pazienti e metterli in contatto con le famiglie dei moribondi. Ma rapportarsi con gli impresari di pompe funebri taiwanesi può essere un duro lavoro. Chen ha ricevuto una lettera minatoria che menzionava i nomi di ufficiali governativi che hanno portato sull’orlo del fallimento delle compagnie funebri. L’autore garantiva di prendere tre dei sottoposti di Chen per “un giro”, e aggiungeva “Il direttore Wu ti può raccontare una storiella di come l’abbiamo colpito”.

Il riferimento era ad un direttore del Ufficio di Gestione Funerali di Taipei (Taipei Office of Funeral Management – OFM), il cui vetro dell’auto era stato distrutto il mese precedente, si supponeva da un bullo. “Alcune delle compagnie funebri sono gestite da gangsters” diceva Lin Liang-sheng, dirigente dell’ OFM. “Ma dobbiamo continuare a lottare. Non possiamo lasciarci spaventare.” Il sospetto infatti è che le compagnie funebri non siano gestite da gangsters di serie B, ma da veri e propi professionisti membri di note triadi mafiose emerse all’incirca una quindicina di anni fa quando le compagnie funebri iniziarono ad offrire – con prezzi all’ingrosso – le prestazioni di esotiche danzatrici provenienti dai clubs che appartenevano alle triadi e alla mafia. L’idea era balenata pensando che se il nonno ama la vita notturna e le spogliarelliste, allora è plausibile l’esibizione di spogliarelliste che si esibiscano per lui nella sua ultima festa: il funerale! Il business è divenuto da allora così grande che è stato calcolato che un terzo dei funerali prevede uno spettacolo di intrattenimento con donne nude danzanti.

spogliarellista cinese

Un numero crescente di municipalità ha preso però severi provvedimenti in merito a questo tipo di cerimonie, ma è ormai radicato nelle aree rurali vedere funerali con carri seguiti da uno stuolo di donne scollacciate e scintillanti provenienti dai nightclubs locali o dai bordelli della zona.

Nonostante i funerali con gli spettacolini di spogliarelliste siano stati criticati, i taiwanesi si lamentano che la maggior parte delle compagnie funebri che offrono servizi nell’isola sono completamente scadenti. Il prezzo medio per  una cerimonia commemorativa si aggira tra i 12000 dollari, per un servizio equivalente che in U.S.A. è pagato 5000 dollari. In un normale pomeriggio al cimitero municipale Kao-hsiung è possibile vedere sei o sette processioni separate – ognuna preceduta da una banda musicale assunta dalle compagnie funebri cittadine – gareggiare per uno spazio al crematorio. Occasionalmente i musicisti suonano pezzi stridenti e sconnessi con suoni irriconoscibili, quasi rumori che si mescolano insieme al fracasso delle altre bande, ma prevalentemente ridono e scherzano tra di loro e fumano sigarette mentre la cassa del morto viene presa per essere cremata. Le donne che vengono assunte per affligersi e piangere per il morto – una pratica comune a Taiwan – lo fanno senza entusiasmo, frignano piuttosto che piangere. L’abbigliamento funerario è grossolano, i fiori sono sciupati, il carro funebre è vecchio e decadente. “Il livello del servizio è vergognoso” diceva  Deng Wen-lung, un professore universitario esperto in studi sulle tradizioni legate alla vita e alla morte, accompagnando dei visitatori allo “spettacolo”. “I taiwanesi devono imparare che possono chiedere qualcosa di meglio”.

Fortunatamente non tutte le compagnie mortuarie di Taiwan sono disoneste. La polizia ritiene che non vi sono prove definitive che ognuna di esse abbia contatti con le più grandi organizzazioni di gangster e criminali. Mitchell continua la sua ricerca facendo una passeggiata per la strada di Taipei dove si trovano in piena vista gli uffici fatiscenti di molte delle compagnie funebri della città, un mondo che è come minimo oscuro, se non totalmente illegale. Alla vista di un giornalista, molti degli impresari funebri scompaiono dal retro della porta o si comportano come se fossero muti. Lo Shuan-lin, uno della Lucky Flower Village Funeral Co., si era lamentato che i poliziotti che lo informavano sui possibili clienti lo facevano pagare troppo.

“I poliziotti chiedono 600 dollari per un corpo” diceva, aggiungendo che i prezzi più alti stavano divorando le compagnie funebri in ultima linea, obbligandole a dare la caccia molto “aggressivamente” ai clienti. Un altro impresario era d’accordo nel fornire maggiori dettagli, ma chiedeva di rimanere anonimo perché era preoccupato di “poter non vivere e non vedere l’alba di domani”.  Era un uomo con una imponente pancia, vestito con una camicia di seta dipinta di apparenti feroci dragoni. Il suo ufficio occupava tre piccole rampe di scale immerse nel buio, dove vi era accatastato di tutto – la tigre impagliata, il gong d’oro – luci rosse e una nebbia di fumo di incenso offuscavano la vista. Insisteva sul fatto che le riforme governative erano orchestrate dai funzionari con agganci alle grandi compagnie funebri che vogliono avere conferme di legalità fino alla propria morte. Le minacce a questi funzionari vivi sono necessarie perché bisogna “mostrare ai clienti qual’è lo scotto da pagare ” diceva girando attorno al suo grasso indice un anello di diamante antiquato. A questo punto, Mitchell vedeva arrivare la ragazza dell’impresario, jeans aderentissimi e tacchi a spillo, che sgattaiolando nella stanza, passando attorno ad una sedia, dopo essersi seduta si accendeva una sigaretta extra-long. Un impresario molto magro, amico intimo di quello grasso, ciondolava lì vicino, scrocchiando le nocche. “Questo è un business competitivo” diceva. “Ti devi aspettare qualche violenza”.

Ci sono inoltre un po’ di domande da porsi su questo tipo di business:

Un funerale di una donna prevede spogliarelliste o spogliarellisti ?

Essendo per “felicitare” la persona estinta, a Taiwan, forse vi sono entrambe le opzioni, mentre in Cina è più probabile che vi siano stati solo spogliarelli di danzatrici, poiché il tutto è accaduto in una realtà rurale a prevalenza maschile. Inoltre cosa accade ai cadaveri delle famiglie che si rifiutano di pagare o che non possono permettersi la parcella presentata dalle compagnie funebri ? Il problema non si poteva porre in Cina poiché le famiglie erano più che d’accordo con l’offerta proposta, vedendo l’immediato tornaconto nel numero di pubblico alla cerimonia. Di sicuro, le salme taiwanesi, non “godono” dello spettacolino, ma quale è la loro sorte se non viene pagato il riscatto ?  La sorella di Huang, era stata tenuta dall’impresa funebre per quattro settimane, ma se vi sono più corpi che non possono essere riscossi, per quanto tempo le compagnie sono disposte ad aspettare ? Quanti hanno il coraggio di rifiutare il pagamento ? Razionalmente si può dire che ad un ricatto del genere per un funerale “pagliacciata” è meglio non pagare, ma psicologicamente, pur trattandosi di una salma, e cioè di un corpo senza vita, si parla sempre delle spoglie di qualcuno a cui si è legati o per sangue e/o per amore. Se il numero di chi ha coraggio di rifiutare aumenta, le condizioni di mantenimento del cadavere diventano anche un costo in più per queste imprese, allora come si comportano ? Molte domande non hanno delle risposte precise, poiché ovviamente tutto dipende dal potere delle tresche mafiose e dalle diverse realtà che si propongono,  ma di sicuro, nell’isola di Taiwan, è un business che oltre alla speculazione e alla freddezza, molte volte quando violenta psicologicamente diventa grossolano o finisce nella pura  crudeltà.

Articolo di Dominique Musorrafiti
Foto: Vesna Resnik – CinaOggi.it

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