Mo Mo (pseudonimo di Zhu Weiguo) è nato a Shanghai nel 1964, ha cominciato a pubblicare versi negli anni Ottanta, e ha cooperato con Meng Lang e Chen Dongdong a diverse iniziative artistiche ed editoriali.
di Fabio Grasselli
Egli stesso distingue i suoi scritti in tre fasi ben distinte: la prima, quella di Chengshi de Haizi [Bambini di Città ], si fonda sulla lingua parlata e ritrae la vita quotidiana della gente comune; la seconda, Shouzhi de Liulu [apparizione delle dita], è caratterizzata da poesie sempre meno percettive e sempre più razionali, per alcuni critici un successo, per altri un vero e proprio fallimento; la terza fase, Hui Jia [Ritorno a casa], fonde lingua parlata, percezione e razionalità.
Di questa terza fase è la poesia qui riportata, “Anche in un secondo ci sono innumerevoli io”, in cui il giovane poeta giunge, lungo il tortuoso cammino della conoscenza di sé, alla conclusione che non esiste un vero e proprio sé, ma innumerevoli sé, che si divincolano, fanno staffetta nella corsa degli eventi e dei rapporti o forse in balia di essi, della corrente, in ossimorico confronto tra di loro.
![]() | ANCHE IN UN SECONDO CI SONO INNUMEREVOLI IO Io accovaccio un io (trad. di A. Russo) |
Mo Mo si pronuncia con siffatte parole, riguardo alla poesia contemporanea in Cina: “la poesia cinese contemporanea non ha singolarità. Sia che si esamini il fenomeno a partire dalla situazione spirituale o dal quadro culturale, la situazione critica affrontata dalla poesia e dai poeti contemporanei è la stessa di quella dell’epoca di Mang Ke e di Bei Dao.
Infatti la poesia contemporanea non ha opere di grandi maestri; confrontata alla poesia menglong, la lingua e la forma però sono più pacate, e anche più libere! Questi progressi della nuova poesia hanno tutti una tradizione comune: quella iniziata col movimento del <> nella Cina dell’inizio di questo secolo, che riguarda il passaggio dal cinese classico (wenyanwen) al cinese moderno (baihuawen).
La rivolta e la distruzione sono ancora i temi principali della poesia contemporanea, essa non si è ancora posta sulla strada della creazione e della costruzione.”
1 ottobre 2005

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