Bellezze artificiali in Cina

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Chirurgia estetica in Cina – In una Cina che presenta innovativi ed accelerati cambiamenti, dove il capitalismo ed il materialismo sono all’ordine del giorno, la presenza fisica ha un forte peso per la società.

di Dominique Musorrafiti, 19 dicembre 2004

La più grande agenzia di modelle in Cina, “The New Silk Road Model Company“, ha scelto Sanya, per ospitare per la seconda volta le finali di “Miss Mondo“, mentre Pechino, proprio ieri, ha organizzato quelle di “Miss Rifatta“, dove la condizione fondamentale per partecipare era aver subìto una o più operazioni di chirurgia plastica. A contendersi lo scettro di reginetta della bellezza artificiale si sono trovate venti concorrenti di età compresa tra i 17 ed i 62. La corona è andata infine a Feng Qian la prima “China’s Miss Artificial Beauty“, al secondo posto invece si è classificata Cheng Lili ed al terzo Zhang Shuang. La neo reginetta di 22 anni proveniente da Jilin, città del nordest della Cina ha ringraziato commossa il suo chirurgo plastico che le ha permesso di ottenere il titolo e l’incoronazione ufficiale.

La giovane, che come professione farà proprio la chirurga plastica, ha dichiarato che gli interventi oltre ad averla resa bella, sana e piena di fiducia, le hanno dato modo di mettersi nei panni dei suoi futuri pazienti. La più matura delle partecipanti, Liu Yulan, con i suoi 62 anni suonati ha sfoggiato un lifting per togliere rughe e ammorbidire gli zigomi. Il messaggio che ha voluto portare con la sua presenza al concorso alle sue coetanee, è che non vi sono età per piacere a se stessi e ricercare la bellezza, e far accettare alla società che una donna se vuole ha diritto di modellare il suo corpo anche grazie al bisturi.

Un’altra concorrente, Long Yan, di 47 anni ha spiegato che grazie alla sua completa trasformazione ha migliorato notevolmente la sua vita. Oltre a sfoggiare volti e diverse parti del fisico ritoccate, hanno dovuto portare un certificato medico ufficiale con attestata l’avvenuta trasformazione estetica, ed inoltre le aspiranti reginette hanno presentato le fatture delle parcelle pagate ai bravissimi chirurghi plastici. Una delle parcelle più salate è stata pagata da una concorrente trentenne che ha speso 300mila Yuan (27mila Euro) e pur presentandosi con un corpo perfetto non è riuscita ad entrare tra le venti finaliste.

Un’altra aspirante Miss invece all’ultimo ha deciso di ritirarsi dalla competizione per ripresentarsi alla prossima edizione con ulteriori migliorie, probabilmente si sentiva troppo poco rifatta rispetto alle sue avversarie. L’idea di “Miss Artificial Beauty” è nata dall’esclusione di una candidata la quale non ha potuto partecipare ad un’altra competizione di bellezza, poiché troppo vistosamente ritoccata. La diciottenne che si era sottoposta a solo 11 operazioni ed aveva pagato 100mila Yuan (9mila Euro) per potersi aggiudicare il titolo di più bella del reame minacciò la denuncia ai tanto severi e conservatori giudici alla ricerca di giovani acqua e sapone.

La migliore amica del bisturi, Feng Qian, oltre ad aver ottenuto la corona ha ricevuto anche un assegno di 50mila Yuan (5mila Euro). Altri due titoli del concorso sono stati ”Migliore idea di chirurgia plastica” e ”Miglior trasformazione”. Favorita nei sondaggi svolti su internet per quest’ultima era Liu Xiaojing, un transessuale che aveva dichiarato di aver modificato negli ultimi tre anni totalmente il proprio aspetto ad eccezione del volto. Inoltre ha affermato che la sua più grande vittoria è stato diventare finalmente una donna. Gli Sponsors del concorso sono stati ditte di cosmetici e produttori di protesi al silicone.

Chirurgia estetica in Cina

Cheng Lili, Feng Qian, Zhang Shuang
Chirurgia estetica in Cina
Liu Yulan

Chirurgia estetica in Cina

Liu Xiaojing

La chirurgia plastica in un solo anno ha avuto un “grande balzo in avanti” in Cina, portando l’industria del ritocco ad un fatturato di 1,8 mld di Euro nel solo 2003, con un aumento del 40% dei ritocchi con i bisturi. Sono stati più di 26mila gli interventi nella sola Pechino, dove il “Plastic Surgery Hospital” ogni settimana riceve una media di 200 domande di interventi, mentre a Shanghai alcuni ospedali militari si sono trasformati in cliniche specializzate della plastica. Dai soldati feriti i chirurghi sono passati ad eseguire operazioni su persone alla ricerca dell’eterna giovinezza e della perfezione.

Ma se questa ricerca del non invecchiare e della bellezza è un fenomeno in maggioranza femminile la sfera ha colpito anche le adolescenti insoddisfatte e non ha risparmiato neppure i bambini, (ovviamente non per loro scelta) infatti nelle cliniche si presentano sempre più spesso genitori anche di piccoli di appena tre anni che richiedono modifiche agli occhi o l’aggiunta di fossette, ma fortunatamente la maggior parte dei medici ritiuta di operare minorenni a meno che non siano rimasti deturpati da incidenti o nati con pesanti deformazioni.

In continua ascesa sono la liposuzione, la blefaroplastica, il lifting poiché sono sempre più richieste le modifiche ai poco amati occhi a mandorla (principale veicolo del fascino asiatico), alle sopracciglia ed al naso. Le donne cinesi essendo diventate più ricche ed indipendenti sono più esigenti riguardo al loro aspetto; molte ricercano fondamentalmente sembianze occidentali, altre richiedono interventi di allungamento delle gambe per ottenere più opportunità di lavoro in particolari settori dei servizi, altre vogliono sfoggiare la bellezza come arma poiché così risultano più gradite nei circoli sociali. Le statistiche continuano a dimostrare che la soddisfazione che apporta un fisico affascinante migliora altamente la qualità della vita.

Feng Qian

Ormai famosissima in Asia ed ora nota anche in Europa è la giovane 25enne Hao Lulu di Pechino, la quale si è sottoposta a 17 interventi con un totale di 200 giorni di degenza, in nome della bellezza. La ragazza, oltre ad aver ottenuto l’immagine desiderata, è il volto ufficiale della campagna pubblicitaria “Beauty Dreamworks Project” per la clinica privata Evercare ed è anche la curatrice delle relazioni con il pubblico. Hao ora aspira ad una carriera nel campo cinematografico sostenendo che la bellezza non è una delle cose indispensabili della vita, (quindi perché sottoporsi a continue operazioni chirurgiche di totale remake?); un carattere nobile è molto più apprezzabile in una persona.

La giovane, rimasta sorpresa dall’attenzione dedicatale dai media, poiché secondo lei il fatto di pianificare delle operazioni di rifacimento è solo una decisione personale, sostiene che la sua scelta di intraprendere una serie di operazioni è nata solo dal desiderio di risultare un po’ più bella. Ritiene infatti che una donna possa ottenere uno stato di perfezione quando la bellezza interiore, che possedeva già, si fonde anche con la bellezza esteriore, che doveva essere ritoccata. I suoi genitori erano completamente all’oscuro di questo suo progetto, solo il ragazzo era al corrente di tutto e totalmente favorevole, rassicurandola anche nei momenti in cui era preoccupata del possibile dolore procurato dalle operazioni e standole vicino nel periodo di degenza.

La ragazza, che si occupava della vendita di gioielli e che come hobby scrive racconti, non ha dovuto pagare di propria tasca le operazioni di pelle, occhi, bocca, sopracciglia, naso, collo, mento, seni, pancia, sedere e gambe, poiché uno sponsor sconosciuto, ma molto facoltoso ha provveduto a saldare il costo complessivo delle operazioni, circa 300mila Yuan (27mila Euro). La giovane ora, totalmente rifatta è orgogliosa di essere guardata per strada e sentire i commenti di ammirazione, che non sono solo una soddisfazione per lei “ma anche per chi la guarda affascinato”.

Questo secondo Hao dimostra che la società di oggi vuole le persone sempre più belle e che per questo motivo molti possono accettare il suo rivoluzionario cambiamento fisico. Diventata dunque una “bellezza prorompente” molti hanno stentato a riconoscerla. Zhou Gang, uno dei dottori del team che ha seguito le sue operazioni chirurgiche nella clinica Evercare, sostiene che il suo nuovo aspetto durerà non più di tre o cinque anni. Ma Hao non è per nulla preoccupata dagli effetti a lungo termine, poiché ha intenzione di lavorare per mantenere il più a lungo possibile il corpo che ha ricevuto i benefici delle numerose operazioni nelle condizioni attuali.

Hao Lulu

Beauty Dreamworks Project

Alcuni medici cinesi hanno pesantemente criticato casi del del genere poiché hanno portato una grande pubblicità alle cliniche ed ai chirurghi plastici. E le critiche arrivano anche da testate come “China Daily“, la quale denuncia che in alcuni centri di chirugia estetica lavora del personale non abilitato, il quale ha causato negli ultimi anni più di 200mila sfigurati. L’indagine ha rivelato che un milione di centri di bellezza non sono propriamente attrezzati neppure per le operazioni più semplici. “Yangchen Wanbao“, un quotidiano cantonese, ha pubblicato che nello Shenzhen gli interventi a rischio e quelli falliti arrivano alla soglia del 70% proprio perché eseguiti da personale non abilitato. Per questo motivo il governo cinese ha provveduto ad una speciale regolamentazione che autorizzi solo centri abilitati ad eseguire questo tipo di interventi.

“China’s Miss Artificial Beauty”
“China’s Miss Artificial Beauty”

La ricerca di volti affascinanti e corpi scultorei si riflette anche nell’aumento dei concorsi e gare di bellezza per l’elezione di reginette. Nel 2003 oltre alla prima edizione in territorio cinese di “Miss Mondo“, le più importanti competizioni che si sono svolte sono state “New Silk Road Model“, “Città dei fiori“, nella città di Guangzhou, “Miglior modella dell’anno“, “Miss China international” e “Miss Chinese International Competition“, le quali hanno dato modo a nuovi volti di emergere e lanciarsi nei campi della moda e della pubblicità.

E se “Miss Cina“, Guan Qi, si è classificata al terzo posto dell’edizione “Miss Mondo 2003” e forse presto oltre ai cartelloni publicitari e alle passerelle la vedremo in televisione per qualche campagna promozionale, c’è chi in passato grazie al titolo di “Miss Hong Kong” nel 1983 ha conquistato un posto di spiccato rilievo tra i nomi delle star internazinali del cinema: Maggie Man-Yuk Cheung vincendo la decima edizione del concorso è stata una delle prime testimoni di quanto una gara di bellezza possa cambiare la vita di una persona.

In una Cina che ha aperto le porte al resto del mondo, che mostra i suoi progressi rispetto al tenore della vita e dove la bellezza è diventata la leva per lo sviluppo economico, la necessità di migliorare il proprio aspetto a volte incontra il bisogno di cambiare completamente e quindi di ricorrere alla chirurgia per passare da un sesso all’altro. Questo desiderio, che in Cina ha visto numerosi uomini divenire donne e viceversa, ha fatto sì che alcune regioni, come lo scorso anno il Gansu, hanno deciso di regolamentate anche le unioni transessuali.

Mentre i matrimoni dei 15 milioni di omosessuali sono ancora vietati, dal 1 ottobre 2003 i transessuali decisi a convolare a nozze hanno ottenuto l’autorizzazione a patto di portare certificati che attestino l’avvenuto intervento chirurgico. Dimostrando la sua nuova identità sessuale si sposò lo scorso 31 dicembre il primo transessuale da donna a uomo ricevendo ufficiale certificato governativo comprovante l’unione legalmente riconosciuta. L’allora ventinovenne sposatosi a Chengdu aveva dato prova che i transessuali hanno cessato di essere tabù in Cina.

Meno fortunata era stata però la transessuale Cheng Lili, una modella cinese a cui inizialmente era stato accordato il permesso di partecipare al concorso di “Miss Universo” e che poi si è vista espellere dalla competizione dai dirigenti con l’accusa di essere una “donna artificiale”. Cheng nel novembre 2003, pochi mesi prima dell’evento internazionale era un uomo, con i suoi 1,73 m d’altezza e le sue curve mozzafiato era riuscita a mettere nell’ombra le sue compagne, ottenendo i favori e gli applausi sia del pubblico che della giuria. Il paletto che le ha impedito di continuare la competizione e raggiungere le altre finaliste a New York è stato messo però dalla commissione internazionale, la quale considerava ingiusta la sua presenza rispetto alle altre concorrenti provenienti dalle varie parti del pianeta.

La vicenda aveva attirato l’attenzione di Cao Gang, un’esperta di concorsi di bellezza di Shanghai, la quale dichiarava (giustamente) che Cheng avendo ottenuto dalla legge il riconoscimento di essere donna aveva quindi tutti i diritti di continuare il suo percorso poiché il suo status era uguale a quello delle altre partecipanti. Ma quest’anno “China’s Miss Artificial Beauty” ha apprezzato la sua straordinaria bellezza concedendole il secondo posto nella competizione. Nei concorsi di bellezza attuali si è arrivati ad un punto dove è davvero difficile distinguere un viso naturale da uno artificiale, ma trattandosi di gare che devono attestare la bellezza, allora perché non giudicare obbiettivamente quello che gli occhi vedono bello senza cercare di frugare in merito ad altro?

Cheng Lili
Cheng Lili


Fonti consultate BBC Asia, Xinhua, China Daily

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