La Diga delle Tre Gole: scommessa vincente?

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Fengjie come Atlantide? No, sarebbe esagerato, ma questa città cinese, costruita circa 2300 anni fa, sarà una delle prime a naufragare negli abissi del bacino della diga delle Tre Gole, una delle dighe più imponenti del mondo, che domenica primo giugno e’ stata inaugurata dalle autorità cinesi. Fengjie (i cui abitanti sono stati obbligati ad evacuare), le sue strade, le sue case ed il palazzo storico di Yong’an: di essi entro il 15 giugno 2003 non rimarrà che il ricordo.
La diga, che entro il 2009 dovrà essere completamente in funzione, avrà un costo totale di circa 25 miliardi di dollari ed entro quella data dovrà sommergere ben 27780 ettari di terra arabile, inabisserà 116 città, 1.711 villaggi e 1.599 fabbriche. Grande vanto del governo cinese, dopo quasi 17 anni di lavoro il progetto delle Tre Gole (che sbarrerà il fiume Yangtze in corrispondenza di una serie di spettacolari canyon detti, appunto, delle Tre gole, nella Cina sud occidentale) non teme confronti: alta 181 metri, lunga 2309, la diga e’ munita di due generatori con 26 turbine ognuna della quali capace di produrre 700 megawatts, e nel punto più profondo dovrebbe raggiungere i 171 metri oltre a creare un lago lungo quasi 600 km. Secondo il progetto la diga produrrà 18200 megawatts di elettricità destinati alla famosa città portuale di Shanghai e a ben otto province rurali della Cina.
La costruzione della diga ed i progetti di trasferimento della popolazione del luogo non hanno mancato di provocare scandali e contestazioni. Il governo di Pechino ha stanziato 17,6 miliardi di yuan (praticamente 3780 miliardi di lire) per l’evacuazione di circa 1300000 persone (che entro il 2009 saranno quasi 2 milioni), ma la cifra e’ stata vittima di corruzione ed appropriazione (Huang Faxiang, responsabile della costruzione di nuove città per alloggiare la popolazione trasferita, e’ il primo ad essere condannato a morte dai processi sul caso).
Non sono mancate neppure le contestazioni ambientaliste. Secondo le autorità del regime comunista tra gli obiettivi è evitare le disastrose piene che si abbattono da millenni e che, negli ultimi 100 anni, hanno causato più di un milione di vittime ed ancor più sfollati. In più, grazie a una serie di chiuse, il fiume risulterà navigabile per 2.000 chilometri, favorendo in tal modo gli scambi commerciali. Le turbine idroelettriche provvederanno ad un nono dell’elettricità cinese, scansando l’emissione di circa cinque milioni di tonnellate di anidride carbonica nell’atmosfera. Ma le organizzazioni internazionali contestano i dati di Pechino, allarmano un numero maggiore di sfollati, denunciano i rischi che le terre che saranno sommerse sono fra le più fertili della Cina e custodiscono immense piantagioni di more e le coltivazioni delle preziose orchidee arancioni. Quando la diga sarà terminata, in pratica, verranno sommersi anche i 1.300 siti archeologici risalenti a 4.000 anni fa, che serbano traccia dell’antico popolo Ba. Oltretutto sono già state avvistate crepe nell’enorme muro della diga, anche se le autorità competenti smentiscono.
Insomma, è difficile sbilanciarsi oggi, ma è certo che questo enorme progetto (si dice già voluto da Mao) rischia di tornare alle cronache mondiali. Magari come sito di efficienza, o magari come (speriamo di no) disastro sotto chissà quale forma.
Fengjie a quest’ora starà già sprofondando: auspichiamo non per l’avidità di alcuni potenti. Come Atlantide.

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