L’Asia in crisi per la Sars

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13 Aprile – I governi di tutto il mondo stanno prendendo misure preventive contro l’epidemia del virus. Intanto, il Singapore General Hospital ha avuto 19 persone infettate da un inconsapevole “supercontaminatore” che è riuscito a mascherare il virus, poiché era già affetto da molte altre patologie… La maggiore preoccupazione del principale ospedale della città è che molti altri reparti potrebbero essere già stati contagiati. Singapore affronta ora anche l’isolamento di un’intera nave da crociera, “Superstar Virgo”, anche se solo un membro dell’equipaggio sembra aver presentato i sintomi della sars. Il ministro delle risorse umane, Lee Boon Yang, è seriamente preoccupato, perciò ha dichiarato che il governo ha deciso di usare telecamere di sorveglianza, per controllare meglio la complicata situazione. La polmonite atipica ha esportato da Hong Kong il suo dannosissimo virus anche nel Vietnam: nell’ospedale francese di Hanoi, Nguyen Huu Boi, 69 anni, un medico francese di origine vietnamita, è deceduto il 12 aprile a causa della sars. Aveva curato a fine febbraio la prima persona colpita dalla malattia nella zona vietnamita, un uomo d’affari che passò per la capitale prima di morire successivamente ad Hong Kong. Questi casi hanno messo in agitazione anche le Filippine che si mettono al riparo, permettendo, ai domestici di origine filippina che lavorano ad Hong Kong di rientrare in patria, solo dopo essersi sottoposti ad una visita medica per assicurarsi di non essere affetti dalla polmonite atipica. Quelli che non risulteranno negativi all’esito, non potranno lasciare Hong Kong. I problemi non mancano neppure per Cathay Pacific Airways, compagnia di volo di Hong Kong, la quale pianifica una sospensione dei voli per il mese di maggio. Anche questo è stato deciso a causa della polmonite atipica, poiché si è ridotto notevolmente il numero dei passeggeri. I dirigenti della compagnia sono disperati e non vogliono rilasciare ulteriori commenti. Cathay Pacific Airways ha già cancellato circa il 42% dei suoi voli ed i rimanenti stanno operando con una percentuale di posti occupati dal 30 al 35%. L’ipotesi è molto drastica, ma è inevitabile, anche se creerà ugualmente molte perdite. L’intera flotta ed i passeggeri non potranno partire: la città di Hong Kong subirà notevoli isolamenti, poiché già altre compagnie aeree hanno deciso di non fare più scalo nell’isola. Forse per un periodo indeterminato non ci sarà la possibilità né di uscire né di entrare nell’ex colonia britannica. Incalcolabili potrebbero essere i danni economici.

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