Virus Sars: l’OMS vuole le cifre reali

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Pechino – 10 aprile – Ma Xiaowei, vice ministro della sanità cinese, ha detto che i decessi causati dall’epidemia che ha messo a dura prova l’Asia si sono registrati nelle regioni del Guangdong, lo Shanxi, il Guangxi, lo Hunan e il Sichuan e nella capitale Pechino. Il governo cinese ha ammesso per la prima volta che alcuni dei casi di sars registrati nella capitale potrebbero aver avuto origine proprio a Pechino. 1.290 sono stati colpiti, ma fortunatamente, così dicono, già 1.025 sono guariti. Ma nel frattempo vi sono state altre due vittime di polmonite acuta: una nel Guangdong, nel Sud del Paese dove si pensa che la malattia si sia originata; e un’altra nella provincia settentrionale dello Shanxi. 55 è il numero ufficiale delle vittime totali in Cina. Sono sospetti però i dati reali dell’epidemia, che potrebbero essere maggiori. Sanitari e fonti giornalistiche indipendenti, rivelano un numero superiore di persone infette solo nella capitale: la discrepanza con i dati ufficiali è notevole. L’OMS, ha ufficialmente rivolto un appello alle autorità, affinché non tacciano più le cifre reali delle persone infette. Un insegnante americano, James Salisbury, che nel Guangdong aveva contratto la sars, è morto ad Hong Kong, subito dopo il ricovero in ospedale. Secondo la testimonianza dei suoi amici, l’uomo sarebbe stato trasferito solo dopo molte resistenze nell’ospedale dell’ex colonia britannica. L’accusa fatta al governo cinese è di aver aspettato troppo e quindi di essere intervenuti tardi nel dare cure mediche all’insegnante. I suoi amici infatti pensano che le autorità cinesi, solo alla fine abbiano dato il consenso al trasferimento, perché non volevano la morte di un altro straniero nel paese. Con lui era stato ricoverato anche suo figlio di sei anni, che ora fortunatamente si trova in condizioni stabili. Le circostanze del decesso di James Salisbury sono confuse e danno maggiori preoccupazioni e certezze sul fatto che il regime asiatico, stia nascondendo dettagli e cifre importanti per evitare la diffusione del panico, ma che creano così un numero sempre crescente di vittime e di sottovalutazione delle possibili precauzioni necessarie per evitare il propagarsi del contagio.

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