La letteratura cinese dal dopo Mao agli anni ’80

La letteratura cinese contemporanea è stata oggetto in questi ultimi vent’anni di numerosi cambiamenti, di continue rielaborazioni di idee e tecniche immediatamente precedenti, fino ad arrivare alla concezione della letteratura come strumento non solo artistico ma sociale, ad una concezione letteraria di “arte per l’arte”, una letteratura cioè fine a se stessa e senza risvolti didattici.

Con la caduta della Banda dei Quattro la letteratura cinese entra in un periodo di fermento e rinnovazione, chiamato “nuovo periodo” che, attraverso diverse fasi, si evolve continuamente superando in misura sempre maggiore i vincoli e i dettami del periodo precedente: si assiste alla nascita della “letteratura della ferita”, che rappresenta il primo momento di denuncia dei misfatti della Rivoluzione Culturale.

In seguito essa cede il posto alla “letteratura di riflessione” in cui vengono cercate le cause della Rivoluzione Culturale.

Vi è poi un momento di svolta rappresentato dai giovani poeti del gruppo che viene definito di poesia oscura, introducendo in essa nozioni e problemi dell’uomo moderno.

Ciò verrà ripreso anche in narrativa, dando così vita al movimento letterario detto “modernismo”.

Tale sviluppo in senso moderno avviene però più che altro a livello tecnico; si deve infatti aspettare la seconda metà degli anni ’80 per assistere ad un rinnovamento anche sul piano ideologico, con nuove correnti letterarie che si affacciano sulla scena narrativa allontanandosi dall’uso imperante del realismo per creare nuovi ed originali spazi narrativi.

Tali nuove correnti sono rappresentate dalla “letteratura della generazione perduta”, che porta sulla scena il disagio giovanile della nuova generazione urbana, dalla “letteratura della ricerca delle radici”, dove si assiste alla ricerca di valori culturali antichi in contrasto con la banale realtà moderna, e dalla “letteratura d’avanguardia”.

Quest’ultima rappresenta un ulteriore passo in avanti verso una letteratura sempre più lontana da fini politici o didattici, rischiando a volte di compromettere la diffusione di tale tipo di letteratura, essendo il lettore cinese abituato a cercare nell’opera un qualche insegnamento, una qualche indicazione o un indizio che lo indirizzi a qualche interpretazione finalistica.

La letteratura qui si trasforma in semplice divertimento, fine a sé stesso, privo di qualsiasi intento morale, sociale o didattico.

All’interno di questo genere narrativo si trova anche una rielaborazione del concetto di individuo, dell’io dell’autore, che finora sempre presente nei lavori letterari, viene ora relegato in un angolo, poiché l’interesse dell’autore si sposta sul piano prettamente formale.

L’autore d’avanguardia non è più interessato a cosa scrivere quanto a come scrivere; l’io non è più il momento principale della narrazione ma un semplice strumento ai fini di quest’ultima.

L’avanguardia letteraria scardina il mondo narrativo al quale il lettore è abituato introducendolo in un campo dove ogni valore ha perso di significato, dove si cerca di ritrarre la realtà così come essa è veramente, come l’autore la percepisce, cioè falsa, vana, illusoria.

I primi autori rappresentativi dell’avanguardia, quali Mo Yan, Hong Feng, Ma Yuan, Can Xue, provengono tutti da zone marginali o remote della Cina ed essi, a causa dei loro soggetti e dei nomi esotici dei posti di cui narrano, vengono inizialmente avvicinati alla “narrativa della ricerca delle radici” facendo pensare che l’avanguardia non sia che un prolungamento di questa.

In un secondo momento però una nuova generazione di autori si presenta sulla scena rompendo definitivamente con le correnti precedenti ed entrando nel vivo del nuovo tipo di letteratura: fra questi gli autori più rappresentativi sono Su Tong, Yu Hua, Ge Fei.

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