Il pensiero del IV secolo riflesso nelle opere Zuozhuan e Guanzi

Sono due i testi più rappresentativi delle principali correnti di pensiero del IV secolo a.C. : (Zuozhuan) e (Guanzi). 

Lo Zuozhuan, il Commentario di Zuo

Il “Commentario di Zuo” (Zuozhuan) risale al tempo delle “Primavere ed autunni del principato di Lu”(Chunqiu). all’interno il termine (xing) appare raramente e quelle poche volte che è citato è sempre riferito al tenore di vita del popolo. I cicli naturali della terra (zhi xing) ed i cicli naturali del cielo (tian di zhi xing), si riferiscono allo sviluppo della vita in relazione alle Sei Fonti di energia vitale, presenti nell’universo e nel corpo umano. Le Sei Fonti sono: lato nord, ombreggiato e freddo (yin), lato sud soleggiato e caldo (yang) di un monte, vento pioggia, oscurità e luce.

Queste Sei Fonti di energia cosmica appartengono al Cielo (Tian), mentre i Cinque Processi che legano tra loro le Cinque Sostanze appartengono alla terra. La parabola terrena dell’uomo (xing) viene stabilita dal Cielo, essa ha una durata dipendente dal mantenimento del suo equilibrio. Se quest’ultimo è in eccesso si creano gravi danni per la salute dell’uomo, il quale cade vittima delle Sei Malattie (liu jiu). Molto sviluppata ed accuratamente approfondita nello Zuozhuan è la relazione tra le categorie xing e qi.

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Il Commentario di Zuo, in una stampa risalente alla Dinastia Ming, XIV secolo.

Il Guanzi, Il Libro del Maestro Guan Zhong

Il “Libro del Maestro Guan Zhong” (Guanzi) è un testo attribuito al primo ministro di Qi, morto nel 645 a.C., dove si trova una descrizione maggiormente dettagliata della relazione fra le categorie xing e qi. Quest’opera ha influenzato molto il pensiero cinese antico. Il suo 49° capitolo, l’addestramento interiore (Nei ye) è scritto in rima ed è datato IV secolo a.C.. Il dizionario etimologico redatto da Xu Shen, vede la definizione di qi nella sua forma grafica più datata in qualità di massa dei vapori che formano le nubi e nella forma grafica completa del radicale riso, in quanto simbolo del vapore del riso in ebollizione. La tradizione dei traduttori nostrani però ha spesso associato qi ad aria e soffio vitale, collegandolo al concetto di prana indiano o pneuma greco.

Il concetto di qi

I testi pre Han descrivono qi con l’immagine dell’acqua, quindi collegandolo a vapori eterei e densi. L’uomo infatti vive grazie alla presenza dell’energia vitale (qi), che esercita su di lui le sue innumerevoli facoltà. Importantissimo è per la vita dell’uomo la cura di qi e xin. Vi sono due teorie sorte per garantire ad ogni individuo una sopravvivenza lunga: Poiché nel corpo umano risiede una quantità fissa di qi è necessario moderare il consumo e l’uso di qi affinché non termini. Se dovesse finire, sopraggiungerebbe la morte. La seconda teoria è propensa ad una quantità di qi inesauribile a livello cosmico. L’uomo può acquisirne ogni qualvolta esaurisce la sua scorta, ma il cuore deve essere in grado di riceverlo, quindi deve essere libero da emozioni o passioni travolgenti. A questa teoria hanno per lo più aderito e vi si riconoscono i taoisti.

Il concetto di qi è molto antico, infatti è considerata l’energia cosmica nella sua forma condensata che scendendo ha dato forma alla terra. La pioggia è il qi della terra, il vento è il qi del cielo. L’elemento armonico che è parte di entrambi è l’uomo, poiché si trova ad essere intermedio fra terra e cielo.

La sua composizione vede l’interagire dei vari tipi di qi: l’elemento più pesante ne forma il corpo, il più rarefatto il cuore e la mente (xin), il qi più leggero invece forma il sangue (xue). I principi yin e yang si trovano ad interagire con qi per far nascere nell’uomo l’anima sensitiva corporea (po) e quella intellettiva e spirituale (huan). Il Zhuozhuan per primo dà la definizione alle due anime po e huan. Il qi allo stato puro si manifesta all’uomo discendendo in lui come divinità spirito, spirito divinità (shen), così da rendere l’uomo divino ed illuminato (shenming).

Allo stadio più puro qi è quintessenza (jing). Lo Huainanzi vede il qi del cielo artefice della creazione dell’anima intellettiva (hun), invece quello della terra (diqi) è il creatore dell’anima sensitiva (po). Quando la vita cessa, le due che prima erano legate si separano e ritornano ognuna alla propria origine. L’anima sensitiva diviene così spirito, anima dei morti (gui), mentre quella intellettiva ascende al cielo. La mancanza del corpo è rappresentata così dall’intelletto (yi): il cuore nel suo più profondo è possessore di un altro cuore che corrisponde alla mente ed è colmo di qualità e facoltà intellettive particolari.Il qi è determinante per l’aspetto e lo stato di salute di ogni individuo, infatti se è in abbondanza o in quantità minore è in grado di creare squilibri e negatività per quello che riguardano i sensi e la saluta.

La via che porta alla perfezione

La via (dao) che porta alla perfezione può essere percorsa rafforzando il principio della forza interiore (de) che deve essere sempre alimentata e rinnovata da ogni essere umano. Gli ammonimenti (jie) sono di massima importanza per l’evolversi del dibattito sulla natura umana. La benevolenza scaturisce dall’interno, mentre la rettitudine ha campo d’azione nell’esterno. I progenitori della benevolenza hanno ferree basi radicate nella devozione verso i genitori (xiao) ed il rispetto fraterno (ti). La lealtà (zhong) e la sincerità (xin) si ergono a solide fondamenta per ogni relazione sociale.

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