Nuovo look per Pechino

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PECHINO – Pan Shiyi e Zhang Xin, una giovane coppia che può vantarsi di far parte del gruppo dei miliardari cinesi, furbi e con il naso per gli affari hanno deciso di cambiare il volto di Pechino.

I vecchi caratteristici quartieri con le case ad un piano che popolavano la capitale fino a quindici anni fa, sono stati gradualmente e drasticamente sostituiti da grattacieli, semivuoti, utilizzando fondi di Hong Kong, Taiwan, Malesia, Singapore. Questa coppia è l`unica cinese pura che si è trovata ad investire nel mercato immobiliare.

Nello scorso settembre hanno ricevuto un premio speciale dalla Biennale di Architettura di Venezia, sia per l`imponenza di impresa sia per il gusto architettonico. Xin presidentessa e Shiyi amministratore delegato di Soho, hanno chiamato così la loro compagnia poiché affascinati dai rispettivi quartieri di Londra e New York, dal ’98 al 2001 hanno realizzato sulla Chang An, una grande arteria che attraversa Pechino da Est a Ovest e su cui si affaccia la Città Proibita, “Soho new town”: dieci torri di 20 piani per uffici e abitazioni, 480 mila metri quadri di superficie abitabile con giardini, ampli spazi comuni, parcheggi strade per auto sotterranee, tutto già venduto ancor prima del completamento della struttura.

Sono ora intenti nella progettazione di un altro complesso più grande sullo stesso viale, il piano prevede 24 torri di 28 piani, che occuperanno 700 mila metri quadri, di tutta la parte architettonica si è occupato uno dei massimi architetti giapponesi, Riken Yamamoto. I due giovani imprenditori sperano anche di realizzare qualcosa di veramente visionario: la “Comune della Grande Muraglia”, in una valle ai piedi di essa, ma esterna dalla muraglia, perciò lontana dal turismo di massa. Xin chiama questa idea “arte architettonica da collezionista”. Il nome del complesso visionario vuole richiamare ironicamente le proletarie Comuni del popolo, ma in realtà cercherà di racchiudere l`espressione delle varie correnti dell’architettura asiatica, con post-moderno e minimalismo, più alta tecnologia e tradizione.

La “Comune”, ha comportato un investimento di 24 milioni di dollari, il plastico del complesso è stato esposto alla Biennale, ora si trova al Centro Pompidou di Parigi, e andrà poi al Moma, il Museo di arte moderna di New York. Cresciuti nella miseria e nel kitch della Cina maoista, indossando come tutti la caratteristica uniforme di cotone blu o verde olivo, marito e moglie sono bramosi di recuperare e diffondere la loro percezione del gusto del bello. Xin è riuscita a lasciare Pechino nel ’79 grazie a uno zio di Hong Kong. Ha lavorato e studiato, poi è andata a Cambridge dove si è laureata. All’inizio degli anni Novanta, è tornata in Cina e ha conosciuto Shiyi, il quale aveva studiato informatica a Pechino. In seguito prendendo lui il ramo del business a Shenzen, mettendo lei i suoi risparmi sono riusciti a realizzare i propri sogni, investendo un minimo capitale per acquistare gli appartamenti, si sono trovati a lavorare con il denaro del venduto non ancora realizzato, senza rischi né problemi di perdita del capitale, poiché nettamente già recuperato. La “Comune della Grande Muraglia”, è l`unico progetto non in vendita, sarà un museo vivente di architettura moderna, e funzionerà come un albergo. Le ville potranno essere scelte per un giorno o per una settimana, al prezzo di mille dollari al giorno.

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