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Il secondo film del franco-canadese Girard, dopo l’interessante “32 piccoli film su Glenn Could”, conferma il talento di un autore forse sottovalutato.
Cinema – La Cina vista dall’Occidente: Come i registi occidentali hanno visto la Cina.
Casa /Blog/Cinema Cinese/La Cina vista dall'Occidente Richard Peña è professore di studi cinematografici alla Columbia University, dove è specializzato in teoria del cinema e cinema … Leggi
Casa /Blog/Cinema Cinese/La Cina vista dall'Occidente “I più grandi tesori della Cina” è una produzione sino-inglese, trasmessa in UK dalla BBC, articolata in 6 episodi, … Leggi
Casa /Blog/Cinema Cinese/La Cina vista dall'Occidente Graffiti cinesi Lance Crayon è un regista americano, del Texas, che ha iniziato a lavorare a Beijing per China … Leggi
Casa /Blog/Cinema Cinese/La Cina vista dall'Occidente Abbiamo posto un paio di domande al leggendario regista John Carpenter a proposito di Grosso Guaio a Chinatown, la … Leggi
Casa /Blog/Cinema Cinese/La Cina vista dall'Occidente Intervista con Leonardo Cinieri Lombroso, un documentarista italiano che sta cercando di produrre il suo nuovo progetto, Doris & … Leggi
Il secondo film del franco-canadese Girard, dopo l’interessante “32 piccoli film su Glenn Could”, conferma il talento di un autore forse sottovalutato.
Chi ha detto che i soldi danno la felicità? Forse costui avrebbe dovuto incontrare Arthur, un ricco trentenne parigino che in una settimana ha tentato per oltre nove volte il suicidio.
Assieme a “Ultimo Tango a Parigi” è il film più conosciuto del nostro Bertolucci, vincitore con quest’opera di ben nove premi Oscar (tra cui film, regia e sceneggiatura).
“Sei così adorabile… Se lo vuoi, potrai restare a casa per sempre…” Questa frase pronunciata dalla neomamma, inevitabilmente segna la vita del bimbo a cui è stato dato nome Tanguy. Infatti questa dichiarazione d’amore al piccino è profetica : dopo 28 anni Tanguy abita ancora con i genitori.
Quando la piccola isola cinese di Hong Kong diventa possesso di sua maestà britannica, verso la metà del 1800, nessun venerabile mandarino rimpiange la perdita di quel pezzetto di terra, visitata solo da tifoni, ad eccezione di un porto naturale inutilizzato.
Shanghai, Cina, negli anni immediatamente precedenti alla prima guerra mondiale: il susseguirsi di mille attività legali ed illegali i cui profitti fanno gola a molti e per i quali ci si gioca anche la vita.
Tratto dal libro-diario dello stesso Heinrich Harrer, questa avventura ai confini del mondo narra una storia vera epica ed allo stesso tempo personale.