Intervista a Stefano Misesti, autore de “Il Cinese a Fumetti”

Stefano Misesti, illustratore ed autore, ci parla del suo nuovo volume “Il Cinese a Fumetti”, dedicato al primo approccio con la lingua e la cultura cinese.

il cinese a fumetti
Il volume “Il Cinese a Fumetti” dedicato al primo apprendimento della lingua cinese.

Ciao Stefano, vorresti presentarti ai nostri lettori? Qual è il tuo background?

Sono un illustratore, un autore di fumetti e un pittore. Sono nato a Como e per tanti anni ho condiviso uno studio di illustrazione a Milano insieme ad altri colleghi e amici.

Mi occupo di immagini per la pubblicità e per l’editoria. Ho illustrato molti libri per ragazzi, tra i quali VISTO, SI STAMPI (R.Sisti-N.Martinelli Ed. San Paolo), un viaggio nel mondo dell’informazione che nel 2011 ha vinto il premio Andersen nella categoria di “miglior libro per divulgazione”. Attualmente collaboro con Avvenire, realizzando ogni settimana alcune illustrazioni per Popotus, l’inserto per i ragazzi. Da alcuni anni vivo e lavoro tra Como e Taipei.

Come sei finito a Taiwan? Come ti trovi?

Nel 2005 ho conosciuto una ragazza taiwanese e mi sono trasferito per un paio d’anni a Taipei. L’anno successivo ci siamo sposati e ora trascorriamo una parte dell’anno in Italia, a Como, e l’altra parte dell’anno a Taiwan.  Anche mia moglie è illustratrice e ci siamo organizzati per essere “mobili” e poter disegnare e dipingere da entrambi le città. Ora con un PC e internet non ha più importanza il luogo fisico dello studio. Mi piace, perché così non c’è mai il tempo di annoiarsi.

Mi trovo molto bene a Taipei. Mi piace la gente, il cibo e la dinamicità di questa città moderna, ma allo stesso tempo legata alle tradizioni. E’ una grande metropoli cosmopolita, dove diverse culture si incrociano. Ma Taiwan non è solo Taipei: la natura è molto bella e le alte montagne sono dei luoghi ideali per fare qualche escursione. Dopotutto l’isola era chiamata Formosa, proprio per la bellezza del paesaggio naturale.

Quali sono secondo te le principali differenze tra la Cina continentale e Taiwan?

Non sono mai stato nella Cina continentale. Le mie uniche esperienze di viaggio sul continente sono state Hong Kong e Macao, che certamente sono dei luoghi particolari. In ogni modo, anche parlando con stranieri che hanno vissuto a Pechino o Shanghai prima di trasferirsi a Taipei, la differenza più marcata è quella della minore censura e della maggiore libertà di informazione presente a Taiwan. Le elezioni politiche, presidenziali e amministrative, sono molto frequenti e le campagne elettorali sono molto interessanti da seguire.

Come è nata l’idea di realizzare un volume dedicato alla lingua cinese a fumetti?

Generalmente a Taiwan parlo in inglese, visto che è una lingua molto diffusa nelle grandi città. Alcuni anni fa, tuttavia, ho deciso di avvicinarmi al cinese, attratto soprattutto dalla bellezza della scrittura. Purtroppo non sono molto portato per le lingue, perché non ho una grande memoria. Cercavo di trovare un modo per tenere a mente tutti quei caratteri, che, soprattutto all’inizio, sembrano tutti misteriosi. Diciamo che, all’inizio, il cinese mette un po’ di soggezione, perché appartiene a una cultura completamente diversa ed è difficile trovare il metodo giusto per studiarlo. Mi piace inventare storie divertenti e disegnare fumetti umoristici, così ho pensato di utilizzare questi elementi per rendere il mio studio più efficace e divertente. Mia moglie mi ha aiutato in questo, suggerendomi alcune “dritte” legate ai caratteri o correggendo le mie imprecisioni. In ogni modo ho cercato di legare una breve storia a ogni carattere che studiavo, per tenerlo più facilmente in testa. Le storie che mi sembravano più divertenti le pubblicavo sul mio blog per condividerle con i miei lettori. Non sono un insegnante, sono solo uno studente autodidatta. Le mie storie non propongono il punto di vista di un insegnante, ma sono come degli appunti scritti da uno studente che sta cercando di scoprire una nuova lingua.

Imparare il cinese a fumetti
Gli schizzi e gli appunti originali di Stefano Misesti utlizzati per la realizzazione del volume.

Il fumetto affronta solo il cinese tradizionale o anche il semplificato?

Le storie si riferiscono alla mia esperienza taiwanese di questi anni, così il punto di partenza è stata la scrittura tradizionale. Successivamente ho incluso anche il cinese semplificato e in così in ogni “lezione” sono presenti entrambi i caratteri. Ho anche cercato di privilegiare le storie con i caratteri che sono identici nei due modelli di scrittura. Penso che sia interessante, per chi studia il cinese semplificato, conoscere alcuni caratteri tradizionali e mettere a confronto le due scritture. Personalmente trovo quelli tradizionali esteticamente più belli.

Il Cinese a fumetti schizzi
Gli schizzi e gli appunti originali di Stefano Misesti utlizzati per la realizzazione del volume.

Quanto tempo ha richiesto la realizzazione del fumetto?

La maggior parte delle storie le ho scritte per il blog tra il 2011 e il 2013.  Poi nel 2015, grazie a Nicola Pesce, si è concretizzata l’occasione di fare uscire un libro tutto a colori. Ho passato tre mesi a ridisegnare alcune storie e ad uniformarle in un unico formato, visto che i disegni originali erano stati fatti su quaderni di dimensioni diverse.  Comunque ho voluto mantenere lo stile originario dei miei blocchi per gli appunti, con i testi scritti a mano e i disegni un po’ imperfetti. Volevo ricreare la sensazione di uno studente che prende gli appunti sul suo quadernetto. Ho utilizzato il computer solo per scrivere i caratteri cinesi, perché sono più chiari rispetto a quelli scritti con la mia calligrafia.

Quali sono le tue principali influenze artistiche?

Quando, una ventina d’anni fa, ho iniziato a fare fumetti mi piaceva leggere le storie di Matt Groening (quello dei Simpson e Futurama), di Gary Larson e i fumetti di Altan (tranne la Pimpa). Dopo tanti anni passati a disegnare fumetti penso che le mie radici si trovino in questi autori. Vivendo per tanti anni a Taiwan, mi ha anche influenzato l’estetica taiwanese, giapponese, coreana e credo che nel mio stile attuale ci sia un po’ di contaminazione tra occidente e estremo oriente. E questo mi piace.

Che consiglio ti senti di dare a chi è alla ricerca di un editore?

Prima di tutto bisogna avere un progetto di partenza ben chiaro. Nel proporre un fumetto non basta avere solo qualche bel disegno e un’idea di storia, ma avere ben chiaro il progetto finale e disegnare più materiale possibile da presentare ai vari editori.  Una buona occasione per incontrali è frequentare le fiere del fumetto. In Italia ce ne sono tante e di ottimo livello, sparse un po’ per tutto il territorio. Un’altra via è quella di utilizzare la rete come una vetrina per mostrare il proprio materiale. Se è di qualità si farà notare. E’ anche uno stimolo per produrre nuove storie con periodicità e, quasi senza accorgersene, aumentare il numero di disegni del proprio portfolio.

Intervista di Matteo Damiani

Immagini e schizzi tratti dal volume “Il Cinese a Fumetti”

Il "Cinese a Fumetti" di Stefano Misesti
La sequenza cronologica delle dinastie cinese disegnata a fumetti.
Il "Cinese a Fumetti" di Stefano Misesti
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Il "Cinese a Fumetti" di Stefano Misesti
Il "Cinese a Fumetti" di Stefano Misesti
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