Pinterest censurato in Cina

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Nell’ultimo anno abbiamo assistito ad una crescente ed inquietante censura del web cinese.

Dall’anno scorso difatti è stata adottata una lunga serie di misure draconiane per porre un freno alla libertà di parola e di espressione nella rete cinese, utilizzando scuse paternaliste e moralizzatrici.

Queste misure hanno riguardato nuove stringenti regole per lo streaming, le nuove normative sulle VPN, la censura di numerosi siti occidentali e soprattutto il divieto di fare informazione per quanto riguarda i portali cinesi, che da adesso dovranno affidarsi solo alle agenzie di stampa nazionali per la diffusione delle notizie politiche.

Pinterest però, a differenza parzialmente da altre piattaforme online, aveva un valore aggiunto con sé per quanto riguardava il mondo del design. E’ sempre stato utilizzato come fonte di ispirazione o di promozione da creativi di tutto il mondo.

In un mondo globalizzato, le idee e la loro diffusione rappresentano non solo dei diritti che dovrebbero essere inalienabili ma anche sono degli strumenti eccezionalmente utili per la creazione stessa di idee e della loro circolazione.

Censurare Pinterest, così come censurare gli altri siti, probabilmente darà al partito comunista cinese l’ingenua idea di mantenere un controllo più serrato sulla popolazione, ma la verità è che, sulla lunga distanza, non farà altro che aumentare il gap culturale già considerevole, che esiste tra un giovane medio cinese ed un suo equivalente coreano, giapponese o di Hong Kong.

Sia chiaro che queste misure non proteggono i cinesi dalle esalazioni tossiche provenienti dall’occidente come qualcuno potrebbe pensare, ma azzoppano soltanto interi settori industriali e culturali cinesi, ed ormai questo andazzo non sta risparmiando più alcun settore.

Se prima la censura si abbatteva sulle idee e sulle informazioni in qualche modo considerate scomode, come potevano ad esempio essere argomenti come i fatti di Tiananmen del 1989 o il Falun Gong, oggi, questa ansia del partito di volere tutto riportare sotto il proprio controllo ha raggiunto l’organizzazione stessa della rete, la cronaca, l’editoria tradizionale, lo streaming, ed ora anche il design, sottraendo al tempo stesso l’unico strumento utile per scavalcare i blocchi imposti dal governo, ovvero le VPN, con la scusa di volere riorganizzare il mercato.

A quanto pare gli utenti cinesi però, non l’hanno presa benissimo.

Rabbia e frustrazione

Una giovane utente cinese di nome Cherry ha commentato su Sina Weibo “Pinterest è bloccato in Cina, ed ora dovrei usare Baidu per guardare le foto di fashion?”

Non è la sola ad essere rimasta delusa nello scoprire che la popolare piattaforma di sharing è stata censurata in Cina.

“Da pochi giorni all’improvviso non riesco ad accedere a Pinterest, mi viene da piangere!” ha detto un netizen.

Un blogger ha aggiunto: “Una cascata di lacrime ora che Pinterest è bloccato! I designer sono in bagno a piangere!”

Pinterest, lanciato nel 2012, è diventato popolare in Cina nel 2012, quando sono cominciati a spuntare vari cloni cinesi come Huaban Meilishuo o Mogujie.

Pinterest consente di condividere foto da internet, catalogarle in diverse bachece e diffonderle tra i propri followers. Il sito è diventato uno strumento fondamentale tra i professionisti del mondo creativo (e del marketing), in particolar modo per quanto riguarda i settori della moda, del design e della fotografia. Tutti mondi per i quali la Cina si è spesa moltissimo in anni recenti.

Un altro utente ha commentato: “Ma perché avete bloccato anche i siti dei designer? Perché? Perché? Perché?!!! Tutte le mie immagini su Pinterest, aaaah! Andate a f*****o!!!”

“E’ così triste. Tutte le mie immagini, le mie bacheche, il mio materiale di riferimento …”

Alla rabbia, fa seguito l’incredulità. Qual è l’utilità di bloccare una piattaforma come Pinterest? Si chiedono molti utenti come @Kerwin德芙 “Può qualcuno spiegarmi perché Pinterest è censurato? Non ho capito perché prima avessero bloccato Medium, ed ora Pinterest.

Secondo i suggerimenti del motore di ricerca di Weibo, le domande inerenti le motivazioni del blocco di Pinterest sono molto diffuse. Nell’immagine, proveniente da whatsonweibo, si possono leggere i suggerimenti automatici di Weibo: il primo chiede il perché Pinterest sia bloccato, e la seconda chiave di ricerca invece dice semplicemente “pinterest non si apre”.

pinterest censurato in Cina

Pinterest sembra essere stato bloccato il 9 marzo, quando è apparso il primo messaggio di un utente inquieto su Douban.

Secondo alcuni, il blocco potrebbe essere temporaneo e potrebbe essere in qualche modo legato al lianghui, ovvero le Due Sessioni, i due grandi appuntamenti annuali che coinvolgono tutta la classe politica cinese, che si svolgono a marzo a Beijing.

I siti bloccati in Cina sono numerosissimi. Alcuni hanno sofferto di divieto temporanei o parziali come Wikipedia, altri come Facebook, Twitter, Youtube ed altri, sono stati bloccati nel 2009. Google, ha ingaggiato alcune battaglie in passato, perse, ed Instagram, Tumblr ed altri sono stati censurati nel 2014.

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2 commenti su “Pinterest censurato in Cina”

  1. Io sono dell’opinione che la censura ha motivi oiu economici che politici, di protezionismo delle aziende cinesi. Quasi tutti i social network che usiamo in occidente (facebook, twitter, youtube etc etc) hanno una versione cinese (localizzata non solo dal punto di vista linguistico ma anche culturale) Ultimamente ho scoperto la versione cinese di Quora,,,,,

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