Donaldina Cameron: Angelo Arrabbiato e Combattente per la Libertà a Chinatown

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Donaldina Cameron, una missionaria presbiteriana, assistente sociale e avvocato della gioventù nella Chinatown di San Francisco, è nata il 26 luglio 1869 in Nuova Zelanda.

Si trasferì con la sua famiglia, genitori, due fratelli maggiori e quattro sorelle più grandi, in California nel 1871.

Nel 1874, quando Donaldina aveva solo cinque anni, sua madre morì.

Da piccola ebbe pochi contatti ed esperienze con le popolazioni di immigranti.

A diciannove anni, Donaldina fu promessa in sposa, ma per ragioni sconosciute, il matrimonio non venne mai celebrato.

Quando Donaldina arrivò a San Francisco aveva 25 anni, fu allora che scoprì il problema della “Yellow Slavery”, quando un’ amica della madre, Mary PD Browne, portò Donaldina alla Presbyterian Home e la pregò di aiutarla nella causa.

Nel 1873, una donna protestante lanció un attacco, per la prima volta su questa realtà.

La fondatrice della missione, Margaret Culbertson Incuriosì la mente di Donaldina con storie di missione e per questo motivo, la giovane decise di dedicarsi per un anno a insegnare cucito ed competenze utili.

Culbertson e la Presbyterian Home furono un luogo sicuro per rifugiarsi e dove poter ricevere un’istruzione.

Culbertson e Cameron lavorarono per salvare le immigrate cinesi fino alla morte della Culbertson nel 1897.

Dopo questo evento, nel 1900, Donaldina divenne sovrintendente della Presbyterian Home. Continuó la missione di salvataggio delle giovani donne immigrate cinesi.

Fu “l’unica missione mai portata avanti negli Stati Uniti”. Donaldina salvò più di 3000 ragazze immigrate cinesi.

Nel 1882 la Chinese Exclusion Act impedì alle donne cinesi di entrare negli Stati Uniti, a meno che non fossero già sposate con uomini cinesi già negli Stati Uniti.

Originariamente questo divieto era stato indetto per evitare il traffico del marcato della prostituzione, ma questa legge finì per creare un grande sistema pericoloso e illegale, in cui le giovani donne presentarono dei finti documenti di matrimonio.

I singles non potevano richiedere l’ invio di mogli cinesi, né lo stato permetteva loro di sposare mogli non cinesi.

La sproporzione numerica tra gli uomini e le donne favorì il dilagare del mercato della prostituzione.

Per alimentare questo mercato, bambine cinesi e giovani donne, per lo più da Canton, furono acquistate, rapite o costrette ad andare negli Stati Uniti.

Questo fenomeno fu chiamato “Yellow Slave Trade”.

Le donne furono vendute dalle proprie famiglie, come domestiche o prostitute, alle associazioni criminali, chiamate Tongs.

Le adolescenti venivano obbligate alla prostituzione. Le bambine erano vendute come serve e dovevano sostenere pesanti lavori domestici e sopportare gravi punizioni fisiche.

Una volta cresciute, anche loro venivano vendute per essere indotte alla prostituzione.

Le donne cinesi vivevano vite brutali, di solito morivano dopo soli cinque anni.

A San Francisco un’ organizzazione cinese, Chinese Six Companies, tentò di fermare le società criminali, ma crollò a causa di una infiltrazione nell’organizzazione stessa.

Amici e parenti di queste ragazze e donne cominciarono a lasciare messaggi segreti per Donaldina presso la Presbyterian Home, dove indicavano la casa dove una ragazza era tenuta prigioniera.

I salvataggi erano spesso raid notturni segreti condotti con ascia e mazza armati di poliziotti.

Donaldina divenne ben presto una maestra nel trovare ragazze che erano state nascoste.

Trascorse un’ intera notte nella prigione di San Jose per cercare di liberare una donna cinese che era stata nascosta.

Infatti vi era polizia corrotta che accettava di collaborare con i Tongs.

La Presbyterian Home fu costantemente sotto attacco legale e fisico dai proprietari delle schiave.

Per queste ragioni la casa dispone di botole e false pareti. Le ragazze salvate chiamavano affettuosamente Danldina, Lo Mo, grande madre.

I Tongs, invece l’ avevano soprannominata “Jesus Woman” o Fahn Quai, “White Devil”.

Nel 1895 sono state trovati candelotti di dinamite sotto il portico ed in una finestra.

Donaldina divenne abile nel proteggere le ragazze salvate.

Le donne furono costrette a risiedere presso la Presbyterian Home e convertirsi al cristianesimo. Potevano asciare la Presbyterian Home solo se si sono sposavano con un uomo cristiano che era approvato dalla Cameron.

Nel mese di aprile del 1906, un grande terremoto e un incendio obbligarono l’evacuazione della Presbyterian Home. Donaldina sfidò il fuoco e la polizia militare per recuperare i libri di registro con i dati che le davano i diritti di tutela delle sue ragazze.

La casa fu distrutta; fu ricostruita nel 1907 a 920 Sacramento Street, dove si trova ancora oggi.

Cameron cercò di ottenere il sostegno finanziario per la sua missione.

Sfidò anche i pregiudizi popolari,  che ritenevano che le donne cinesi fossero incapaci d’integrarsi nella società americana.

Donaldina fondò anche altre due case per gli orfani cinesi e i figli delle donne salvate.

La Chung Mei Home per giovani ragazzi e la Ming Quong Home per le ragazze.

Donaldina si ritirò dal suo lavoro di missione e dalla Presbyterian Home nel 1934, quando Yellow Slave Trade” finì.

Donaldina Cameron fu accreditata come colei che spezzò la tratta delle schiave cinesi negli Stati Uniti.

In seguito si trasferì a Palo Alto. Prima della sua morte, fu considerata una “icona nazionale. Morì il 4 gennaio, 1968.

Nel 1942, la Presbyterian Home fu ribattezzata Donaldina Cameron House.

La Cameron House lavora tutt’oggi come organizzazione di servizio per le famiglie e agenzia multi-servizio per le comunità asiatiche al 920 Sacaramento Street San Francisco, CA 94108.


Sources and Photos: http://www.cameronhouse.org , http://www.sanfranciscochinatown.com , http://www.sfhistoryencyclopedia.com , http://en.wikipedia.org/wiki/Donaldina_Cameron

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