La vita segreta dei monaci

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Un monaco disilluso, racconta ciò che realmente accade all’interno di alcuni templi buddhisti, e che non si può assolutamente dire.

Il racconto che riportiamo di seguito (molto più lungo nell’originale) non può essere verificato, ma riflette ad ogni modo situazioni spesso descritte nella letteratura cinese. Inoltre è interessante per un nuovo atteggiamento della popolazione più colta contro la progressiva secolarizzazione del buddhismo cinese, a cominciare proprio dal tempio Shaolin.

Ecco di seguito il racconto:

“Ho ripreso una vita secolare, così, perché stavo cercando di salvare la mia anima dapprincipio? I Buddhisti insegnano che le direzioni spaziali sono solo vuoto e la compassione è il principio della vita, ma alla fine ho scoperto che è solo la mia immaginazione, ogni cosa è fasulla. I buddhisti di oggi hanno menti distorte e perverse. Ho vissuto in un monastero per sei mesi, e ho visto gli stessi comportamenti sessuali aberranti tra monaci. Ho persino assistito ad atti illeciti tra monaci e suore. Mi sento depresso. Queste persone credono veramente nel Buddhismo? Sanno che andranno all’inferno? Ahimé, non voglio ricordare il mio passato intollerabile, ma al fine di far conoscere la verità, mi sono deciso a parlare.

Ho cominciato a studiare buddhismo nel 2004, a quel tempo mi dedicavo alla lettura delle scritture ogni qual volta che avevo tempo. Per anni, specialmente durante la scorsa estate, ho persistito nel convertirmi al Buddhismo. Ho preso 2000 yuan dal portafoglio di mia madre, e sono andato in un grande monastero nella provincia del Fujian. Per molto tempo ho tenuto sotto osservazione questo tempio su internet, l’abate anziano spesso si reca all’estero per insegnare le scritture buddhiste. Ho creduto in lui all’epoca, così ho raggiunto il tempio senza pensarci troppo. Quando sono arrivato, quell’anziano abate era contento di vedermi. Ho alte credenziali accademiche, e onestamente sono di bell’aspetto; l’abate mi ha accettato senza fare troppe domande. All’inizio era previsto un periodo di iniziazione, durante il quale me ne sono rimasto solo in una stanza per gli ospiti. Raramente comunicavo con gli altri monaci. Seguendo le regole, mi recavo ogni giorno alle lezioni mattutine e a quelle notturne. Dopo neppure una settimana, l’abate mi disse che avevo passato l’esame e che avrebbe svolto la tonsura per me, ovvero il rito che precede il conferimento degli ordini sacri. Ero pieno di gioia. Ad ogni modo, inaspettatamente, questo coincise con l’inizio di un incubo.

La tonsura filò liscia; era la prima volta che vedevo tutti i monaci nel tempio. Erano tutti in fila, ben ordinati, cantando per me mentre l’abate mi rasava la testa. Il mio cuore era ebbro dell’armonia e dell’energia del buddhismo. Ero certo di avere trovato finalmente la fede e la direzione da dare alla mia vita. Ma quella notte, esattamente quella notte, sono cominciati i dubbi.

Era estate. Secondo le regole del tempio, non ci si poteva fare la doccia dopo le nove di sera, quando le lezioni serali erano terminate. Forse per abitudine, anche se ci sono le doccie all’interno del tempio, raramente i monaci si vanno a lavare. La maggior parte non si rinfresca neppure la faccia prima di andare a dormire. Per me, che vengo dal Guangdong, non potevo sopportarlo. Così, subito dopo la lezione serale, ho fatto una doccia. La sala delle docce era un posto tranquillo, c’era solo un monaco anziano che si stava lavando poco più in là. Rispettosamente, gli ho sorriso. Ha contraccambiato, poi mi ha amichevolmente invitato a farmi la doccia vicino a lui, dal momento che aveva più prodotti per l’igiene. In effetti, non avevo saponi o altro con me, così seguii il suo consiglio. Mentre mi stavo lavando i capelli, improvvisamente ho sentito una mano sulle mie spalle. Mi sono spaventato, mi sono girato e ho urlato. Il monaco anziano mi disse innocentemente che mi stava insaponando. Imbarazzato, gli risposi che potevo farlo da solo. Ma il monaco insistette e disse che eravamo una grande famiglia, che dovevamo aiutarci, etc. Gli ho creduto e così ho abbassato la guardia. Ma la situazione divenne ancor più strana. Dopo avermi strofinato le spalle, cominciò ad insaponare il mio sedere.

Intenzionalmente o no, le sua mani cominciarono ad afferrare e a pizzicare. Ero sempre più imbarazzato, ma me ne stavo zitto e pensai che forse stavo lavorando di fantasia. Così l’ho lasciato insaponarmi il sedere. Ma non l’ha smetteva più, finché non sentii qualcosa dentro. Sono sobbalzato e l’ho fronteggiato. Rise senza alcun senso di imbarazzo e mi chiese se non volevo essere lavato in quel posto.
Quasi svenivo, quale sconosciuto mai vi laverebbe il buco del sedere la prima volta che lo incontrate? Era un estraneo totale ai miei occhi. Forse eravamo stati un po’ goffi, oppure intuì che stavo cominciando a dubitare delle sue intenzioni. Mi diede il sapone e se ne andò.

Dopo la doccia, ero pieno di dubbi, andai dall’abate per farmi assegnare una stanza. Come dicevo, era estate, e tutte le porte delle stanze erano socchiuse, andai nella cella dell’abate che se ne stava davanti al computer, ed intravidi un sito pieno di quei messaggi pop up pubblicitari pieni di belle ragazze da scaricarti nel cellulare. Così tossii per farmi sentire, l’abate sembrò non curarsene e con calma cambiò pagina sul sito, poi si girò e mi disse: “I giovani sembrano ancor più vigorosi dopo una doccia, dovresti adattarti piacevolmente, hai un futuro radioso davanti a te”.

Ero un po’ imbarazzato per quei complimenti, anche se sono stato sempre adulato durante la mia giovinezza. Ma dopo l’esperienza nella doccia, mi sentivo esitante, un po’ nauseato forse,  dagli apprezzamenti rivolti da anziani, specie se si trattava di vecchi monaci che guardavano belle ragazze su internet. Gli chiesi in quale stanza sarei dovuto alloggiare, e l’abate mi disse che sarei stato assegnato nella camerata ad occidente e mi diede alcune coperte e lenzuola. Non rimasi a lungo e me ne andai.

Quando giunsi nella stanza, c’erano un sacco di letti accatastati insieme, sembrava davvero un posto un po’ squallido. Una volta entrato, il monaco anziano a capo, mi aiutò gentilmente a fare spazio per il letto e mi disse di chiamarlo Ji An. Ji An aveva 11 anni quando i suoi genitori lo portarono al monastero. E’ molto alto, attorno al metro e ottanta, e ancora abbastanza bello. Forse proprio per questo, mi sono accorto che tutti i monaci nella stanza gli volevano stare attorno. Ma la sua personalità è davvero amichevole e buona; quando gli parlai fu molto educato, forse è per questo che piace a tutti. Mi guardai attorno e fortunatamente, il monaco che avevo trovato nella doccia non era nella stessa stanza. Tirai un sospiro di sollievo. Ero stanco morto e pronto a gettarmi in un sonno profondo.

Passò così un mese. Ma una notte, avevo problemi allo stomaco, e non riuscivo a dormire. Ecco che qualcosa accadde, qualcosa che non avrei dimenticato per il resto della mia vita, e il solo pensarci mi disgusta. Quel giorno, non so per quale ragione, forse perché ancora non mi ero abituato a quell’ambiente, ho cominciato a sentire del dolore allo stomaco. Non andai alle lezioni serali, e me ne rimasi sotto le coperte. Ji An, sempre molto gentile, mi procurò un po’ di acqua, delle medicine e non fece altro. A quel tempo Ji An cominciava a piacermi sempre di più e volevo diventargli amico.

L’una di notte era passata da poco, e la maggior parte dei monaci stava già dormendo. Potevo sentire russare debolmente il monaco che dormiva di fianco a me. Lo stomaco continuava farmi male, e tutto quello che potevo fare era lamentarmi sotto le coperte, perché avevo paura di disturbare il sonno degli altri. Improvvisamente, sentii qualcuno entrare, e Ji An sussurrare: “Voglio andare a dormire, non oggi”. Tirai la testa fuori, e vidi rischiarati dalla luce della luna, Ah Qiang, Wang Xuebing e Xiao Chensan, che risiedevano nelle altre stanze, seduti ai piedi del letto di Ji An dicendogli di affrettarsi. Ji An era estremamente riluttante. Mentre si vestiva, continuava a sussurrare: “davvero, non oggi, domani”. Ma Ah Qiang non faceva che rispondergli con tono sempre più elevato: “non discutere con me, muoviti”. In quel momento ero alquanto spaventato, ma Ji An non disse più nulla. Si alzò e seguì gli altri tre fuori dalla stanza.
Ero davvero preoccupato a dir la verità. Ho pensato che Ah Qiang volesse punire Ji An per qualche motivo, perché sin da quando ero entrato nel monastero, percepivo Ah Qiang un po’ strano e con un ambiguo look da teppista, come Chen Xiaochun d’altronde. Così mi alzai lentamente, e li seguii silenziosamente per capire che cosa stava accadendo. Vidi che si dirigevano nei bagni, così mi diressi dietro alla stanza, mi arrampicai sulla sommità del muro in modo da poter controllare quello che accadeva. Ciò che vidi, quasi mi fece cadere per terra.

Vidi Ji An fare sesso orale con Ah Qiang, e gli altri due che lo tenevano fermo per le braccia, impedendogli di muoversi. Sotto un moto impulsivo, stavo per saltare giù dal muro per soccorrere Ji An, ma in quel momento lo sentii dire: “Xuebing, voi due, spogliatevi, ora vi lavoro insieme”.

Silenziosamente, sono sceso dal muro e me ne sono ritornato nella stanza occidentale. Lo stomaco non faceva più male, ma non potevo più dormire.

Molte persone mi fanno domande, ma non ho nulla da rispondere. Come all’inizio mi sono domandato, è questo un terreno sacro per il buddhismo? Sono questi i monaci ? Sareta stati di certo in un monastero. Vi siete mai lamentati per i costosi profumi? Vi siete mai fatti predire il futuro da un monaco che teoricamente non dovrebbe credere nella chiaroveggenza? Loro stanno facendo un sacco di cose malvage. Per quelli che vengono da fuori, queste cose sono solo la superficie, ma quanta dissolutezza si cela al di sotto!

Giuro che sono buddhista, così giurerò su Buddha. Tutto quello che ho detto è vero, non falso. Se pensate sia falso, per favore presentatemi prove che ciò non è accaduto. L’incesto tra monaci e suore accade da tempi antichi, non è cominciato con questa generazione.”

Note: Dal momento che l’autore parla di inferno, il tempio potrebbe essere affiliato al buddhismo tibetano. D’altrocanto il buddhismo cinese ha una serie di inferni chiamati Naraka/Di Yu. In pratica si tratta di un piano di sofferenza dove le persone potranno reincarnarsi nella loro prossima vita, dopo aver sopportato una serie di peccati karmici in questa. Rimangono all’inferno finché non sono stati espiati tutti i peccati, solo allora potranno rinascere in un piano superiore. Sarà vera questa storia? Non lo sappiamo, è però verosimile e atti del genere sono stati descritti più volte nella letteratura cinese.

Fonte: Tianya, Chinahush

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