Dongguan: nella città del peccato

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Vita di una prostituta cinese

“Diecimila ragazze vanno a Lingnan, milioni di puttanieri arrivano Dongguan”, questa è una frase diventata piuttosto popolare recentemente.

Al fine di rimuovere questa immagine che le si è incollata addosso, il governo locale, dagli inizi di Novembre ha lanciato una possente campagna per abbattere l’industria della prostituzione. Ma come è andata davvero? Scopriamolo in questo lungo ed interessantissimo reportage.

Ah Ping è in “vacanza” da ormai un mese. Usa il termine “vacanza” per descrivere la sua situazione attuale, dopo che il suo lavoro è stato interrotto bruscamente. La ragione per cui era desiderosa di andare a trovare i clienti questa sera era perché il suo manager – una guardia di sicurezza in un hotel, le aveva trovato un posto “assolutamente sicuro”, dove poter esercitare i suoi servizi. Per la paura delle precedenti operazioni anti prostituzione, la “matrona” all’hotel di Ah Ping aveva ordinato di smettere di lavorare tutte insieme.

I media hanno riportato che molti dei posti dove era possibile ricevere prestazioni sessuali sono stati “temporaneamente chiusi”. Un manager di una sauna a Chang An, ha ammesso di avere contattato i suoi clienti abituali avvisandoli che per un certo periodo era meglio se non fossero entrati in contatto con lei, per questioni di sicurezza: “Siamo tutte ritornate a casa per le vecanze”.

Questa volta la campagna contro la prostituzione ha assunto dimensioni ben più clamorose. Il 2 Novembre, durante una riunione di partito, il segretario locale, Liu Zhigeng, ha chiesto alle organizzazioni di pubblica sicurezza di “usare tutte le misure necessarie per stroncare questo traffico”, in particolar modo focalizzando l’attenzione sui rapimenti, sulla pornografia, sulla prostituzione e sul gioco d’azzardo. “Gli ufficiali e i funzionari pubblici che cercheranno di coprire questi crimini, saranno duramente puniti”.

La notte del 9 novembre, la polizia di Dongguan ha rastrellato hotels, bar, saune, etc, arrestando 425 persone, per prostituzione o gioco d’azzardo. Durante questo “freddo autunno”, l’intera industria della prostituzione ha tremato e ha sospeso le proprie operazioni.

“Diecimila ragazze vanno a Lingnan”

La ricchezza è la prima cosa che si nota quando si arriva a Dongguan – negli ultimi trent’anni l’economia locale si è sviluppata vertiginosamente puntando sulla produzione nel settore tessile, dell’elettronica, dell’arredamento, dell’hardware in larga scala. Lo scorso anno, il prodotto interno lordo locale ha sfiorato i 371 miliardi di yuan, collocandosi al tredicesimo posto su scala nazionale. Le famiglie di Dongguan, hanno una media di circa 15.000 euro di risparmi depositati in banca.

Altrettanto famosa e prosperosa è l’industria della prostituzione. Cercatori d’oro arrivano dalla Cina continentale, da Hong Kong e Macao, dall’Europa, dagli States e dall’Africa per aprire fabbriche, vendere prodotti e allo stesso tempo sfruttare i servizi d’intrattenimento locali. “Diecimila ragazze vanno a Lingnan, milioni di puttanieri arrivano a Dongguan” (A Sud dei Cinque Picchi – l’area che comprende le province del Guangdong e il Guangxi) , questa è una frase che sta godendo di una certa fama ultimamente e allo stesso tempo riesce  a dipingere in maniera efficace la città.

I dati statistici rilasciati dall’Ufficio del Turismo mostrano come la città abbia 96 alberghi. Lo scorso anno, la crisi finanziaria ha danneggiato l’economia locale, prevalentemente dedita alle esportazioni. Ad ogni modo a Houjie, un famoso distretto di Dongguan, anche nel bel mezzo della notte, vi sono giovani ragazze vestite in maniera sexy lungo le strade. Si agghindano con mini gonne, giarrettiere, portano borsette e stringono una sigaretta tra le dita. Le loro facce sono ricoperte da un trucco pesante, e sembrano non curarsi della brezza notturna.

La ventenne Ah Ping è entrata nell’industria del sesso lo scorso anno. “Se rimani a lungo in questo business, prima o poi ti beccheranno” tira una lunga boccata dalla sua sigaretta, ricorda come alcune sue colleghe nella zona siano state arrestate recentemente, e spegne abilmente il mozzicone. Una guardia di sicurezza in un hotel della zona è il suo agente; porge subdolamente il suo biglietto da visita al reporter delSouthern Metropolis Weekly. Lo slogan sul biglietto da visita recita: “L’amore e il desiderio valgono tantissimo, che c’è di sbagliato nello spendere tantissimo per una persona?“. Il numero di telefono dell’agente è stampato sul retro del biglietto. Conosce cinque o sei ragazze del giro, se riesce a portar qualche affare, riceve una commissione che varia dai  30 ai 50 yuan a persona (dai 3 ai 5 euro). Dice che qualche extra in più non fa mai male.

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Dal suo aspetto e dai suoi vestiti, difficilmente si potrebbe intuire che Ah Ping è cresciuta in un villaggio rurale nella campagna dello Hunan. A questa ragazza alta e magra, piace vestire con t-shirt nere che mostrano le spalle e jeans attillati che delineano le sue forme. La sua faccia è nascosta dal trucco pesante e le sue unghie sono dipinte di nero. Due anni fa, Ah Ping era un’operaia in una catena di assemblaggio in una piccola fabbrica di calzini. Incollava le etichette su una montagna di calzetti ogni giorno, poi li impacchettava nelle loro confezioni in plastica. Proprio come milioni di migranti che giungono da tutto il paese a Dongguan alla ricerca di fortuna.

Ah Ping lavorava 10 ore al giorno alla catena di assemblaggio, e a fine mese non riceveva più di 1300 yuan (130 euro). Le ragazze come Ah Ping che “lavorano” negli hotel, sono solo un tipo di prostitute di Dongguan. In una città con oltre 10 milioni di abitanti, tutti possono trovare la prostituta per le loro tasche: dai boss delle multinazionali, fino ad arrivare agli operai nelle catene di montaggio. Un uomo che ha lavorato negli hotel di Dongguan per circa 8 anni, ha detto che le “ragazze” sono divise in quattro categorie, in base alla tipologia dell’ambiente di lavoro: hotel di lusso e night club; strutture di piacere (saune e bagni); “parrucchieri” e in ultima posizione, le strade o i vicoli. Il costo dei servizi sessuali può variare da diverse migliaia di yuan a pochi spiccioli. “Più lussuoso è il posto, più belle sono le ragazze, e più sono sicure”.

Standard rigorosi

L’improvvisa irruzione della polizia è il peggior incubo per i clienti. Specialmente per coloro che hanno uno status elevato. Un paio di anni fa, un membro del consiglio legislativo del partito democratico di Hong Kong è stato arrestato a Dongguan e la sua reputazione è stata irrimediabilmente danneggiata. Su internet si possono trovare intere discussioni su quali siano i posti più sicuri. Un ufficiale governativo coinvolto in questa operazione anti prostituzione, ha detto al reporter in via confidenziale che durante alcuni periodi dell’anno (ad esempio durante le principali festività, o prima di alcuni occasioni importanti) Dongguan effettua i crackdown contro la pornografia per ripulire le sue strade: ” le retate sono sempre efficaci, ma la domanda più importante è se possiamo mantenere questi standard”. Ad ogni modo pensa che sia praticamente impossibile stroncare definitivamente l’industria del sesso. ” Vi sono così tanti uomini d’affari qui a Dongguan che hanno bisogno di servizi sessuali!”

I media locali hanno detto che l’operazione è stata richiesta dal governo centrale, dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza a Pechino. Hanno individuato in Dongguan una delle zone da ripulire. Dalla notte del 9 novembre, le retate hanno colpito tutti i 32 principali distretti della città: nella cittadella di Hou Jie, 500 poliziotti hanno perlustrato parrucchieri, KTV, saune e centri massaggio, arrestando 16 sospetti; a Liaobu, la polizia ha fermato 425 persone (26 dei quali relativi alla prostituzione); a Changping, altre 41. Gli hotel Swan Lake e Zhonghuan sono stati chiusi. Prima della loro chiusura, questi alberghi venivano chiamati “i mercati della carne umana”. Prima di quest’ultima, imponente, retata, vi erano stati altre campagne anti prostituzione. Ma ogni volta, la tenace industria del sesso era rinata dalle sue ceneri. Gli affari, una volta tornati a pieno regime, innescavano un nuovo crackdown. E così via all’infinito. Alla fine di novembre, Liu Zhigeng, il segretario del partito della Municipalità di Dongguan, ha esortato alla repressione del mercato del sesso, per cancellare una volta per tutte l’infamante marchio che la città si è incollata addosso. Ma si è raccomandato di non andare troppo oltre, di non rovinare tutte le famiglie.

prostituta cinese

“Sono in vacanza”

L’inverno è finito, prodotti freschi sono disponibili, diamo il benvenuto ai clienti vecchi e nuovi, venite e abbiate un assaggio …

Questa campagna ha ibernato l’industria della prostituzione locale. La “vacanza” di Ah Ping consiste nel non far nulla per tutto il giorno. A parte per dormire e guardare la TV, Ah Ping non rimane nel suo appartamento da 1000 yuan al mese. Le piace la confusione, perciò ha affittato casa a 10 minuti dalla via più trafficata della città. Ha una stanza da letto e un salotto dotato di mobilio e elettrodomestici. Invita le sue amiche che sono anch’esse in “vacanza” a fare shopping, ad andare agli internet cafe a chattare e a giocare ai videogames, a mangiare gli spiedini alle bancarelle per ore, durante la notte. Delle sue vecchie amiche provenienti dalla sua città natale, di alcune ha perso i contatti, le altre non vogliono parlare più con lei perché è “sporca”. A parte gli sconosciuti con cui chatta, le poche amiche che le rimangono sono le sue colleghe di lavoro all’albergo. “Alle ragazze generalmente non piace avere a che fare con le concittadine” dice ” tutte noi pensiamo che meno persone sono a conoscenza di quello che facciamo, meglio è”. (Le persone dello stesso luogo di appartenenza tendono a spettegolare).

Agli occhi della maggioranza delle persone, l’industria del sesso è sinonimo di corruzione, di crimine e di malattia. Ma per Ah Ping, questo è l’unico modo per fare soldi. “Non voglio lavorare in fabbrica, lavorare lì anche per un sol giorno è terribile”. Ammette di non sopportare le difficoltà e di amare le frivolezze. Prima della retata, Ah Ping conduceva una vita regolare. Ad ogni modo i suoi orari erano sostanzialmente differenti da quelli delle persone ordinarie. Si alzava dopo mezzogiorno, mangiava in un ristorantino lungo la via, e prima delle tre arrivava all’hotel a Houjie per lavorare. A Dongguan, hotel come questo, non troppo di lusso ma neppure di bassa categoria, sono dappertutto.

“Lavorare” vuol dire semplicemente aspettare qualche cliente nella sala di attesa. Nelle sale di attesa generalmente vi sono dozzine di ragazze. Quando ricevono la chiamata dalla matrona, 4 o 5 ragazze se ne escono per essere scelte dal cliente. Una volta lasciata la sala di attesa, le ragazze si tolgono le uniformi e si fanno ammirare in biancheria intima da un uomo che non hanno mai visto prima. Poi, portano le mani dietro la schiena e lo salutano con un sorriso:” Salve, io sono il numero XX”. Un gruppo dopo l’altro sfila davanti al cliente finchè non viene scelta una ragazza. Dopo una o due ore, a volte anche una notte intera, la porta della stanza del cliente si apre e la ragazza se ne esce avvolta in un accappatoio. La sua borsetta è appesantita da centinaia di yuan in più come ricompensa. Dopo aver diviso il profitto, la ragazza torna nella sala, in attesa di un nuovo cliente, o se ne ritorna a casa a dormire. Questo è la routine lavorativa di Ah Ping.
Ma adesso è in vacanza.

L’inverno è finito?

La notizia del recente crackdown di Dongguan ha attirato l’attenzione di molte persone su internet. I netizens sperano che la campagna non sia finita e che venga estesa. Non dovrebbe durare solo un paio di settimane, ma dovrebbe risolvere il problema alla radice. Nonostante Ah Ping abbia esercitato il mestiere per più di un anno, non è mai stata arrestata. “Non sono avida”, dice.

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Ah Ping crede che questo sia il motivo principale che le ha permesso di evitare la tempesta questa volta; non appena le acque si saranno calmate, tornerà al lavoro. Una sua collega è  stata arrestata lo scorso anno dalla polizia. “E’ rimasta in prigione quindici giorni ed ha pagato una multa di 5000 yuan.” I capi del giro della prostituzione sono spaventati da questo genere di iniziative. Al fine di evitare le retate, qualche boss di hotel e saune addestrano le ragazze a misure anti-raid. Le ragazze devono essere in grado di sparire con i loro vestiti nel giro di 30 secondi attraverso dei passaggi ritenuti sicuri.  “Se sento qualcosa, mi nascondo e non esco più di casa di sicuro”. Ah Ping scherza e ride della sua codardia. Non sa quando riceverà una telefonata dal suo boss per tornare al lavoro, ma testardamente crede che sia solo una questione di tempo.

Le sue aspettative sembrano tuttavia ragionevoli. Il reporter è rimasto una settimana a Dongguan, e sebbene la campagna fosse ancora attiva, le attività legate alla prostituzione stavano già ricominciando a rifiorire. Il 22 novembre il giornalista ha chiamato alcuni hotel e club. Solo uno ha risposto che le ragazze erano in “vacanza”, tutti gli altri hanno detto che erano “pronti a soddisfare le esigenze del cliente in qualunque momento”. Molti di questi erano club o hotel di lusso a cinque stelle.  Un manager di un hotel a cinque stelle ha confessato al giornalista che questo genere di attività è stata sospesa per un solo giorno, garantendone la sicurezza: “Un hotel di lusso è come il biglietto da visita della città. Pensi che il governo locale possa insozzare il suo biglietto da visita?”

Anche alcuni parrucchieri da due soldi hanno riaperto in fretta. La “rosa rossa”, un parrucchiere di Hou Jie, ha già riaperto. Cinque o sei ragazze pesantemente truccate, siedonoo sul sofà. Il padrone, un uomo di mezza età, appena fuori dal locale, assaporando i suoi spaghetti pronti in cinque minuti, squadra tutti i passanti di sesso maschili e li apostrofa sussurrando:”Hey capo, vuoi venire a giocare? E’ economico”

La notte prima che il giornalista avesse lasciato Dongguan, il suo cellulare ha ricevuto un SMS: “L’inverno è finito, prodotti freschi sono disponibili, diamo il benvenuto ai clienti vecchi e nuovi, venite e abbiate un assaggio …”

Fonti: Southern Metropolis Weekly, Chinahush
Tratto da un articolo apparso sul Southern Metropolis Weekly e da Chinahush

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