Storia di Shanghai

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Shanghai è stata fondata nel decimo secolo lungo l’acquitrinosa sponda orientale del fiume Suzhou, solo recentemente bonificata.

Fino al 1127 la città non era altro che un piccolo centro mercantile che contava non più di 12.000 famiglie.

Ma durante quell’anno la metropoli di Kaifeng venne conquistata dai mancesi e molti abitanti si rifugiarono a Shanghai portando il conto della popolazione a 250.000 abitanti.

Da questo momento l’importanza della città crebbe notevolmente divenendo un importante centro manifatturiero e per lo smercio del cotone, che, fino al diciannovesimo secolo, rimase una delle principali risorse economiche della città.

Durante la dinastia Qing, Shanghai, a causa della mancanza di controllo da parte del potere centrale mancese, cominciò a ruotare attorno al crescente potere delle gilde mercantili e banchiere e si allargarono i commerci cittadini verso nuove rotte, come la Polinesia o la Persia, grazie alle esportazioni di cotone, seta e fertilizzanti.

Durante la Prima Guerra dell’Oppio le forze britanniche temporaneamente si impossessarono della città.

La guerra terminò nel 1842 con il Trattato di Nanchino che apriva una serie di porti cinesi, a cominciare proprio da Shanghai, al commercio internazionale.

L’oppio era la principale importazione inglese nel regno della Terra di mezzo.

La rivoluzione industriale inglese nel frattempo aveva messo in ginocchio la produzione locale di cotone.

Una serie di trattati ineguali successivi, sancirono l’inizio delle operazioni delle forze straniere in Cina e dell’influenza occidentale sulla città.

Nel 1853 la rivolta dei Taiping giunse a Shanghai e le forze rivoluzionarie occuparono la città, portando con sé devastazione, ma lasciarono sostanzialmente intatti gli insediamenti stranieri. Giunsero in città molti altri rifugiati cinesi e dal 1854 fu loro concesso di insediarsi all’interno delle comunità straniere.

I prezzi dei terreni crebbero notevolmente e il mercato immobiliare divenne una sostanziosa entrata per gli speculatori occidentali.

Nel 1863 la concessione inglese, che si sviluppava lungo la riva del fiume Huangpu e l’ansa meridionale del fiume Suzhou, e il distretto americano che sorgeva lungo la riva occidentale del fiume Huangpu e l’ansa settentrionale del fiume Suzhou, si unirono dando luogo all’Insediamento Internazionale.

In seguito alla guerra Sino-Giapponese tra il 1894-5, i Giapponesi cominciarono a costruire le prime fabbriche a Shanghai, dando il via alla fortunata crescita economica della città.

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Gli anni d’oro di Shanghai, tra gli anni ’20 e i primi ’30, è stato d’ispirazione per una moltitudine di film e libri cinesi e stranieri

Gli anni d’oro

All’alba della nascita della Repubblica di Cina, Shanghai era già uno dei più importanti centri economici e culturali del paese e poteva contare su 2 milioni di abitanti nel 1936, dei quali 35.000 stranieri.

In quel periodo molti rifugiati russi giunsero in città.

Molte delle donne russe cominciarono a essere sfruttate nei giri della prostituzione insieme alle donne cinesi, coreane e giapponesi e Shanghai divenne così il regno dell’oppio, della prostituzione, del gioco d’azzardo e delle Triadi.

L’élite cinese era sostanzialmente divisa in due fazioni: una progressista che cercava di sollevare le sorti della nazione, l’altra in cerca di consolidare il proprio potere.

Grazie alle invenzioni portate dall’Occidente, Shanghai fu una delle prime città cinesi a introdurre e a sperimentare l’elettricità e i tram.

Ma non senza problemi.

I cittadini residenti stranieri vivevano nell’agio e nel lusso; in molti parchi cittadini l’ingresso era proibito ai cinesi e crescevano le differenze economiche e i disagi fra la popolazione locale.

È questo uno dei periodi in cui Shanghai raggiunse il massimo splendore divenendo famosa nel mondo come “la Parigi dell’Est” e che visse allo stesso tempo molteplici giochi di potere per imporre il controllo sulla città da parte dei nazionalisti del Kuomingtan, dei comunisti, delle triadi cinesi e delle forze occidentali.

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La decadenza

Ma nel 1932 la marina giapponese bombardò Shanghai per stroncare le proteste studentesche contro l’Invasione giapponese.

Gli scontri cessarono a maggio. Cinque anni dopo, nel 1937, con lo scoppio della seconda guerra Sino – Giapponese, che finirà solo con la capitolazione del Giappone nel 1945, la città cadde.

Durante la Seconda Guerra Mondiale Shanghai divenne un centro di rifugio per i fuggiaschi europei e nel 1941 venne istituito un ghetto dove vennero confinati gli ebrei.

La popolazione straniera nella città crebbe fino ad arrivare a 150.000 abitanti nel 1942.

Nonostante i nazisti cercassero di spingere gli alleati a sterminare gli ebrei, i giapponesi si limitarono a confinarli nel ghetto.

Nel 1943 gli inglesi, gli americani e gli olandesi vennero deportati nei campi di concentramento.

Con la fine della Seconda Guerra Mondiale, i giapponesi si ritirarono lasciando la città in mano ai cinesi.

Il 27 maggio del 1949 Shanghai cadde sotto il controllo comunista e rimase una delle due città a non essere inglobata nella neonata repubblica popolare cinese, rimanendo municipalità autonoma (l’altra è Pechino).

I comunisti procedettero a massacrare i proprietari terrieri, gli elementi borghesi e tutti coloro che erano sospettati di favoreggiamento.

La maggior parte delle compagnie occidentali si trasferì repentinamente da Shanghai ad Hong Kong e l’economia della città crollò fino al 1976, con la fine della Rivoluzione Culturale.

Dopo un periodo d’incertezze, solo dal 1991 la città ha ripristinato il suo antico splendore.

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La Green Gang

La Green Gang (Qing Bang), nata come associazione di barcaioli, era una delle più importanti organizzazioni criminali cinesi operanti nella Shanghai coloniale, all’epoca città dalla fama controversa, spesso dipinta come luogo decadente e vizioso.

Sotto il controllo del suo carismatico capo Du Yuesheng (1888-1951), riuscì a controllare tutte le principali attività economiche della città.

Il traffico principale era l’oppio, il cui smercio era anche supportato dai vari signori della guerra che all’epoca erano i veri padroni della Cina.

La Green Gang giocò anche un ruolo importante nella Guerra Civile Cinese, divenendo uno dei protagonisti più efferati del Terrore Bianco, la famigerata campagna anti comunista portata avanti dal Kuomintang (KMT), con il massacro di circa 5000 scioperanti pro comunisti avvenuto a Shanghai il 2 febbraio del 1928, sostenuto anche dal leader nazionalista, il generale Chiang Kai-Shek, che conferì a Du, il grado di Generale dell’esercito Nazionalista.

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Il libro “L’Impero del Sole” di JJ Ballard, nato a Shanghai, dal quale è stato tratto l’omonimo film di Steven Spielberg, racconta le miserie vissute dai cittadini stranieri durante la Seconda Guerra Mondiale

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Pubblicato su Cina Magazine 04, Dicembre 2008 – Gennaio 2009
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