Biografia dello scrittore cinese Su Tong

Su Tong è uno scrittore cinese

Su Tong (nome vero Tong Zhonggui, 童忠贵) è uno scrittore cinese. Nasce il 25 ottobre del 1963 a Su Zhou.

L’infanzia la trascorre nelle strade della città e di quei particolari momenti ne riserberà il ricordo in tutta la sua letteratura.

Molti dei suoi racconti infatti traggono spunto da quel particolare periodo della sua vita, contenendo una visuale tipica dell’infanzia.

Di famiglia povera, non ha avuto la possibilità di coltivare le proprie doti artistiche.

Nel 1980 supera l’esame di ammissione alla facoltà di magistero a Pechino, e come lo stesso Su Tong afferma, rappresenta una fase fondamentale della sua esistenza poiché per la prima volta viene a contatto con il mondo esterno.

In quel periodo scrive una gran quantità di opere narrative e poesie.

Nel 1983 le riviste Qingqun (Gioventù), Qingnian zuojia (Giovani scrittori) e Xingxing (le stelle), pubblicano alcuni suoi scritti.

Fino ad allora nessuno dei suoi scritti riesce ad essere pubblicato.

Solo con il racconto L’ottavo è la statua di bronzo, riesce ad arrivare alla pubblicazione sulla rivista Qingnian zuojia e a ricevere un premio.

Le sue opere sono caratterizzate da un disimpegno politico, caratteristica questa in realtà comune a quasi tutti gli scrittori della scuola d’avanguardia.

A differenza poi di altri autori che hanno incentrato le ambientazioni dei loro racconti nel decennio grigio della Rivoluzione Culturale, preferisce ambientare le proprie opere nel periodo immediatamente precedente l’avvento della Repubblica Popolare, poiché quell’evento che ha così segnatamente toccato moltitudini di cinesi, ha solo sfiorato la sua famiglia.

I suoi racconti e i suoi romanzi brevi sono stati raccolti in un’antologia in 3 volumi della casa editrice Jiangsu. Buona parte della sua creazione letteraria vede il villaggio di Feng Yang Shu come teatro degli avvenimenti raccontati.

La sua opera consiste nel ritorno spirituale al suo (immaginario e simbolico) paese natale.

Tra le opere principali vanno ricordate l’antologia Jiangsu (in tre volumi divisi cronologicamente).

Il primo è diviso in due parti e contiene i racconti: Stanza 19, Il padre straniero, Volo sul mio paese natale Feng Yang Shu, La canzone dell’albero di osmathus, e i due romanzi brevi: La fuga del 34 e La casa dell’oppio.

La seconda parte contiene i racconti: Calmo come l’acqua, Bambina perché piangi, Il bambino nel pozzo e i tre racconti lunghi scritti nel 1992 Bruciatura, Dal prato e Un amico per strada, romanzi incentrati sulla giovinezza, sulla solitudine, sull’amore, sui dubbi, sulla perdita della propria identità e della conseguente ricerca.

Sono storie che si distaccano dalla classica ambientazione contadina di Feng Yang Shu e vedono come palcoscenico delle loro azioni sia reali che immaginarie, la città, anche se la loro essenza è ancorata alla realtà del villaggio.

Il secondo volume contiene una trentina di racconti brevi scritti tra il 1984 e il 1988. Il terzo volume è costituito dai romanzi Mogli e concubine, dal quale è stato tratto il celebre film diretto da Zhang Yimou.

Lanterne Rosse, Cipria, Il giardinaggio, L’uomo già sposato, Guida al divorzio

Per quanto riguarda Mogli e concubine, l’intenzione originaria era quella di scrivere un romanzo classico “alla cinese” per verificare le proprie capacità creative. Il soggetto quindi è classico, una concubina in una famiglia feudale.

Le influenze principali sono abbastanza evidenti: Il sogno della camera rossa, Famiglia (di Ba Jian), Jing pingmei, Autunno e Primavera. L’uomo già sposato e Guida al divorzio parlano di un uomo calato nella realtà cittadina che si chiama Yang Po. L’idealismo veine rimpiazzato dal grigiore della banalità del quotidiano vivere cittadino.

Su Tong come tutti i grandi scrittori, riesce ad imprimere il suo stampo personale alla storia, all’evolversi dell’intreccio narrativo e alla forma stilistica. Già al principio degli anni ’80, altri esponenti della Scuola delle Radici avevano dato una visone personale del passato cinese dell’ultimo secolo, anche in aperta contraddizione con quella canonica socialista governativa.

Ma per Su Tong scrivere del passato non è, come in realtà ad una prima analisi superficiale ci si potrebbe aspettare, una ricerca delle radici in senso stretto, ma è innanzitutto un desiderio espressivo.

L’opera narrativa di questo scrittore trasuda la sua visione pienamente pessimista dell’esistenza meschina dell’umanità.

Il passato è un incubo, e il presente non è nient’altro che la sua estensione temporale.

Spesso i personaggi sono i parenti della voce narrante: Feng Yang Shu, il paese natale teatro di molte delle sue opere, non è un luogo ideale ma è un’entità che l’autore ha creato per soddisfare i propri bisogni narrativi.

Le tragedie del passato sono il fulcro della sua creazione narrativa.

I protagonisti sono i parenti defunti.

Le donne sono i personaggi alle quali va l’attenzione dell’autore in quasi tutti i suoi romanzi.

Sono vittime assoggettate alla tirannia e ai capricci dell’uomo.

Spesso vediamo queste donne che combattono e lottano anche con mezzi illeciti sia contro l’uomo padrone che contro altre donne per conquistarsi non già la propria identità, cosa peraltro impossibile probabilmente nella Cina feudale, ma una vita almeno dignitosa.

La simpatia dell’autore va tutta quindi a queste donne che combattono con tutte le loro forze. La loro spietatezza è giustificata dalla tragicità della vita.

I personaggi negativi sono quasi sempre uomini, sfruttatori crudeli ma al contempo personaggi deboli, soggetti alle loro inclinazioni morbose.

Sia i giovani che i vecchi attraversano una lunga fase di degenerazione.

I bambini sono troppo piccoli per capire le cose della vita ma ne restano inevitabilmente coinvolti con esiti tragici.

Come per le donne i bambini fanno parte di quella schiera di personaggi deboli e indifesi che subiscono le ingiustizie dei più forti.

Da qui traspare la visione tragica che ha della vita Su Tong, regolata da una legge spietata e naturale.

Una tecnica narrativa utilizzata spesso da Su Tong consiste nella personificazione del narratore con il personaggio in determinate sequenze narrative.

Vedi ad esempio i continui cambi di prospettiva nel romanzo breve La casa dell’oppio, dove il senso di tragica irrealtà si riflette nel continuo trapasso da un piano narrativo e temporale ad un altro, nel moltiplicarsi e alternarsi delle voci narranti, anche all’interno di uno stesso periodo od episodio.

Quella di Su Tong è una lingua in cui convivono espressioni moderne accanto ad altre popolane più arcaiche, linguaggio alto accanto ad altre locuzioni ben più crude e dure. E’ fortissima la necessità di libertà stilistica.

Secondo il critico Xue Yi, l’immagine non è solo un concetto estetico, ma è anche il mezzo di cui egli si serve per addentrarsi nel passato. In questo consiste la forza della sua scrittura: le immagini sono allusive, scatenano la fantasia e i ricordi dell’autore.

Su Tong è molto interessato negli anni della prima metà del secolo, il periodo che precedette l’avvento della Repubblica Popolare.

I suoi romanzi si propongono di perpetuare il momento e le vicende dei suoi parenti defunti.

Se Su Tong ha scelto lo stile intuizionista è proprio per creare questo prolungamento del passato nel presente.

Su Tong è maestro nello scrivere melodrammi familiari con un tocco gotico; dietro alla facciata dei suoi racconti si profilano motivi decadenti e desideri inspiegabili.

Il tutto viene descritto utilizzando un linguaggio molto forte anche influenzato da una certa letteratura straniera come il modernismo, il post-modernismo e un certo tipo di letteratura latino americana che molto ha dato allo sviluppo creativi degli scrittori cinesi (su tutti Gabriel garcia Marquez).

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