I due volti del mondo di Su Tong

I due volti del mondo di Su Tong.

“Per me, creare questi racconti è stato come tornare ai luoghi in cui sono nato”.

Brossura | 134 | Neri Pozza | 2000 | ISBN: 8873057373

Così Su Tong ha voluto commentare qualche tempo fa la genesi del ciclo narrativo di cui il presente volume costituisce la prima parte.

Spesso ambientate a Fengyangshu, un luogo immaginario dietro il quale non è difficile riconoscere, almeno in parte, Suzhou, la città del Jiangsu in cui lo scrittore è nato nel 1963, le storie narrate in queste pagine si propongono di “tastare il polso degli avi” per ridestare un “volto del mondo” perduto: quello della Cina rurale, dove la crudele innocenza degli animi era un tempo in perfetta armonia con la durezza e l’incanto del paesaggio.

Come la Yoknapatawpha di Faulkner, Fengyangshu è qui la casa dei “fantasmi familiari rimasti sconosciuti”, il “luogo dell’origine” che non esiste più, se non nel desiderio che alimenta la memoria e, dunque, la scrittura.

Tuttavia, come avviene in ogni grande narrazione, il ritorno all’origine non ridesta semplicemente un mondo scomparso.

La bella Liu’E dal braccio mozzato, il vecchio Dong, tutte le straordinarie figure che compaiono in questi racconti non appartengono a un tempo che semplicemente “è stato” ma allo spazio eterno del mito e della poesia.

Lo stesso villaggio, “con il suo cielo, i suoi campi, le sue montagne e il suo fiume”, non è solo un testimone reale di destini umani, ma vi “partecipa in modo solenne e decisivo”.

E’ “il luogo ideale dove riportare in vita i fantasmi dei propri antenati e recuperare la vicenda umana, perduta nel flusso ambiguo e inarrestabile della Storia”.

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