Recensione di Vivere! di Zhang Yimou

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Nella Cina degli ultimi anni 40, Fugui, ricco e con il vizio del gioco perde ai dadi in una sala da the la sontuosa casa di famiglia.

VIVERE! – LIFETIMES, TO LIVE – HUOZHE di Zhang Yimou (1994)

Durata: 125′
Origine:
HONG KONG
Tratto:
liberamente dal libro di Yu Hua e Lu Wei
Produzione:
Chiu Fu-Sheng – ERA INTERNATIONAL, Funhong Kow, Christophe Tseng, Pingan Wang
Distribuzione:
COLUMBIA TRISTAR ITALIA (1994) – BM CLASSIC VIDEO, COLUMBIA TRISTAR HOME VIDEO
Soggetto:
tratto dalla novella di Wei Lu e Hua Yu
Sceneggiatura:
Yu Hua, Lu Wei, Zhang Yimou
Fotografia:
Lu Yue
Attori:
Ge You, Gong Li, Niu Ben, Guo Tao, Jiang Wu, Ni Da Hong, Liu Tian Chi, Xiao Cong, Dong Fei, Zhang Kang, Li Lianyi, Zhang Lu, Liu Yantjng, Zhao Yuxiu, Huang Zhongle
Montaggio:
Du Yuan
Direzione artistica:
Juiping Cao
Scenografia:
Cao Jiuping
Musiche Originali:
Zhao Jiping
Suoni:
Jing Tao

La stessa sera, la moglie, Jiazhen, in attesa del loro secondo figlio decide di abbandonarlo portando via con sé la loro primogenita Fengxia.

Il padre rispettoso dei debiti di gioco consegna la casa al burattinaio Long Er e preso dall’ira e dallo sconforto nei confronti del figlio, subito dopo aver firmato il passaggio di proprietà, muore d’infarto.

La madre di Fugui è malata e così il figlio si deve adattare a fare i lavori più umili, persino chiedere l’elemosina per strada.

Jiazhen, saputo del cambiamento del marito decide di ricongiungersi a lui, portando con sé Fengxia ed il piccolo “Giocomai“, in realtà Youqing, ma scherzosamente chiamato così per rimembrare al coniuge la decisione di abbandonare il vizio del gioco.

Desideroso di dare alla famiglia ritrovata un sereno avvenire Fugui decide di chiedere un prestito a Long Er, il quale preferisce dargli un baule contenente le sue vecchie marionette e gli consiglia caldamente di formare una compagnia delle ombre.

Fugui inizia così un piccolo giro di spettacoli, ma durante un’esibizione nel 1949, una spada lacera il telo sul quale vengono proiettate le ombre dei burattini: Fugui ed un suo compagno Chunsheng vengono presi dall’esercito di Chang Kai-Shek.

Tra morte, freddo e desolazione i due desiderano il ritorno alle loro case e alle loro famiglie.

Con sorpresa però una mattina si trovano soli nell’accampamento e poco dopo vengono presi dall’esercito comunista che permette loro di esibirsi per rallegrare le proprie truppe.

Finalmente ritornato a casa Fugui apprende dalla moglie che la madre è morta e che la piccola Fengxia, dopo una violenta febbre è diventata muta.

Pochi giorni dopo il suo ritorno apprende che Long poiché non ha voluto dividere la casa, l’ha bruciata e che ora è sotto processo in qualità di sabotatore e rivoltoso contro il nuovo governo di Mao.

L’uomo viene giudicato colpevole e fucilato con cinque colpi.

Fugui sconvolto si bagna i pantaloni dalla paura; poteva essere al suo posto se non avesse perso al gioco la casa.

Nel 1958 ogni famiglia del villaggio deve consegnare i suoi utensili di ferro per contribuire al Grande Balzo in avanti, e poiché le famiglie si trovano così senza pentole viene allestita una mensa comune.

Fugui per evitare che il suo baule con borchie in ferro e che le marionette sorrette da stanghette in metallo vengano consegnate ai forni decide di allestire uno spettacolo alle fonderie e la moglie ed i figli lo accompagnano distribuendo acqua potabile.

Le giornate scorrono tranquillamente, ma i monelli del villaggio hanno preso di mira Fengxia.

Poiché la bambina non può lamentarsi questi la prendono a sassate e la disturbano continuamente.

Così Youqing, per difendere la sorella, un pomeriggio, nella mensa comune, versa sulla testa di uno di quei bambini una zuppa di tagliatelle bollenti abbondantemente condite con del peperoncino.

Il gesto crea un senso di indignazione nei genitori del ragazzo che chiamano il piccolo Youqing sabotatore.

Fugui è in collera con il figlio e lo picchia davanti a tutti; solo dopo, nell’intimità delle mura domestiche, scopre che il gesto del figlio è stato un atto di difesa nei confronti della sorella ingiustamente maltrattata.

Il padre per chiedere scusa a modo suo al figlio, lo invita ad assistere alla serata di ombre alla fonderia ed il piccolo, riconquistata la stima nel genitore, come scherzo gli offre una tazza di the con aceto e peperoncino.

I due riacquistano complicità, tant’è che un giorno in cui il bimbo deve recarsi a scuola per fondere il ferro, il padre lo porta in spalla. Sfortunatamente però la stessa sera Youquing, muore in un incidente causato dalla macchina del capo del distretto, il quale è proprio Chunsheng, l’amico di vecchia data di Fugui.

Jiazhen, offrendo alla memoria del figlio i ravioli che il piccolo non aveva avuto tempo di mangiare ed affranta dal dolore nega il suo perdono all’uomo e gli rifiuta sia i fiori che i soldi; ribadisce a Chunsheng che lui le deve una vita.

Nel 1966, durante la rivoluzione culturale proletaria, il capo villaggio, dopo aver fatto visita alla famiglia di Fugui ed averlo convinto a bruciare le sue marionette, simbolo di valori feudali, propone ai due coniugi Er Xi, capo operaio storpio, come marito per la figlia Fengxia.

Il giovane, conosciuta la ragazza, ben volentieri decide di prenderla in moglie e prima delle nozze ristruttura la casa dei suoi genitori e dipinge dei murales con ritratto il presidente Mao.

Il matrimonio si svolge nella casa di Fengxia ed i due sposini, vestiti da militari tra canti patriottici e montagne di libretti rossi ricevuti come dono di nozze, si inchinano al ritratto di Mao.

Jiazhen malata, durante un pranzo ricco di manicaretti, apprende dal marito della figlia che presto sarà nonna, così consiglia ai due di fare ogni anno una foto al futuro nascituro. Una notte Fugui e Jiazhen ricevono una visita da Chunsheng, il quale è stato messo sotto inchiesta dalle guardie rosse.

E’ sconvolto per il suicidio della moglie, disperato e desideroso di suicidarsi offre all’amico come risarcimento per la morte del figlio tutti i suoi risparmi, ma questi rifiuta ed in quel momento Jiazhen impietosita lo perdona e gli ricorda che essendo in debito con loro di una vita è il caso che viva bene la sua.

Arriva il momento del parto di Fengxia, ma negli ospedali non vi sono medici, poiché sono stati messi tutti in galera in quanto portavoce di vecchie e superate tradizioni.

Ora comandano le guardie rosse e nell’ospedale esercitano la professione infermieri e studenti. I genitori della futura mamma ed il marito sono preoccupati per il parto. Temono che la ragazza non potendo parlare non possa lamentarsi in caso di complicazioni o problemi.

Riescono così a portare il vecchio primario del reparto che però ha una grave indigestione e non riesce a far nulla mentre la povera Fengxia dopo il parto continua a perdere sangue. La giovane muore di emorragia.

Il piccolo “Panino”, così chiamato dalla nonna, ogni anno visita la tomba dello zio piena di ravioli e quella della madre con le sue foto di ogni età. Er Xi ed il figlio ora riempiono le giornate di Fugui e Jiazhen colmando i loro vuoti e dispiaceri che la vita ha procurato loro.

Questa pellicola, che ha vinto il Premio speciale della giuria al Festival di Cannes ed il premio a Ge You come migliore attore, racconta con la grande abilità del maestro Zhang Yimou, la capacità di sopravvivenza di una famiglia durante quarant’anni di intensa e sofferta storia cinese.

Il regista affronta senza mezze misure la storia del suo paese attraverso gli occhi dei più umili, di quelli che hanno sofferto di più e visto con amarezza o con gioia gli enormi cambiamenti che hanno portato benessere ma anche morte per molti compatrioti.

La famiglia di Fugui è divenuta povera e presto l’uomo comprende i benefici di questa posizione: è stato procurato un lavoro alla moglie, vengono pagati i funerali della madre, non si corre il rischio di essere fucilati in qualità di proprietari terrieri o si ricevono dei sussidi di invalidità ottenuti in caso di infortuni sul lavoro.

Fugui dopo aver visto tanti cadaveri, morte e desolazione ha imparato ad apprezzare le piccole cose della vita quali la famiglia e la tranquillità.

Ma nonostante egli non cerchi i guai, non può neppure godere delle uniche due certezze che anela e le amarezze arrivano presto anche per lui e la moglie: prima con la morte del figlio e dopo anni con quella della figlia.

Nella loro storia di individui si intreccia e fa da padrona la grande storia che ha segnato gli anni recenti della Cina, dove il comunismo diventa sinonimo di cibo per tutti e la possibilità di mangiare carne tutti i giorni, dove i poveri valgono più dei nobili ed i vivi contano più dei morti, dove fondere il ferro simboleggia la voglia di liberare Taiwan, ma anche dove per la presunzione di voler svecchiare le vecchie tradizioni, ragazzi incapaci mettono a rischio la vita della povera Fengxia.

Senza profilare giudizi personali, ma guardando con occhio oggettivo il regista mette in scena l’incoscienza di quell’epoca. Anche i suoi personaggi non si ergono a giudici, ma pieni di comprensione per i dolori e gli errori propri e degli altri, accettano nel più umile dei modi le vicende che la vita ha riservato loro.

La narrazione inoltre mette alla luce una serie di usanze e tradizioni che cambiano e si modificano nel corso dei quarant’anni presi in esame: l’abitudine di firmare il proprio nome con il sigillo dell’impronta digitale; l’accostarsi al teatro delle ombre prima per apprendere storie nobili poi come puro divertimento ed in seguito il rifiuto per i valori feudali di cui è portatore; il rispetto per la parola data e la famiglia ed il matrimonio.

Quest’ultimo nella messa in scena del matrimonio di Fengxia risulta molto più un tributo al presidente Mao che uno scambio di promesse tra due persone che vogliono trascorrere la vita assieme, il rito è completamente diverso da quello che hanno avuto i genitori della giovane ed ancora di più da quello contemporaneo, dove le spose sontuosamente addobbate da pizzi, merletti, paiette e perline nei loro abiti occidentali, sfoggiano trucchi ed acconciature realizzati in saloni enormi per le spose, pagando con i risparmi di interi anni di stipendi pur di potersi mostrare con orgoglio ad amici e colleghi.

La fotografia del film mostra il passaggio dal costume tradizionale all’abito comune dell’operaio.

Le inquadrature evidenziano luci forti, colori caldi e vivaci dove predominano gialli, quale il fuoco che illumina il telo su cui vengono proiettate le ombre delle marionette; il fuoco dei forni per la fusione del ferro; delle tagliatelle della mensa, dei ravioli o dei panini al vapore; e rossi violenti quali il sangue dei morti o sulle uniformi dei soldati vivi; dei copriletto nelle case; dei drappi, dei teli e dei fiocchi che adornano i quadri di Mao e del suo libretto; delle mele regalate come ringraziamento al capo villaggio; dei murales con la sua immagine al centro;dei poster del presidente e delle leggi appese all’ospedale; delle fasce al braccio di operai ed infermieri e del sangue dell’emorragia di Fengxia che riempie la sala parto e sporca tutti coloro che per inesperienza non hanno saputo aiutarla.

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