Recensione di So close to paradise di Wang Xiaoshuai

Due amici Gao Ping e Dong Zi decidono di partire dal loro villaggio per avere la possibilità di trovare un lavoro in una città.

SO CLOSE TO PARADISE – BIANDAN, GUNIANG di WANG XIAOSHUAI (1995)

Origine: CINA
Produzione: BEIJING FILM STUDIO – BEIJING GOLDENPLATE FILM – BEIJING PEGASE CULTURAL COMMUNICATION CENTER – TV & ART PRODUCTION COMPANY – BEIJING JIN DIE YNGSHI YISHU
Produttori: Sanping Han, Buo Li, Xiaogeng Li, Zhuangzhuang Tian, Gonggu Zhang
Sceneggiatura: Pang Ming, Wang Xiaoshuai
Fotografia: Yang Tao
Attori: Wang Tong, Shi Yu, Tao Guo, Wu Tao
Montaggio: Liu Fang, Yang Hongyu
Direzione artistica: Kuangming Cheng
Musiche Originali: Liu Lin
Suoni: Wei Li
Scenografia:
Cheng Kuangming
Costumi: Chu Ying Dong

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Dong Zi, timido ed onesto trasporta merci, mentre Gao Ping, desideroso di divenire un importante boss organizza piccoli imbrogli. Un giorno i due amici decidono di trascorrere la serata in un karaoke bordellino chiamato “Li Li night-club”.

Lì entrambi rimangono colpiti dalla bellezza di Ruan Hong, una giovane cantante vietnamita.

Dopo averla seguita per due sere consecutive, i due amici la portano nella loro abitazione. Ruan Hong inizia una relazione con Gao Ping, ma Dong Zi cattura la sua attenzione.

Gao Ping è molto orgoglioso e poiché è più grande dell’amico, ci tiene a prendersi cura di lui, così pure vorrebbe fare con Ruan Hong, la quale è ufficialmente la donna di un boss locale. Il suo desiderio sarebbe quello di riscattare la ragazza, ma essendo anche lei molto orgogliosa, la giovane si offende e rifiuta istericamente la proposta dell’amante.

Dong Zi preoccupato per la fuga improvvisa di Ruan Hong decide di seguirla e per la prima volta parla con lei. Gao Ping, ormai senza donna, ritorna al suo primo progetto, fare carriera nella malavita: rapisce un uomo e lo tiene legato e segregato in una botola sotterranea.

Quando lo libera, si fa condurre da un boss locale che però lo truffa, non trova altra soluzione se non nello scomparire.

Il boss a cui Ruan Hong appartiene scopre del tradimento della ragazza con Gao Ping e vorrebbe difendere il suo onore vendicandosi, ma non riesce a trovarlo.

La polizia lo cerca per l’omicidio di un uomo e la padrona di casa esige i mesi arretrati d’affitto.

Tutti si rivolgono a Dong Zi che però non sa dare alcuna indicazione utile. Ruan Hong è preoccupata e cerca di scoprire dove sia Gao Ping, ma non scopre nulla di nuovo neppure invitando Dong Zi ad un appuntamento dove possono essere soli.

Si presenta durante una notte di pioggia nell’abitazione di lui, dove avvenivano gli incontri con l’amante, sperando di incontrarlo, ma ormai è più di una settimana che non si hanno notizie di Gao Ping. Dong Zi si sente solo, l’amico è scomparso e Ruan Hong è finita in carcere, poiché vi è stata una retata al “Li Li night-club”.

Ma al suo ritorno all’abitazione trova l’amico che lo invita a ritornare al villaggio ed ad occuparsi di Ruan Hong non appena uscirà dal carcere.

La loro conversazione non ha lungo seguito perché il boss che cercava vendetta per l’offesa ricevuta arriva con la sua banda per picchiare ed uccidere Gao Ping.

L’uomo colpito brutalmente si getta incontro alla morte davanti agli occhi disperati e tristi di Dong Zi. La polizia prende il boss e la sua banda e poco tempo dopo Ruan Hong esce dal carcere.

Decide di far visita a Dong Zi, prende una foto ricordo che ritrae i due amici sorridenti nel giorno del loro arrivo in città ed è ormai decisa ad andarsene, ma il ragazzo le porge un walkman, dove vi è incisa una cassetta con la voce della fanciulla, registrata ai tempi in cui cantava nel night-club e sognava di divenire una cantante famosa. I due piangono commossi sorridendo.

Il film che è stato fermato per ben tre anni dalle autorità, racconta una vicenda ben nota per il cinema orientale, quale gli intrighi con la malavita.

I tre protagonisti si trovano loro malgrado a dover fare i conti con una realtà che li allontana dai loro desideri più profondi.

Gao Ping, vorrebbe essere un importante boss poiché la vita impone la necessità di avere il rispetto degli altri ed i soldi per sopravvivere, ma ciò che il suo intimo vorrebbe maggiormente è l’amore e la tranquillità.

Egli è felice di prendersi cura del suo amico, quasi fosse un fratello minore, non accetta che paghi nei ristoranti, poiché non lo considera ancora adulto e vuole metterlo sotto la sua ala protettiva.

Per un periodo lascia la possibile carriera di boss, per dedicarsi alla donna di cui è innamorato, ma non riesce a renderla veramente sua, poiché la ragazza non accetta di essere comprata.

Fino all’ultimo pensa a lei e la affida all’amico, ma ugualmente consiglia a Dong Zi di stare attento alle donne e alla possibilità di perdita di lucidità che causano agli uomini. Anche Ruan Hong ha rinunciato ai suoi sogni, arrivata in Cina per sfondare come cantante si trova a cantare in un bordellino e ad essere la donna di un boss che non ama.

Dong Zi invece assiste alle triste vicende delle persone a cui è legato senza riuscire ad aiutare veramente nessuno.

Nonostante la storia sia drammatica, il regista abilmente riesce a creare delle situazioni che immergono in un senso di imbarazzo, come i due quando vengono scoperti ad inseguire Ruan Hong; grottesca e triste è invece la scena in cui Ruan Hong esce dal locale dove ha dato appuntamento a Dong Zi e un ragazzo entra nella sala con una torta di compleanno, tutti cantano “Tanti auguri”, e così pure Dong Zi, canta applaudendo convinto si stia festeggiando Ruan Hong; desolante invece è la scena in cui la povera Ruan Hong in prigione viene torturata dalle luci e dalle telecamere di una tv che vuole fare uno scoop sull’ingiustizia del suo arresto.

Vi è una ricerca di particolari, gesti, volti e giochi di luce e colori. Anche se la scena è corta è esplicito il carattere di Dong Zi, semplice e facile all’imbarazzo, il quale incuriosito dalla trama del ricamo degli slip di Ruan Hong, dimenticati sul letto dell’amico, li prende ed accosta al vetro della finestra, facendo filtrare una calda luce rossa.

Inoltre è perfettamente in tono con l’azione del film l’uso di un filtro verde che dona maggiore tono alle scene. Bellissimi anche le ombre che spesso ricorrono sul volto della protagonista femminile.

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